CONTRACTORS AIR FORCE
Dopo aver calpestato i principali e sanguinosi campi di battaglia – o di pace! – del Mondo, i contractors si stanno facendo sempre più largo in una nuova dimensione: quella aerea. Ad alcune società private è stato appunto affidato il compito di partecipare all’addestramento dei piloti americani con i propri mezzi, impersonando forze aeree nemiche nei dogfights: i duelli aerei. Di per sé la notizia non sarebbe così eclatante, giacché la U.S. Navy sta adottando tale pratica da più di 20 anni, se non fosse che vere e proprie forze aeree private sono ormai disponibili sul mercato, al miglior offerente; un campanello d’allarme, quindi, per non ritrovarsi impreparati all’ennesima evoluzione incontrollata della privatizzazione della guerra, avverte Laura A. Dickinson della George Washington University.
La guerra civile libica, le operazioni contro Boko Haram, le ostilità in Sud Sudan, gli scontri in Mali, Congo o Burundi palesano contesti in cui contingenti aerei privati farebbero comodo e su cui scaltri imprenditori del settore potrebbero far leva.
Erik Prince in testa! Freschissima infatti la notizia che piloti militari sul suo libro paga starebbero bombardando la Libia con aerei dell’Aeronautica degli Emirati Arabi Uniti.
Tagli al bilancio, esodo di piloti verso carriere civili più remunerative ed un sovraccarico operativo (Iraq, Afghanistan e ora anche Siria) che dura incessantemente da quasi 15 anni hanno portato “la più piccola Air Force della storia ad affrontare il maggior numero di missioni di sempre”, afferma Deborah Lee James, segretario all’Aeronautica.
Lo stesso vale per tutte le componenti aeree delle Forze Armate statunitensi (Aeronautica, Esercito, Marina, Marines e Guardia Costiera) che, da tempo ed all’unisono, lamentano la mancanza di fondi, mezzi e piloti per l’addestramento delle proprie squadriglie.
Mentre gli F-22 e F-35 sono impegnati a far bella mostra – almeno si spera! – nei vari air-shows, gli “anziani” di Quarta generazione continuano a martellare talebani e califfi senza sosta. Complici anche gli onerosi investimenti nei suddetti sistemi d’arma di 5a generazione, l’USAF è stata costretta a sciogliere il 65° Squadron “Aggressore” di Nellis, Nevada.
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Foto: Airliners, Draken, FAB, web
Pietro OrizioVedi tutti gli articoli
Nato nel 1983 a Brescia, ha conseguito la laurea specialistica con lode in Management Internazionale presso l'Università Cattolica effettuando un tirocinio alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite in materia di terrorismo, crimine organizzato e traffico di droga. Giornalista, ha frequentato il Corso di Analista in Relazioni Internazionali presso ASERI e si occupa di tematiche storico-militari seguendo in modo particolare la realtà delle Private Military Companies.