“Heart of Asia Conference”: Kabul rafforza i rapporti con India e Iran
La “Heart of Asia Conference”, arrivata alla sesta edizione, è un’iniziativa lanciata nel 2011, a Istanbul, con l’obiettivo primario di garantire la pace e la sicurezza in Afghanistan, favorire la cooperazione tra l’Afghanistan e i suoi vicini per affrontare la sfida comune del terrorismo, nonché per promuovere l’integrazione regionale. I paesi membri partecipanti sono: Azerbaijan, Cina, India, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Russia, Arabia Saudita, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan ed Emirati Arabi Uniti. Questa iniziativa è supportata anche da altri paesi, tra cui Stati Uniti e Unione europea.
Quest’anno, la conferenza si è svolta, dal 3 al 4 dicembre, nella città settentrionale indiana di Amritsar, nel corso della quale sono state rilasciate alcune dichiarazioni, anche molto forti, come quella del presidente afghano, Ashraf Ghani: “l’insurrezione dei talebani in Afghanistan non sarebbe durata senza il sostegno del Pakistan”. Ghani ha chiesto anche l’istituzione di un fondo per combattere l’estremismo.
Il Presidente afghano ha lanciato una dura accusa al Pakistan. Le relazioni tra i due paesi sono state messe a dura prova a causa dell’aumento degli attacchi dei militanti talebani. Ghani ha sottolineato che, nel corso dello scorso anno, il suo paese ha subito, a causa di questi attacchi, il più alto numero di vittime civili e militari, definendo il fatto come “inaccettabile”.
Nel suo intervento alla conferenza, un alto funzionario del ministero degli esteri del Pakistan, Sartaj Aziz, ha dichiarato che la situazione della sicurezza in Afghanistan è complessa ed è “semplicistico” biasimare un paese per la recente ondata di violenza. Aziz ha chiesto “una visione oggettiva e globale.”
Il primo ministro indiano Narendra Modi, ha evidenziato le sue preoccupazioni per il supporto che il terrorismo riceve nella regione senza menzionare direttamente il Pakistan, ma ha chiesto un’azione risoluta per combattere, non solo contro le forze del terrorismo, ma anche contro coloro che lo sostengono, riparano, addestrano e finanziano. Ha concluso sottolineando che la violenza terroristica mette in pericolo non solo l’Afghanistan, ma l’intera regione.
L’India ha accusato, in diverse occasioni, il Pakistan di sostenere i gruppi terroristici che conducono attacchi violenti nel paese. Il Pakistan nega le accuse sottolineando che anch’esso è vittima degli stessi attacchi.
Una risoluzione, adottata al termine della conferenza, ha riconosciuto che il terrorismo è forte per il sostegno che riceve nella regione e ha chiesto la fine immediata di ogni tipo di supporto, compreso il finanziamento.
Oltre alle accuse verso i paesi che sostengono il terrorismo, a margine della conferenza, ci sono state anche occasioni per ribadire la volontà di proseguire i crescenti rapporti tra paesi amici, come India e Afghanistan, che nell’occasione avrebbero deciso di istituire un collegamento aereo (cargo) che incrementi la connettività di Kabul con i mercati chiave.
Esso contribuirà ad aumentare il commercio, che è limitato a causa di ostilità politiche tra India e Pakistan. Al momento Kabul può inviare in India, via terra attraverso il Pakistan, solo un numero limitato di merci, ma le importazioni dall’India non sono autorizzate lungo questo percorso.
Come riportato in un articolo del think tank Nodo di Gordio, il completamento del progetto del porto iraniano di Chabahar potrebbe risolvere questi problemi e diventare il gateway dell’India per l’Afghanistan, l’Asia centrale, il mercato russo e infine quelli europei. Lo sviluppo del porto e il potenziamento delle infrastrutture circostanti sono essenziali per l’India per accedere ai ricchi mercati energetici e minerali, trasformando l’Iran in un alleato fondamentale.
Le relazioni bilaterali tra Afghanistan e India sono tradizionalmente forti e cordiali e l’importanza di questi rapporti è stata sottolineata in diverse occasioni, soprattutto all’inaugurazione della Diga di Salma, lo scorso mese di giugno, quando è stata assegnata al premier indiano, Modi, la più alta onorificenza civile afghana, in riconoscimento del continuo sostegno fornito al paese.
Gli indiani stanno lavorando in vari progetti per la ricostruzione dell’Afghanistan. I due paesi hanno firmato, nel 2012, un accordo di “partnership strategica” e New Delhi ha fornito molti aiuti a Kabul dalla caduta dei talebani e ha già investito diversi miliardi di dollari nel paese. L’India, oltre alla conclusione del progetto energetico della Diga di Salma, nella provincia di Herat (costato 290-milioni di dollari), è coinvolta in altri progetti importanti e potrebbe fornire, negli investimenti a lungo termine, assistenza tecnica nel settore minerario, tessile e delle tecnologie dell’informazione.
Naturalmente New Delhi spera in una stabilità del paese, perché fondamentale non solo per continuare a fare investimenti ma necessaria per la sicurezza dell’intera regione.
Foto: TPI e Nodo di Gordio
Elvio RotondoVedi tutti gli articoli
Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.