NICHOLSON AMMETTE LA DEBOLEZZA DELLE FORZE AFGHANE
La leadership debole di numerose unità dell’esercito e della polizia afghani hanno portato a un tasso particolarmente elevato di vittime tra le forze governative.
Lo ha detto ieri il generale statunitense John Nicholsonalla guida delle forze USA in Afghanistan e dell’operazione NATO Resolute Support di addestramento e consulenza alle truppe di Kabul.
“Siamo molto preoccupati dal numero elevato di vittime”, ha detto alla stampa, aggiungendo di aspettarsi per l’anno in corso “perdite uguali, o leggermente superiori” rispetto al 2015 quando oltre 5.000 uomini delle forze afgane vennero uccisi e almeno 15.000 feriti negli scontro con i talebani.
“Uno dei motivi principali dell’alto numero di perdite è la leadership, le debolezze del comando a certi livelli. Soprattutto nella polizia, meno nell’esercito”, ha aggiunto il generale.
Parlando dal quartier generale della Nato a Kabul, Nicholson ha riconosciuto l’impegno dei singoli militari, denunciando come questi siano spesso resi vulnerabili dalla debolezza dei vertici.
“Questi giovani agenti di polizia che muoiono ai check-point non hanno sempre abbastanza da mangiare, o acqua, o munizioni e i loro leader non sono sempre al loro fianco”, ha sottolineato, denunciando la corruzione al ministero dell’Interno.
Sono oltre 13.000 i militari occidentali,di cui quasi 10.000 americani e 900 italiani, presenti in Afghanistan nell’ambito e della forza da combattimento e antiterrorismo statunitense e dell’Operazione Resolute Support volta ad addestrare e a sostenere le forze afgane contro i talebani che negli ultimi mesi hanno allargato le aree sotto il controllo assediando tra l’altro i capoluoghi delle province ad alto tasso di coltivazione di papaveri da oppio di Helmand e Farah.
I terreni coltivati a papavero da oppio in Afghanistan sono del resto aumentati del dieci per cento, a 201mila ettari, nel 2016, come ha confermato il rapporto annuale dell’Ufficio dell’Onu per il controllo degli stupefacenti e la prevenzione della criminalità (Unodoc) in cui si prevede un aumento del 30 per cento dei raccolti e della produzione di oppio del 43 per cento, a 4.800 tonnellate.
L’aumento è dovuto alle condizioni meteo favorevoli, alla perdita di controllo della sicurezza in molte aree da parte del governo e al calo del sostegno della comunità internazionale alle operazioni contro gli stupefacenti.
Le operazioni per lo sradicamento delle coltivazioni di oppio sono infatti scese del 91 per cento e nel corso di tali operazioni lo scorso anno sono morte otto persone e sette sono rimaste ferite.
La provincia di Helmand è quella che rende conto della metà della produzione nazionale ed è tornata per la quasi totalità sotto il controllo talebano.
Foto Resaolute Support e Isaf
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.