Frontex vara la Guardia Costiera europea

Frontex ha invitato il 30 novembre i Paesi dell’Unione europea a fornire il personale per i primi equipaggi multinazionali da dispiegare all’inizio del 2017 in vista della trasformazione dell’agenzia europea in un vero corpo di guardia costiera. La richiesta è stata rivolta ai Paesi che già hanno una guardia costiera, ma anche a quelli privi di accesso al mare, come Ungheria, Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia, stando a quanto precisato alla France presse da Ewa Moncure, portavoce dell’agenzia europea oggi responsabile del controllo delle frontiere esterne dell’Ue.

I Paesi dell’Ue hanno tempo fino al 15 dicembre per rispondere alla richiesta di Frontex. Gli equipaggi multinazionali saranno dispiegati su tre motovedette, fornite da Finlandia, Francia e Romania, che “”andranno dove lo richiede la situazione””, ha aggiunto la portavoce. Attualmente, Frontex utilizza imbarcazioni fornite dai Paesi membri con il proprio equipaggio. Nelle operazioni di soccorso dei migranti, Frontex impiega 15 navi nei pressi delle isole greche del Mar Egeo (Operazione Poseidon) e un’altra decina al largo delle coste italiane (Operazione Triton).

La creazione di equipaggi multinazionali “segna un passo concreto nella nostra trasformazione in Agenzia europea delle frontiere e di guardia costiera”, ha detto il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri. “Questa soluzione ci consentirà di essere più efficaci” perchè “consentirà ai Paesi membri di fornire le navi… per un periodo più lungo, senza essere obbligati a impegnare un gran numero di persone”, ha spiegato Leggeri, perchè “il resto dell’equipaggio arrivare da altri Stati membri in un vero spirito di cooperazione europea in mare”.

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L’Ue ha assegnato nuovi compiti e più fondi a Frontex, il cui bilancio è stato triplicato quest’anno; oltre al compito di proteggere le frontiere e salvare vite umane, Frontex dovrà allertare le autorità su attività sospette, inquinamento, contrabbando di sigarette e pesca illegale.

Quello che Frontex e Leggeri non hanno spiegato è come verrà impiegata la Guardia Costiera europea. Disporre di flotte ed equipaggi multinazionali della Ue non ha un gran senso se poi li si impiega per favorire i traffici illeciti e l’arricchimento dei criminali trasportando in Europa gli immigrati clandestini che proprio per questo hanno pagato i trafficanti in Turchia e Libia.

Senza una precisa determinazione della Ue e dei singoli Stati che la compongono a respingere gli immigrati illegali e a contrastare i criminali la nuova struttura di Guardia Costiera Ue rischia di fare la fine dell’operazione navale europea Eunavfor Med/Operazione Sophia o della stessa flotta di Frontex (Oprazione Trition) che insieme alla flotta italiana dell’operazione Mare Sicuro contribuiscono in modo determinante al business dei trafficanti e incoraggiano nuovi e crescenti flussi migratori illegali dall’Africa.

(con fonte Askanews)

Foto Frontex

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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