Approvato il decreto che attuerà il Libro Bianco
Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Difesa Roberta Pinotti, ha approvato il 10 febbraio un disegno di legge di delega al Governo per la riorganizzazione dei vertici del ministero della Difesa e delle relative strutture, la revisione del modello operativo delle Forze Armate, la rimodulazione del modello professionale e in materia di personale delle Forze Armate e la riorganizzazione del sistema della formazione.
Il progetto di riforma – rende noto Palazzo Chigi nel comunicato diffuso dopo il Cdm -, che da’ concreta attuazione al Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, delinea, con una prospettiva di medio termine, lo strumento militare che possa meglio assolvere i compiti di sicurezza internazionale e di difesa, individuando al contempo il modello di governance e di conseguente organizzazione che possa garantire la rispondenza a moderni criteri di efficacia, efficienza ed economicità. Sono individuati quattro ambiti di intervento:
1 – la revisione della governance, con l’obiettivo di ridurre il livello di risorse umane e finanziarie necessarie per le funzioni di direzione e supporto, a parità di capacità operative esprimibili, consentendo una più’ efficace direzione politica e un’azione armonica e sinergica delle diverse componenti dello strumento militare;
2 – l’adeguamento del modello operativo, mediante: il passaggio da una visione interforze delle Forze armate ad una maggiore integrazione fra le varie componenti, nel rispetto degli specifici domini di azione; l’eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali; la riduzione dei livelli gerarchici e la semplificazione delle procedure; il rafforzamento delle capacità operative dello strumento militare in (riduzione da 190 mila a 150 mila effettivi nel 2024) con quelle delle organizzazioni internazionali di riferimento;
3- la conseguente rimodulazione del modello professionale, da realizzare mediante un incremento della aliquota di personale a tempo determinato e un proporzionale decremento di quella del personale in servizio permanente, in modo da assicurare la graduale diminuzione dell’età’ media dei militari in servizio;
4 -la politica scientifica, industriale e di innovazione tecnologica della Difesa nell’ambito delle relative attribuzioni, con l’introduzione di modelli organizzativi che assicurino una collaborazione ad ampio spettro tra la Difesa, l’industria e il mondo universitario e della ricerca. Attraverso il progetto di riforma, inoltre, lo strumento militare risulterà più allineato con quelli degli altri principali Paesi europei e questo favorirà una maggiore collaborazione nel campo della sicurezza e difesa europea
“Oggi l’82% del personale della Difesa ha un contratto a tempo indeterminato, e solo 18% a tempo determinato, questo produce un drammatico effetto invecchiamento, con l’età media a 38 anni. Con la nuova delega immaginiamo un modello che prevede 60% a tempo indeterminato e il 40% a tempo determinato, che lavora per alcuni anni per poi essere accompagnato a lavori diversi” ha detto il ministro Pinotti.
Per quanto riguarda quel 40% che non rientrerà più nei contratti a tempo indeterminato, ha rassicurato il ministro, è già stato previsto un percorso di “accompagnamento a lavori diversi” inclusi quelli pubblici e non solo nelle forze di polizia.
Tra gli altri punti il ministro ha ricordato la nuova scansione temporale della legge su finanziamento della Difesa “che sarà approvata dal parlamento ogni 6 anni”, il “documento sulla strategia industriale e tecnologica e la possibile attribuzione a un civile della carica di Segretario generale della Difesa (che il Libro Bianco scorpora da quella di Direttore Nazionale degli Armamenti).
L’opzione non è automatica e non costituisce una novità assoluta, visto che è peraltro contemplata nella legge 25/1997 di riforma dei vertici. “Il segretario generale della Difesa sarà un civile, si tratta di un ruolo amministrativo, nel quale anche civile può arrivare a livello apicale” ha detto il ministro.
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Foto Difesa.it
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