MISSIONE UE IN SOMALIA: INTERVISTA AL GENERALE MORENA

Una guerra civile infinita, povertà diffusa, condizioni di vita precarie, le elezioni rimandate per l’ennesima volta, una minaccia jihadista (Shabab e ora anche lo Stato Islamico) che continua a permanere elevata nonostante gli sforzi internazionali (e i frequenti raid statunitensi) e, in prospettiva, l’annunciato ritiro della missione africana che in questi anni ha sostenuto il governo di Mogadiscio e impedito il collasso delle sue deboli forze.

La situazione in Somalia resta esplosiva e ricca di incognite. Analisi Difesa ne ha parlato con il generale di brigata Maurizio Morena, paracadutista dal 21 marzo di quest’anno alla testa della missione europea di addestramento e supporto alle forze somale EUTM (European Union Training Mission) Somalia che da oltre due anni è a guida italiana.

Quali sono gli obiettivi raggiunti, le potenzialità e criticità della Missione EUTM Somalia?

Dalla fine di agosto la missione ha cambiato il focus dell’addestramento, passando da addestramento individuale a quello di unità, pur mantenendo una importante presenza nell’attività di Mentor e Advise al livello Ministero Difesa.

La missione al momento è impegnata ad addestrare una compagnia di fanteria leggera costituita da militari provenienti dalle diverse regioni della Somalia ad eccezione del Puntland, unicamente per problemi logistici connessi con il loro trasporto.

Questo è un risultato notevole perché la compagnia sarà impiegabile su tutto il territorio somalo indipendentemente dalla regione di provenienza dei militari (è il primo embrione di un Esercito Somalo Nazionale e non regionale).

La compagnia raggiungerà la piena operatività a gennaio. Questo risultato notevole ha risvegliato gli interessi degli Stati Membri sulla missione che sembra essere rinvigorita e supportata, e naturalmente sul Corno d’Africa.

Se siamo riusciti ad ottenere questo risultato è stato anche grazie ad un interessamento sempre crescente dello Stato Maggiore somalo che si è dimostrato estremamente collaborativo e supportivo sia nella fase di pianificazione che nella fase di esecuzione ed alla fattiva collaborazione di organizzazioni internazionali quali UNSOM e UNSOS che ci hanno consentito la movimentazione delle forze da addestrare.

Per il prossimo anno pensiamo di continuare questo stesso tipo di attività addestrativa con l’obiettivo di veder formato entro dicembre del prossimo anno un battaglione dell’Esercito Somalo.

Nonostante l’impegno addestrativo di EUTM Somalia e lo sforzo bellico compiuti dalle truppe somale, quelle di AMISOM e statunitensi le milizie al-Shabab (AS) sembrano ancora molto forti e in grado di colpire anche a Mogadiscio.

E’ vero che Al-Shabab è presente in città, ma il numero di attentati è drasticamente diminuito, ma come può immaginare la sicurezza di Mogadiscio non ricade nelle responsabilità dell’Esercito (anche se c’è una grossa presenza) ma delle forze di polizia.

Fino al mese di agosto, e per circa un anno e mezzo, EUTM ha condotto addestramento individuale e non di reparto e quindi non direttamente finalizzato all’impiego operativo, vediamo con il prossimo mandato quale sarà l’impatto nel settore SSR delle unità addestrate da EUTM.

Le unità che EUTM andrà a costituire nei prossimi mesi sono quelle previste dal Piano Operativo Gulwaade approvato dalle Nazioni Unite e che prevede la sostituzione delle Forze di AMISOM con quelle dell’Esercito Nazionale Somalo (SNA), una volta che le precedenti hanno liberato il territorio da AS.

Una volta stabilizzata la situazione sarà compito della polizia mantenere l’ordine e la sicurezza. A Mogadiscio la situazione è più complessa in quanto crocevia di numerosi interessi ed intrecci.

Il flop delle elezioni in Somalia potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità del governo e soprattutto sulla sicurezza?

Stando alle comunicazioni ufficiali il processo elettorale che porta alla formazione della Camera Alta, Camera Bassa ed elezione del Presidente è stato rimandato di un solo mese e c’è una forte pressione della Comunità Internazionale affinchè questa ultima scadenza venga rispettata.

E’ chiaro che la sicurezza in tutta Mogadiscio ne risente sia per i tentativi di AS di minare lo svolgimento del processo elettorale, sia per le dispute tra i diversi contendenti. In merito al processo elettorale c’è da tenere presente che non si tratta di elezioni a suffragio universale (one man one vote), ma riservate solo a pochi scelti dagli elders delle varie regioni.

Certamente rappresentano un passo avanti anche se non così spinto come ci si aspettava.

Il Governo Federale della Somalia è costantemente consigliato dalla Comunità Internazionale con la quale ha ampi e consolidati forum di discussione.

Foto: Eutm-Somalia, Askanews, AP e Adnkronos

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