IL RAPPORTO SULLE CLUSTER BOMBS IN SIRIA E YEMEN

Sono stati almeno 76 gli attacchi in Siria con cluster bombs tra la fine del settembre 2015, quando prese il via l’intervento russo al fianco delle forze di Damasco,  e lo scorso luglio.

Lo ha denunciato il rapporto ‘Cluster Munition Monitor 2016′ che rivela come lo stesso tipo di ordigni a dispersione delle submunizioni continua a essere utilizzato anche in Yemen dalle forze saudite e della Lega Araba che combattono gli insorti sciti Houthi. Ed erano civili circa il 97% delle vittime delle cluster bombs sganciate nel 2015.

La Cluster Munition Coalition (Cmc), che ha diffuso il suo settimo rapporto annuale, ha registrato nel 2015 almeno 417 vittime nel mondo a causa di munizioni cluster: 248 casi in Siria e 104 in Yemen.

“In Siria gli attacchi con munizioni cluster sono aumentati da quando la Russia ha avviato le operazioni militari congiunte con le forze del governo siriano alla fine del settembre 2015″, afferma l’organizzazione.

Lo scorso dicembre Mosca ha negato le accuse di Human Rights Watch (Hrw) secondo cui le forze russe hanno usato bombe a grappolo in Siria.

In Yemen, dove da marzo 2015 interviene la coalizione a guida saudita a sostegno delle forze governative nella battaglia contro i ribelli sciiti Houthi, il gruppo ha registrato 19 attacchi con cluster bomb tra aprile 2015 e lo scorso febbraio.

Anche Riad ha respinto le accuse sull’uso di cluster bombs. Gli attacchi con munizioni cluster in Siria e Yemen stanno provocando sofferenze inaccettabili per i civili, ha denunciato Hrw in occasione della diffusione del rapporto della Cmc.

Secondo l’organizzazione, tra luglio 2012 e luglio 2016 le forze di Damasco hanno utilizzato almeno 13 diversi tipi di munizioni cluster, nella maggior parte dei casi di epoca sovietica, in più di 360 attacchi.      Le munizioni cluster possono essere lanciate da terra con sistemi di artiglieria e razzi o in raid aerei. Esplodono in aria rilasciando submunizioni che vengono disseminata in un’area molto vasta. Molte non esplodono al primo impatto e diventano così terribilmente pericolose, una minaccia che può durare anni.

La Convenzione sulle munizioni cluster del 2008, entrata in vigore due anni dopo, mette al bando a livello globale l’uso, la produzione, l’immagazzinamento e il trasferimento delle munizioni cluster.

Tra i Paesi che non hanno firmato o ratificato la Convenzione vi sono però Russia, Cina Stati Uniti, India, Pakistan, Siria, Afghanistan, Yemen quasi tutti i Paesi arabi e dell’Asia continentale.

(con fonte Adnkronos/Aki)

Foto: Reuters, Ap e web

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