Trump abbandonerà i ribelli siriani respinti ad Aleppo
Le forze fedeli al regime siriano hanno riconquistato tutte le zone occidentali di Aleppo cadute di recente in mano ai ribelli che avevano lanciato un’offensiva per tentare di rompere l’assedio nei quartieri orientali.
Lo hanno riferito gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), ong vicina all’opposizione con sede in Gran Bretagna. Secondo gli attivisti, il regime ha ripreso il quartiere sud-occidentale di Dahiyat al-Assad e il vicino sobborgo di Minyan.
I ribelli, tra i quali figura anche la milizia ex qaedista Jabhat Fatah al-Sham (ex Fronte al-.Nusra), avevano lanciato una nuova offensiva a fine ottobre dopo quella che ad agosto gli aveva consentito di aprire per un breve periodo un corridoio per far entrare aiuti e rinforzi che poi era stato richiuso dal contrattacco governativo.
In pratica negli ultimi giorni sono stati azzerati tutti i progressi militari compiuti dagli insorti. Sempre stando all’Ondus i combattimenti sono costati la vita complessivamente a oltre 450 persone.
Quasi cento i civili uccisi, di cui 29 erano bambini. Tra i lealisti i morti sono stati 143, tra gli insorti 215, compreso un imprecisato numero di foreign fighters.
Brutte notizie per gli insorti siriani anche da Washington. L’Amministrazione Trump sembra intenzionata a interrompere il sostegno ai ribelli cosiddetti ‘moderati’ che combattono in Siria contro il regime del presidente Bashar al-Assad.
“Non abbiamo idea di chi siano queste persone”, ha dichiarato il presidente eletto, Donald Trump, ribadendo un concetto più volte espresso in campagna elettorale, ovvero che l’obiettivo degli Stati Uniti è sconfiggere il sedicente Stato islamico (Is).
“Riguardo alla Siria ho avuto una visione opposta a quella di molte persone”, ha affermato il tycoon in un’intervista al Wall Street Journal, prevalentemente incentrata su temi economici.
“Il mio approccio è che si sta combattendo la Siria, la Siria sta combattendo l’Is e ci si deve sbarazzare dell’Is. La Russia ora è totalmente allineata con la Siria e ora c’è l’Iran, che sta diventando potente, a causa nostra, e che è allineato con la Siria”.
Secondo un’analisi del Washington Post, le dichiarazioni di Trump suggeriscono che il presidente potrebbe ridurre o abbandonare completamente il sostegno ai ribelli anti-Assad, gran parte del quale avviene attraverso la Cia.
Ma questo non significa che Washington interromperà indistintamente gli aiuti all’opposizione.
Ci sono, infatti, due guerre che i ribelli stanno combattendo simultaneamente in Siria.
La prima è quella contro l’Is. Gli Usa, attualmente, stanno fornendo aiuto a 30mila miliziani delle Forze democratiche della Siria (Fds), un’alleanza curdo-siriana che combatte i jihadisti e che nei giorni scorsi ha annunciato l’inizio di un’offensiva per riprendere Raqqah, città della Siria settentrionale e ‘capitale’ dell’Is.
Ci sono approssimativamente 300 uomini delle forze speciali Usa che stanno aiutando la milizia sul campo di battaglia. Il sostegno alle Fds appare al momento garantito.
La seconda guerra è quella che i ribelli combattono contro Assad. A queste forze, ha spiegato il Washington Post, la Cia fornisce missili anticarro.
Questo è il programma che Trump intende sospendere. Se si continuasse su questa linea, ha aggiunto il presidente eletto al Wsj, “finiremmo con il combattere la Russia e combattere la Siria”.
A sostegno della tesi di chi intende porre fine al sostegno di questi gruppi armati di opposizione c’è il fatto che, per garantirsi la sopravvivenza, hanno stretto alleanze sul campo di battaglia con la filiale di al-Qaeda in Siria, precedentemente nota come al-Nusra ed ora come Fatah al-Sham. Ciò ha permesso ad Assad e alla Russia di sostenere che stanno combattendo al-Qaeda e che gli Stati Uniti dovrebbero aiutarli in questa lotta.
Intanto la portaerei russa Ammiraglio Kuznetsov (che imbarca aerei ed elicotteri da combattimento SU-33, MiG-29KR, MiG29-KUBR e Ka-52K) e il gruppo navale che la accompagna “hanno raggiunto le coste siriane” come ha annunciato il comandante della Kuznetsov, Sergey Artamonov, al canale tv pubblico Rossiya 1.
L’arrivo dei rinforzi marittimi al dispositivo militare russo in Siria, che ha destato allarme in particolare della Nato, è considerato un segnale dell’imminente affondo russo a sostegno del regime siriano nella riconquista di Aleppo.
“Le navi del gruppo della portaerei russa sono arrivate nella zona designata nell’Est del Mediterraneo.
Stanno compiendo tutte assieme i compiti assegnati, navigando nelle acque ad Ovest della Costa siriana”, ha detto Artamonov.
Il Cremlino aveva annunciato già la scorsa estate che la Kuznetsov avrebbe partecipato alle operazioni contro lo Stato islamico per quattro mesi a partire da ottobre.
(con fonte Adnkronos)
Foto: Ministero Difesa Russo, AP, AFP e Reuters
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