L’impatto di Trump sugli scenari globali
Con l’ascesa al potere del tycoon americano, si annuncia un cambiamento dello scenario globale che le cassandre dell’intellighentia della costa East e West americana hanno previsto terribile, per gli Stati Uniti, per l’Europa e per l’Asia.
Eppure qualche avveduto analista ha predetto che “non tutto il Trump viene per nuocere”. L’isolazionismo, il protezionismo, annunciato nella campagna elettorale e pertanto fuori ancora dalla Stanza Ovale della Casa Bianca, si stempererà, troverà la sua misura quando l’uomo sarà al governo della prima economia mondiale, tallonata freneticamente dalla seconda, quella di Xi Jinping.
Le concertazioni asiatiche ed europee di Obama, Trans-Pacific Partnership (TPP) e Transatlantic Trade and Investment Partnership (TIPP), difficilmente saranno applicate. Lo stesso NAFTA (North American Free Trade Agreement), subirà una revisione.
Si annuncia una dura trattativa sui rapporti commerciali USA-UE e sulla ripartizione dei costi della NATO, certamente nella mano decisionale del Pentagono, ma anche per il 40% a carico del budget della Difesa americana.
La stretta sugli esborsi americani per lo scenario di difesa euro atlantica, potrebbe dare il via ad uno sviluppo positivo di una cooperazione unitaria delle Forze Armate europee; le stesse industrie degli armamenti francesi, inglesi, tedesche e italiane, potrebbero trovare incremento dall’isolazionismo e stretta di spesa per la difesa europea annunciata da Trump.
L’approccio “monroviano” allo scenario globale dovrà tener conto della nuova e moderna Cina di Xi Jinping, ad iniziare da una difficile applicazione di dazi protezionistici verso i prodotti cinesi per il mercato statunitense.Sono in gioco contratti multimiliardari per l’acquisizione da parte delle linee aeree civili cinesi di 6.000 aerei Boeing, mezzi che potrebbero essere acquistati sul mercato Airbus europeo. La Cina potrebbe mettere in discussione le importazioni dei prodotti tecnologici innovativi americani e, non ultimo, Pechino potrebbe ancora mettere sul mercato finanziario internazionale i titoli del debito pubblico americano in suo possesso.
L’isolazionismo pronunciato da Trump non avrà effetti negativi sul “Sistema Difesa” americano, anzi ne accentuerà le potenzialità, sia terrestri che aeronavali, per non parlare di quelle cibernetiche e spaziali.
Le quotazioni delle società e delle industrie dell’enorme comparto americano Difesa, sono immediatamente salite il giorno dopo la vittoria elettorale di Trump, e le quotazioni della Borsa di Wall Street hanno subito un impennata che continua imperterrita, nonostante le cassandre previsioni dei media americani.
In pratica si tratterà di un isolazionismo attivo, di un protezionismo bilanciato tra Cina e USA, ma anche con il Giappone e Corea del Sud, dove la spesa militare americana di difesa dell’Estremo Oriente, per un ipotetica minaccia cinese, potrà influenzare ogni trattativa commerciale tra Washington, Tokio e Seul.
Una linea di difficile equilibrio sarà quella che segnerà i rapporti USA-Russia. Trump e Putin sono due leader dai profili psicologici con diversi punti in comune, come decisione e determinazione politica. Diversa la comunicazione: altisonante e spregiudicata da uomo di successo commerciale, quella di Trump; più controllata e meno istrionica ma più sottile incisiva e quella dell’ex KGB Putin.
Gli effetti e le ripercussioni della “sorpresa Trump” la potremo saggiare anche nel Mediterraneo nei prossimi giorni, dall’1 al 3 Dicembre 2016, quando si svolgerà la seconda edizione di “Med Dialogues-Beyond Turmoil, a Positive Agenda”. Vi parteciperanno 40 tra Capi di Stato, Ministri e leader di organizzazioni internazionali e della società civile.
I temi da affrontare riguardano la cooperazione tra Paesi del Mediterraneo per la sicurezza, lo sviluppo, migrazione e cultura. Il MED di Roma dà all’Italia la possibilità di porsi in primo piano sullo scenario mediterraneo per ricercare una real politik in grado di affrontare i temi in discussione. L’elezione di Donald Trump, apre la possibilità ad un riassetto degli equilibri nel bacino del Mediterraneo e nel vicino Medioriente, specialmente se si instaurerà un differente rapporto tra Stati Uniti e Russia rispetto a quello quasi imposto da Obama ai Paesi dell’Unione Europea, e caldeggiato dalla NATO.
Simone BaschieraVedi tutti gli articoli
Istriano classe 1940, ufficiale paracadutista e incursore, ha partecipato ad operazioni in Italia, Libano, Somalia, Bosnia, Albania e Antartide. Lasciato il servizio attivo si occupa di ricerche storiche e geopolitiche. Tra i suoi libri scritti per l’Editore ETS figurano: Libano 1982-1984; Alto Adige-Südtirol 1966-1971; Trieste-Antartide 1987-1987; Huandoy 1986-1987; Prigionia Evasione e Fuga; Afghanistan; Guerre Islamiche; Putin dal KGB al Cremlino; Il 2013 di Obama II e Putin III; Putin 2014-2015; Libia bel sul d’amore 2016.