In azione i caccia imbarcati dell’Admiral Kuznetsov

Sono almeno 30 i militanti dell’ex Fronte al-Nusra (oggi Fronte Fatah al-Sham)) deceduti lo scorso 15 novembre a seguito di attacchi aerei condotti dai caccia imbarcati Sukhoi Su-33 (“Flanker-D” per la NATO) decollati dalla portaerei Admiral Kuznetsov.

A riferirlo all’agenzia Interfax è stato il generale Igor Konashenkov portavoce del ministero della Difesa russo che ha dichiarato: – “Diversi canali di intelligence hanno confermato che a seguito di un massiccio attacco condotto dai nostri Su-33 imbarcati sono stati eliminati nella provincia siriana di Idlib non meno di trenta terroristi tra cui i noti signori della guerra Muhammad Helala, Abu Jaber Harmuja e Abul Baha Al-Asfari; quest’ultimo – ha proseguito Konashenkov – aveva il compito di unire le rimanenti riserve di raggruppamenti di Fatah al-Sham nelle province di Aleppo e Hama, oltre ad essere il principale responsabile della pianificazione e della progettazione di nuovi attacchi di militanti ad Aleppo.”

Benchè nato come caccia intercettore il Su-33 ha la possibilità di imbarcare armi aria terra come bombe a caduta libera ad alto esplosivo FAB-100/250/500, cluster bombs RBK-100/250/200 e razzi guidati S-8KOM/OM/BM da 80 mm, S-13T/OF da 122 mm o razzi singoli S-25-OFM-PU da 266 mm, e persino missili antiradar Kh-31P e missili antinave Kh-31A, Kh-41 e Kh-59MK.

Secondo gli inviati di RT (Russia Today) presenti a bordo tuttavia, i Su-33 hanno operato in queste missioni specificatamente con bombe a caduta libera da 500 chili.

Restano nell’ombra mediatica invece i multiruolo MiG-29K imbarcati, certamente più adatti a queste missioni da attacco al suolo ma probabilmente penalizzati da un’autonomia ridotta rispetto ai Flanker navali, senza contare la recente perdita di un Fulcrum avvenuta in fase di appontaggio quasi certamente per problemi meccanici riscontrati subito dopo il decollo per una missione operativa nei cieli siriani.
Il pilota si è eiettato per fortuna senza riportare lesioni ed è stato prontamente recuperato dalla componente SAR ad ala rotante di stanza sull’Admiral Kuznetsov.

Foto: Marina Russa

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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