ISRAELE RAFFORZA LA CYBER SECURITY

di Francesco Bussoletti e Alessandro Sperandio Il Velino/AGV

Negli ultimi anni Israele ha subito milioni di cyber attacchi (2 milioni in un solo giorno nel 2014 durante l’offensiva nella Striscia di Gaza) sempre più complessi ed evoluti, ma nessuno di questi ha avuto impatti sulle infrastrutture critiche della nazione o ha causato danni rilevanti.

Ne ha parlato il VELINO con alcune fonti ufficiali dello Stato ebraico, che hanno delineato il sistema (framework) nazionale posto in essere per affrontare le minacce informatiche.

“L’Ecosistema del comparto cyber è una relazione triangolare unica tra le forze militari (le Idf), il mondo accademico e l’industria. Il tutto, chiaramente, con il sostegno e il supporto del governo – hanno spiegato le fonti -.

Oltre 300 nostre aziende si occupano della materia, tanto che nel 2015 l’export di settore è stato pari a 3,5 miliardi di dollari, e detengono il 5 per cento del mercato a livello mondiale.

L’anno scorso hanno anche effettuato acquisizioni di altre realtà per un importo totale di 1,3 miliardi e hanno effettuato investimenti per 500 milioni. Infine, ci sono oltre 25 industrie internazionali con laboratori di ricerca e sviluppo (R&D).

Il 25 per cento delle start-up israeliane che si occupano di sicurezza informatica – ha ammesso la fonte – sono state create da veterani delle unità tecniche e tecnologiche dell’esercito; il 22 per cento da hacker e il 18 per cento da imprenditori del settore della Information Security.

In generale – hanno proseguito le fonti – la nostra industria cyber è nata e si è sviluppata a seguito del fatto che le IDF e le agenzie d’intelligente israeliane hanno previsto i potenziali rischi derivati dall’ambito informatico e si sono mossi di conseguenza.

Le forze armate, infatti, hanno istituito una serie di unità (che poi sono confluite in un unico comando) e dato il via a programmi di addestramento mirati, focalizzati su due branche principali: difesa e attacco.

Per massimizzare l’efficacia della formazione, viene effettuata una rigida selezione dei candidati, tanto che è stata costituita una specie di ‘forza speciale’ con la missione di scovare i migliori talenti che diventeranno esperti di cyber security.

Inoltre, è stato studiato una programma di apprendimento ad hoc, di breve periodo, il quale però fornisce una formazione completa e di elevatissimo livello ai militari, che poi affineranno quanto appreso presso le loro unità”.

Peraltro c’è un flusso costante di candidati, grazie al fatto che “una volta concluso il corso – hanno ricordato da Israele -il militare durante il periodo di ferma prefissata avrà a disposizione il top delle tecnologie e potrà imparare le migliori tecniche operative, diventando un esperto dei più nuovi vettori di attacco e di difesa, prima che questi vengano diffusi sul mercato.

Di conseguenza, una volta concluso il periodo sotto le armi, ad aspettarlo troverà un settore privato molto ricettivo nei suoi confronti”.

A livello “politico” Israele si è mossa già dal 2002 e poi nel 2010 il primo ministro Benjamin Netanyahu annunciò la nascita di una “national cyber initiative” e la costituzione di una task force ad hoc, il cui compito sarebbe stato formulare piani nazionali per far sì che Israele diventasse una delle cinque nazioni leader nel campo della cyber security.

La raccomandazione principale fatta al gruppo fu quella di istituire un ufficio nazionale cyber per promuovere tutte le attività legate al settore, coordinare le agenzie e gli uffici responsabili a vario titolo della materia e fare “advicing” al governo sulle azioni e sulle politiche legate al mondo cyber da un punto di vista ampio, considerando sia gli aspetti militari sia quelli civili.

Nel 2012, inoltre, con un decreto dell’esecutivo, è stato istituito formalmente l’Israeli National Cyber Bureau, dipendente direttamente dal premier e nel 2014 Netanyahu ha reso noto che era stata pianificata la costituzione di un’Autorità nazionale per la sicurezza informatica.

Infine, la Banca Centrale d’Israele è stato il primo istituto finanziario a livello globale a intraprendere un programma di cyber difesa complesso e all’avanguardia.

Non mancano nemmeno numerose collaborazioni a livello internazionale, Stati Uniti e Italia compresi, per accrescere la conoscenza del settore e mettere insieme le forze allo scopo di sconfiggere le cyber minacce.

Nel primo caso è stata recentemente raggiunta un’alleanza sulla cyber defense, grazie alla firma di una dichiarazione congiunta in cui si stabilisce una connettività operativa in tempo reale attraverso i rispettivi Computer Emergency Response Teams (Certs).

‘intesa è stata firmata durante l’annuale Cyber Week all’Università di Tel Aviv (dal 19 al 24 giugno 2016) dal vice segretario del dipartimento per la Sicurezza interna (Dhs) Usa, Alejandro Mayorkas, e da Eviatar Matania, a capo del Direttorato cyber nazionale israeliano (Ncd).

I responsabili delle operazioni di cyber difesa bilaterali saranno rispettivamente Suzanne Spaulding, sottosegretario del Dhs per la protezione nazionale e i programmi, e Buki Carmeli, direttore della Cyber authority nazionale israeliana.

“La dichiarazione esprime la criticità di unire le forze tra i paesi a beneficio di trattare efficacemente con minacce comuni nel settore informatico – rilevava una nota dell’ufficio di Netanyahu, che sovrintende alle attività estere della Ncd, ripresa da DefenseNews . In particolare, esprime l’obbligo dei governi di Israele e degli Stati Uniti di ampliare e approfondire la cooperazione bilaterale nel settore della difesa cibernetica”.

Secondo il documento, Israele sarà uno dei primi paesi a livello mondiale a entrare a far parte dell’Automated Indicator Sharing program di Washington, un sistema gestito dal Dhs che permette la condivisione di indicatori di cyber minacce per operazioni legate alla difesa cibernetica preventive e correttive.

Inoltre, i due paesi si sono impegnati a coordinare i rispettivi piani e processi per permettere la “cooperazione in tempo reale, legata alle informazioni di valore per le operazioni difensive”.

La National Cyber Security Authority israeliana ha cominciato a operare ad aprile, solo pochi mesi dopo che Carmeli è stato nominato a capo dell’organizzazione responsabile per le operazioni di cyber difesa dei Cert.

A settembre il Computer Emergency Response Team sarà attivato a Beersheba, città del sud di Israele definita la “cyber capitale” dello Stato ebraico e “un hub globale per le cyber innovazioni”. La struttura diverrà pienamente operativa entro dicembre.

Nel secondo, è stata scelta Roma per ospitare la Cybertech Europe, che si terrà il 29 settembre in quello che si preannuncia come il più importante evento del settore della difesa elettronica nell’Ue.

Nella presentazione dell’iniziativa si legge che la “recente rivoluzione cyber ha profondamente cambiato il mondo in cui viviamo. Nel corso del tempo, il mondo intorno a noi – dall’ambiente fisico alle infrastrutture critiche che forniscono le basi per la vita nelle nostre città e paesi – è diventato sempre più dipendente da sistemi di informazione e comunicazione per le attività di tutti i giorni.

Insieme alle opportunità che questa dipendenza offre, dà luogo a sofisticati nemici e minacce che sono più complessi rispetto al passato” e “che vengono perfezionate e raffinate metodicamente.

Di fronte a questi nemici e minacce, gli individui, le organizzazioni e gli Stati sono tenuti a produrre soluzioni uniche innovative, in grado di migliorare la resistenza e la resilienza dei sistemi sensibili su cui si basano su ogni giorno. A questo scopo, è essenziale mantenere, il costante contatto diretto con il gli ultimi sviluppi e cambiamenti del mercato informatico”.

Cybertech Europe si inserisce proprio in questo contesto. nell’occasione, i governi e le principali aziende italiane, europee e israeliane si incontreranno per discutere e analizzare le ultime innovazioni, tecnologie e soluzioni cyber. la conferenza, peraltro, fa parte di Cybertech: dal 2014 è uno dei principali circuiti di eventi legati al settore in tutto il mondo. Da Tel Aviv a Singapore, a Toronto.

Tanto che la conferenza in Israele (26-27 gennaio 2016) è stata il più grande summit a livello mondiale, legato alle soluzioni cyber al di fuori degli Stati Uniti. I partecipanti sono stati oltre diecimila da più di 50 nazioni, Italia compresa; presenti anche centinaia di aziende e startup da tutto il mondo.

Foto: AP, Reuters, ational Cyber Security Authority

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