Il governo proroga gli incarichi ai generali Graziano, Errico e Del Sette

Il Consiglio dei ministri ha deliberato il 14 gennaio, su proposta del ministro della difesa Roberta Pinotti, la conferma dell’incarico di comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, fino al 15 gennaio 2018, conferito al generale di corpo d’armata Tullio Del Sette; la conferma dell’incarico di capo di stato maggiore della Difesa, fino al 22 novembre 2018, conferito al generale Claudio Graziano; la conferma dell’incarico di capo di stato maggiore dell’Esercito, fino al 25 febbraio 2018, conferito al generale di corpo d’armata Danilo Errico.

La proposta di proroga avanzata dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha trovato subito “pieno accoglimento e gradimento” nel Governo. Le proroghe erano nell’aria già da qualche settimana e la più urgente riguardava il comandante generale dei Carabineri, Del Sette, il cui mandato sarebbe scaduto il 15 gennaio mentre per il capo di stato maggiore della Difesa, Graziano, e il capo di stato maggiore dell’Esercito, Danilo Errico, la scadenza originaria era fissata al prossimo 28 febbraio.

La proroga è della durata di un anno e questo significa che per il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e il capo di stato maggiore dell’Esercito l’orientamento del governo è quello di considerare esteso a tre anni il mandato di prassi.

La conferma dei vertici militari, soprattutto nel caso di Del Sette e di Graziano, garantisce continuità al vertice di Difesa e Carabinieri in una fase caratterizzata dall’applicazione delle riforme previste dal Libro Bianco e dall’integrazione nell’Arma del Corpo Forestale dello Stato.

Come ricorda il sito Perseonews, l’estensione di un anno e nove mesi dell’incarico consente in teoria a Graziano di potersi candidare a un ruolo internazionale di primo piano come la presidenza del Comitato militare della Nato, attualmente affidata al generale ceco Petr Pavel che concluderà il suo mandato triennale nel giugno 2018. E’ inoltre in scadenza l’anno prossimo anche l’incarico di presidente del Comitato militare Ue, ruolo oggi affidato al generale Mikhail Kostarakos che terminerà l’incarico nel novembre 2018.

Entrambi questi vertici sono stati nominati nel 2014, rispettivamente a settembre e a novembre di quell’anno, e dunque è presumibile che i successori siano indicati il prossimo autunno, cioè un anno prima della scadenza.

Difficile però ipotizzare se i due incarichi a Bruxelles possano tornare ad essere attribuiti a militari italiani: in ambito Nato è più probabile vengano privilegiati i Paesi dell’Est Europa, forse Polonia o Paesi Baltici, più “allineati” con gli USA nella “nuova guerra fredda” contro Mosca, anche se l’arrivo di Trump alla Casa Bianca potrebbe cambiare molte prospettive.

In ambito Ue invece la rinnovata attenzione perla difesa comune potrebbe vedere francesi e tedeschi premere sui partner con maggiore influenza dell’Italia per ottenere l’incarico di presidente del Comitato militare.

L’Italia ha già avuto quegli incarichi: quello Nato con il generale Giuseppe Mancinelli e gli ammiragli Guido Venturoni e Giampaolo Di Paola (poi divenuto ministro della Difesa italiano) mentre quello Ue con il generale Rolando Mosca Moschini, che oggi è al Quirinale nel ruolo di consigliere per gli affari del Consiglio supremo della Difesa presieduto dal Capo dello Stato.

Mosca Moschini, che a marzo compirà 78 anni, potrebbe con un po’ di immaginazione lasciare l’incarico al Quirinale proprio a Graziano il quale, se riuscisse a ricoprire un incarico internazionale a Bruxelles, rientrerebbe a Roma nel 2021.

Foto: Difesa.it

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