LO SVILUPPO DELL’AVIAZIONE NAVALE CINESE
La People’s Liberation Army Navy (PLAN), ossia la Marina da Guerra della Repubblica Popolare, ha dato molto rilievo all’entrata in servizio nel settembre del 2012 della sua prima porterei, l’ormai ben nota Liaoning.
La stampa specializzata ha fornito accurate descrizioni di questa nave e degli aerei in dotazione sottolineando soprattutto che si tratta di unità ex ucraina, di progettazione sovietica, varata nel dicembre 1988 e, se pure riallestita con molta cura dai cantieri cinesi, di concezione abbastanza superata e rientrante nella categoria delle “portaerei STOBAR” vale a dire che involano i propri velivoli dopo una breve corsa (STO- short take off) grazie a un “trampolino” (sky-jump), ma possono farli appontare utilizzando cavi d’arresto (BAR- but arrested recovery).
In questi ultimi anni personalità di Pechino di grado elevato hanno più volte dichiarato la volontà cinese di dotarsi assai presto di altre unità porterei di dimensioni e tonnellaggio maggiori dell’unità oggi in servizio e quindi con un reparto volo più consistente e performante.
La gestione di grandi unità porta velivoli è certamente un grosso impegno per qualsiasi marina, ma riteniamo che quella cinese, che conta circa 255.000 effettivi, sia certamente in grado di farlo soprattutto perché possiede un’Aviazione Navale sin dalla fine degli anni ’60 e che è oggi composta da circa 26.000 uomini e più di 690 velivoli.
Gli strateghi navali del nuovo Celeste Impero hanno infatti da tempo capito l’importanza di avere una forza aerea specializzata per l’impiego sul mare allo scopo di assicurare non solo la difesa della flotta di superficie, ma anche di svolgere operazioni di pattugliamento e ricognizione delle proprie acque territoriali e di svolgere missioni di interdizione ed attacco contro forze di superficie e subacquee avversarie.
L’entrata in servizio delle Liaoning, che imbarca cacciabombardieri J-15, non fa che aumentare il raggio d’azione dell’Aviazione Navale permettendo alle Task Forces cinesi di operare con una discreta sicurezza anche negli Oceani.
Le dotazioni aeronautiche di questa Aviazione Navale sono molto differenziate comprendendo una consistente forza di elicotteri ed una ancora più numerosa forza di velivoli di vari tipi.
Con una componente di alcune centinaia di elicotteri l’Aviazione navale cinese può svolgere tutte le operazioni proprie delle marine d’altura, quali quelle ASuW e ASW, partendo dalle sue basi terrestri sparse lungo la costa e da molti dei nuovi modelli di caccia e fregate.
Può inoltre assicurare una discreta copertura AEW, il trasporto d’assalto dei suoi marines dalle nuove navi anfibie tipo LPD-LHP, il rifornimento verticale dalle navi ausiliarie e operazioni di supporto di vario tipo.
La consistente componente ad ala fissa è ormai dotata di velivoli da caccia e da attacco della cosiddetta 4^ generazione perfettamente in grado di svolgere i ruoli tipici di supremazia aerea soprattutto in confronto delle marine minori dell’Estremo Oriente e del Sud-Est Asiatico.
I suoi nuovi velivoli di grosse dimensioni dotati di MAD e boe possono garantire una buona difesa contro i sottomarini, mentre i bombardieri a grande autonomia dotati di missili antinave rappresentano una consistente minaccia anche per i gruppi navali americani o occidentali spesso presenti nelle acque d’interesse cinesi.
La politica navale cinese sta raggiungendo molti degli obiettivi che si era posta già una ventina di anni fa.
La PLAN può essere oggi considerata la seconda forza navale mondiale dopo la US Navy e la sua Aviazione Navale ne è una delle componenti principali ed in via di costante miglioramento quantitativo e qualitativo.
Gli ammiragli cinesi ne hanno perfettamente capito l’indispensabile funzione in una “well balanced fleet” e investono molte risorse per la sua costante crescita.
L’Occidente farebbe bene a seguire con molta attenzione questo sviluppo considerando non solo la pure importante apparizione delle portaerei nell’inventario cinese, ma esaminando con molta cura le caratteristiche dei mezzi aerei in servizio e la loro dislocazione operativa nei vari aerodromi costieri.
Foto: Forze Armate Cinesi
Pier Paolo RamoinoVedi tutti gli articoli
L'ammiraglio Ramoino è Vice Presidente del Centro Universitario di Studi Strategici e Internazionali dell'Università di Firenze, Docente di Studi Strategici presso l'Accademia Navale di Livorno e cultore della materia presso la Cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica del S. Cuore a Milano. Dal 1982 a tutto il 1996 ha ricoperto le cattedre di Strategia e di Storia Militare dell'Istituto di Guerra Marittima di Livorno, di cui è stato per dieci anni anche Direttore dei Corsi di Stato Maggiore. Nella sua carriera in Marina ha comandato diverse unità incluso il caccia Ardito e l'Istituto di Guerra Marittima.