Abu Bakr al-Baghdadi in fuga da Mosul verso la Siria?

di Pierluigi FrancoANSA

Da mesi si rincorrono voci sulla sorte del capo dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi. In una regione mediorientale infiammata da terroristi e da giochi politici non sempre chiari, il ‘Califfo’ resta l’uomo più inseguito, almeno sulla carta, e il meno rintracciabile in una ridda di indicazioni spesso di scarsa attendibilità e ufficialità.

Oggi è invece arrivata una conferma ufficiale da parte delle fonti della sicurezza irachena: al Baghdadi non è più in Iraq ed è fuggito in Siria, tagliando i suoi contatti con i “comandanti inesperti” che sono ancora a Mosul. A fornire l’indicazione della fuga in Siria di al Baghdadi è stato il generale dei servizi di sicurezza iracheni Abdolkarim Khalaf, riportato dall’agenzia iraniana Fars.

Secondo quanto riferito dal generale iracheno, al Baghdadi sarebbe fuggito “con alcuni alti comandanti dell’Isis” dalla parte occidentale di Mosul verso i confini siriani. A completare il quadro dell’informazione, Khalaf ha detto che al Baghdadi ha lasciato Mosul qualche tempo fa e non ha più contatti con i comandanti che sono rimasti a Mosul e che “sono per lo più inesperti”.

ISIS a Raqqa ISIS AP

In ogni caso il generale non ha rivelato alcuna informazione circa la data esatta o la destinazione del viaggio segreto di al Baghdadi anche se, secondo le ultime informative, si troverebbe a Raqqah, la ‘capitale’ dell’Isis in Siria.

Numerose sono state negli ultimi mesi le segnalazioni dei movimenti del ‘Califfo’ tra Iraq e Siria, dopo l’assedio delle forze irachene e dei loro alleati alla provincia di Ninive e in particolare alla città di Mosul. Fonti locali avevano anche riferito a gennaio scorso che al Baghdadi era rimasto ferito in un attacco delle forze aeree che erano riuscite a colpire il suo convoglio durante un trasferimento in territorio iracheno.

A metà novembre, poi, ai servizi di intelligence al Baghdadi risultava essersi nascosto tra la città di Tal Afar (54 km a Nord-Ovest di Mosul) e la città di al Baaj (157 km a Sud-Ovest di Mosul). Ma anche in quel caso nessuno è riuscito a individuare con precisione dove si trovasse.

Secondo un’altra informativa, il 4 febbraio scorso Abu Bakr al Baghdadi sarebbe arrivato nella città siriana di Merkadeh, a Sud della provincia di Hasaka, per partecipare a un incontro “molto importante” dei leader del gruppo terroristico, presumibilmente per fare il punto della situazione dopo le ultime pesanti sconfitte subite dall’Isis. Una informativa che sembrava avvalorata dal fatto che nei due giorni precedenti, secondo indicazioni fornite da fonti locali, erano state notevolmente intensificate le misure di sicurezza, un apparato di protezione “senza precedenti” creato in tutta l’area.

Roma, 26 gen. (askanews) - Le forze irachene hanno respinto un'attacco dei jihadisti dello Stato Islamico (Isis) sulla zona liberata della città di Mosul che si trova sul versante orientale del fiume Tigri che divide in due il capoluogo oggetto di una vasta offensiva lanciata dai governativi lo scorso 17 ottobre per cacciare gli uomini del Califfato nero. Lo riferiscono media locali. "Elementi dell'organizzazione terroristica approfittando del maltempo hanno attaccato il perimetro dei quartieri liberati al Baath e al Thubbat che si affacciano sulle rive del Tigri dalla parte orientale della città", ha detto il generale Saadi al Khatuni dell'antiterrorismo iracheno come riporta la tv satellitare curda Rudaw. Il generale ha quindi spiegato che "il numero degli attaccanti era di 13 uomini armati che sono arrivati dal versante opposto del fiume a bordo di due barche, e dopo essere stati affrontati dalle nostre forze si sono asserragliati in negozi commerciali ed alcune case" dove hanno preso in ostaggio un numero di civili. Ma "dopo oltre 3 ore di scontri a fuoco, la situazione è stata risolta dalle forze irachene con l'uccisione di 9 terroristi, la cattura di uno e la fuga di altri 3", ha detto il generale.

La presenza di al-Baghdadi in territorio siriano può rispondere anche all’esigenza di rimettere ordine tra le file del gruppo terroristico. Che l’Isis sia in difficoltà è dimostrato anche dal fatto che non si fida più dei comandanti siriani, sospettati di aiutare la popolazione, sostituiti con comandanti stranieri.

Una sfiducia che ha portato anche all’esecuzione a Raqqah del comandante siriano responsabile della sicurezza dell’Isis, dopo essere stato arrestato con l’accusa di aver aiutato le persone a fuggire dai territori del Califfato. Dopo questo episodio, l’Isis ha quindi provveduto a sostituire nei giorni scorsi i comandanti locali con componenti stranieri del gruppo.

Così il marocchino Abu al Saraqib Maqrebi è stato nominato capo della sicurezza della città di al-Tabaqa, in sostituzione di un siriano arrestato con l’accusa di corruzione finanziaria; l’egiziano Abu Jandal al Mesri è stato nominato capo dei servizi segreti dell’Isis, in sostituzione del siriano Abu Ahmad al Souri; infine l’algerino Abu Mohammad al Jazrawi è diventato capo del monitoraggio sul campo, in sostituzione di un altro comandante siriano.

Foto Isis e Askanews

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