La Bulgaria si rivolge (indirettamente) a Mosca per i motori dei MiG-29

Proseguono i lavori di ammodernamento della flotta di vecchi caccia MiG-29 della forza aerea Bulgaria.
Come ampiamente trattato in questa rubrica, il governo di Sofia aveva concluso un accordo con la Polonia per la riparazione di sei motori, incluso un prestito di due motori di proprietà polacca per un biennio, del valore di circa 12 milioni di Lev bulgari (pari a 6 milioni di euro). Accordo fortemente contestato dall’aziebnda russa RAC MiG per violazione sui diritti esclusivi di sviluppo e produzione del MiG-29.

Lo scorso marzo il governo bulgaro ha approvato un piano di 2,4 miliardi di lev (1.2 miliardi di euro) per migliorare lo stato complessivo della Difesa nazionale, mentre il 2 novembre lo stesso governo ha deciso un secondo stanziamento pari a 15,4 milioni di lev (circa 7.860.000 euro) per garantire specificatamente l’effuicienza e le condizioni operative dei MiG-29 appartenenti alla Forza Aerea Bulgara.

Un finanziamento aggiuntivo, secondo il quotidiano locale Sofia Globe, necessario a mantenere e sviluppare le capacità dell’Aeronautica bulgara, assicurare la sovranità sullo spazio aereo e al fine di provvedere all’implementazione dei meccanismi di politica e difesa collettiva della NATO e della sicurezza e della difesa comune dell’UE.

A seguito di una nuova gara d’appalto relativa alla fornitura di 10 motori RD-33 (di cui “quattro nuovi e sei aggiornati” – recita l’accordo), la società bulgara Aviostart Sofia ha visto aggiudicarsi la commessa del valore complessivo di 23.750.000 dollari.

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La Aviostart Sofia è una società nata nel 1999 che vede il suo core business nei voli charter e che, secondo quanto stabilito dal contratto, dovrà essere in grado di fornire i primi due motori entro la fine di aprile 2017, completare la rimanente serie entro un anno dalla chiusura della gara, nonché garantire una vita operativa di almeno sei anni per ciascun motore. Sembra quasi certo però, come ipotizzato anche da numerosi organi di stampa nazionali ed esteri, che i motori in realtà saranno realizzati (e/o aggiornati) in Russia dalla RAC MiG e dunque Aviostart Sofia sarebbe in un certo senso una società locale incaricata semplicemente di installare i motori sui Fulcrum bulgari.

Questa nuova scelta sembra insomma una risposta alle polemiche sorte in Russia dopo la decisione di far riparare i motori dei MiG-29 in Polonia poiché si trattò allora di un accordo senza il consenso del costruttore MiG e quasi certamente realizzato sulla base delle pressioni ricevute dalla NATO e dalla UE che intendevano colpire ed affossare qualsiasi commessa che vedesse Mosca coinvolta.

Interessante a tal proposito la dichiarazione resa in merito a Sputnik Polonia da Nikolay Podchasov, analista del Russian Institute for Strategic Studies.  “Per quanto ne so, la Polonia non ha alcuna licenza per la riparazione dei motori dei MiG russi, e la decisione del ministro bulgaro di effettuare quest’operazione in Polonia apparve allora certamente controversa poiché non rispettava le norme internazionali. A causa della notevole risonanza pubblica che il fatto suscitò il ministro fu costretto a inventare delle subdole scuse, tra cui anche una storia di tangenti, che fece cambiare idea all’entourage bulgaro in favore della Polonia; per inciso, lo stesso ha poi ritrattato queste affermazioni e tutte le accuse sono cessate in un baleno.”

In realtà l’affermazione più importante resa da Podchasov riguarda proprio il contratto siglato lo scorso anno: le riparazioni polacche potrebbero essere state bloccate proprio in virtù del ricorso legale minacciato da RAC MiG poiché, prosegue l’analista russo.

“Se quest’azione legale potrebbe significare la perdita di profitto per le fabbriche polacche, c’è anche da considerare che quelle derivanti da eventuali cause intentate dalla Russia contro le stesse per le riparazioni non autorizzate potrebbero essere certamente più elevate.”

Il punto focale di quest’intricata storia resta però la disponibilità attuale operativa dei MiG-29 bulgari sempre più risicata, poiché secondo dichiarazioni rese dalla Difesa di Sofia, l’Aeronautica dispone oggi di soli nove MiG-29 operativi e quest’ultimo accordo permetterebbe di aumentarne la disponibilità a quattordici. Sembra chiaro insomma che il bisogno di caccia (nuovi o usati) per la Forza Aerea bulgara si faccia sempre più impellente e inderogabile e in tal senso è molto probabile che Mosca sarà quasi certamente interpellata, oggi più che mai dopo la recentissima vittoria del candidato filorusso Generale Rumen Radev, ex capo dell’Aeronautica Militare nonché pilota esperto del MiG-29, alle elezioni presidenziali.

Foto:  Aeronautica Bulgara

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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