KERRY VS ASHTON SULLA COOPERAZIONE COI RUSSI IN SIRIA
AdnKronos – Il piano concordato nei giorni scorsi da Russia e Stati Uniti sulla Siria non piace al Pentagono. L’intesa raggiunta a Ginevra dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e dal segretario di Stato americano John Kerry ha reso ancora più evidente una crescente diversità di visioni di quest’ultimo con il segretario della Difesa Ashton Carter, scrive il New York Times rendendo noto che lo stesso segretario di Stato, in privato ad amici e stretti consiglieri, confessa di non avere molte speranze sul funzionamento dell’accordo.
Ashton Carter ha fatto un ultimo sforzo, con una lunga conference call con Barack Obama, per bloccare l’accordo a cui il presidente ha poi invece dato il via libera.
Ma la condivisione di informazioni per operazioni contro obiettivi comuni in Siria continua a lasciare scettico il Pentagono, soprattutto perché lo scambio potrebbe essere impiegato dai russi per capire come gli americani usano l’intelligence per i loro raid, anche in teatri diversi da quello siriano.
E non è cosa da poco, visto che sarà poi la difesa a doversi coordinare con i russi per le operazioni congiunte. Il Pentagono ieri non accettava neanche l’idea che dopo sette giorni dall’entrata in vigore della tregua, lunedì, dovrà iniziare a scambiare informazioni con Mosca sugli obiettivi dell’Is in Siria”.
“Non sto dicendo né sì né no. Sarebbe prematuro dire che ci saltiamo dentro”, ha dichiarato il generale Jeffrey Harrigian, comandante del comando centrale per l’aeronautica.
Abbiamo ragioni per essere scettici sulla capacità dei russi, o la loro effettiva volontà, di attuare l’accordo in modo coerente a come è presentato, ma vedremo”, ha aggiunto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest lunedì.
“Come ha detto Carter, Kerry ha lavorato senza tregua per cercare di alleviare le sofferenze dei siriani e per avvicinare una soluzione diplomatica della guerra civile. Se completamente attuato, questo accordo può avvicinare questi obiettivi importanti”, il commento del portavoce del Pentagono Peter Cook.
foto AFP, USA Today e Ministero Difesa Russo
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