SIRIA: I CURDI SI RITIRANO A EST DELL’EUFRATE
Per tentare di disinnescare la crisi con l’alleato turco e non perdere il sostegno dei loro migliori alleati sul terreno in Siria, le milizie curde dell’YPG, gli Stati Uniti hanno annunciato che queste ultime hanno completato lo spostamento ad est del fiume Eufrate come chiesto da Washington e preteso da Ankara.
Sviluppo che in teoria dovrebbe fermare gli attacchi turchi contro i curdi siriani delle Forze di Difesa Popolare (YPG), considerati terroristi da Ankara alla stregua dei ‘cugini’ del PKK. Lo ha reso noto ieri una fonte del Pentagono dietro condizione di anonimato: “Tutte le forze dell’YPG sono ad est dell’Eufrate”.
Mercoledì 24 agosto è iniziata l’offensiva militare turca in Siria (Operazione Scudo dell’Eufrate), ufficialmente contro Isis ma in realtà le truppe di Ankara hanno ripetutamente bersagliato con l’artiglieria e con raid aerei i curdi dell’YPG, forti del benestare dato dal vicepresidente americano Joe Biden che il 21 agosto era stato ad Ankara dal presidente Recep Tayyip Erdogan.
Biden aveva personalmente chiesto ai curdi di spostarsi all’est dell’Eufrate arrestando l’avanzata verso Jarablus – presa dai turchi insieme ai miliziani dell’Esercito Siriano Libero (FSA) il 25 agosto – ma abbandonando anche la roccaforte di Manbij che i curdi avevano strappato allo Stato Islamico al prezzo di gravi perdite ed estenuanti combattimenti.
Per tentare di completare la ricucitura dei rapporti, incrinati dal tardivo sostegno espresso al presidente Recep Tayyp Erdogan la notte del fallito golpe del 15 luglio, il presidente Barack Obama e quello turco si incontreranno domenica a margine del G20 di Hangzhou in Cina.
L’esercito turco ha intanto emesso un comunicato con il quale annuncia che, nelle ultime 24 ore, 61 serie di cannoneggiamenti di artiglieria hanno distrutto 20 obiettivi nel nord della Siria.
Nel comunicato si legge che i militari avrebbero preso “tutte le misure necessarie” ad evitare danni alla popolazione civile.
Nella giornata di ieri l’esercito di Ankara si è spinto ancora più all’interno della Siria, nella regione di Jarabulus, dove era entrato lo scorso 22 agosto.
L’attacco turco contro i miliziani curdi dell’Ypg ha scatenato la dura reazione degli Stati Uniti che lo ha definito “inaccettabile” in un comunicato del Pentagono.
Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha ribadito che se le milizie YPG passano il fiume Eufrate “diventano obiettivi da colpire”.
Il presidente del Consiglio turco, Binali Yildirim, ha diramato ieri mattina un comunicato in cui nega che le operazioni turche in Siria abbiano colpito civili e annuncia che il Free Syrian Army (FSA),sostenuto dalle forze corazzate e aeree turche, avanza verso sud e verso ovest dove ha liberato i villaggi di Amarnah, Ayn Al Bayda, Dabisa, Balaban, Suraysat, Jeb-el Kussa, Qiratah, Amerinah e Az-Zahiriyah, tutti situati nella regione di Jarabulus, e i villaggi di Ayyasha, Sheikh Yaqub e Karsanli situati nella regione di al-Rai (Cobanbey).
(con fonte AGI)
Foto AFP, AP e Anadolu
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