EUNVFOR MED: SLITTA L’ADDESTRAMENTO DELLA MARINA LIBICA

Altri guai per l’Unione Europea sul fronte sempre caldo dell’immigrazione illegale. Il lancio del programma di addestramento dei guardiacoste libici da parte della flotta dell’’Unione Europea e annunciato con enfasi dall’Operazione Sophia (Eunavfor Med) è in ritardo perché manca ancora la lista dei nomi dei candidati a tale attività, necessaria affinché le autorità europee possano verificare la lealtà dei militari libici.

Del resto i dubbi sull’affidabilità del personale libico sono più che leciti dopo il flop dei programmi di addestramento dei militari di Tripoli che negli anni scorsi sono stati addestrati in Italia, Turchia e altri Paesi europei per vedere poi parte delle reclute rifiutarsi di tornare in Libia mentre risulta che nessuno dei militari addestrati abbuia poi combattuto lo Stato Islamico.

Il ritardo dei programmi addestrativi della Guardia Costiera libica è stato reso noto ieri dall’agenzia di stampa France Presse che cita fonti diplomatiche.

Il comando di Einavfor Med (guidata dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino) puntava su un inizio effettivo della missione di formazione tra fine settembre e i primi di ottobre.

“Si attende sempre” da Tripoli la lista sul primo centinaio di candidati” hanno riferito due fonti parlando di una questione “complessa” per il governo riconosciuto internazionalmente, sotto la guida di Fayez al Sarraj.
Una volta che la lista sarà consegnata, l’Ue prenderà 20 giorni per verificare i nomi proposti e passarli al filtro “di tutti i database possibili”, hanno spiegato le due fonti.

Di conseguenza, al massimo, la missione potrà prendere il via a metà ottobre. “Stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli con i nostri omologhi libici e procederemo presto”, ha voluto minimizzare una portavoce dell’Ue.

La difficoltà in questo lavoro di selezione dei candidati alla lotta anti-scafisti tra le forze di sicurezza libiche risiede nella fragilità del governo di accordo nazionale (Gna) di al-Sarraj che non controlla nessuna milizia né tanto meno la Guardia Costiera ma forse anche dal fatto che la stessa Eunvfor Med stima che circa la metà del Prodotto Interno Lordo della Tripolitania sia oggi generato dai traffici di esseri umani verso l’Italia.

I candidati devono essere “tra la gente leale al governo di accordo nazionale, che non siano corrotti, anche perché saranno a loro volta formatori e dirigeranno le operazioni sul fronte libico”, ha chiarito una fonte diplomatica europea.

Chiaro quindi che i militari dovranno provenire dalla Tripolitania, regione da cui salpano la gran parte dei gommoni diretti in Italia mentre la Cirenaica è in mano al governo di Tobruk, ostile a quello di al-Sarraj.

“Bisogna trovare guardiacoste che siano sotto l’autorità del governo Sarraj, sapere chi si va a formare e come li si forma” ha rincarato la dose l’altra fonte.

Il programma di addestramento annunciato il 31 agosto scorso, che mirava ad aumentare gli interventi delle forze libiche contro i trafficanti e in soccorso dei migranti che annegano soprattutto all’interno delle acque libiche, prevede tre fasi.

La prima, di durata trimestrale, riguarderà l’addestramento di circa 80 persone, ufficiali già in servizio da almeno due anni che aiuteranno poi ad addestrare altro personale nella seconda fase, che avrebbe dovuto iniziare a dicembre, e che dovrebbe svolgersi fisicamente in strutture ubicate a Malta, Grecia e probabilmente in Italia.

L’addestramento nella seconda fase avrebbe dovuto terminare, secondo il programma, in marzo quando era previsto l’avvio della terza fase che dovrebbe svolgersi invece sulle imbarcazioni libiche e dovrebbe iniziare in marzo.

I libici però non sembrano aver fretta di avviare il programma addestrativo.

L’Operazione Sophia è stata decisa dai leader Ue nella primavera 2015 dopo il naufragio al largo della Libia, in cui morirono 850 migranti che tentavano di raggiungere l’Italia. Avrebbe dovuto combattere i trafficanti ma per ora si è limitata a imbarcare immigrati clandestini da sbarcare in Italia.

Foto: Eunavfor Med, Reuters, al-Jazeera e AFP

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