Aziende e crimine: nuove strategie e opportunità
La sicurezza delle città e dei territori è sempre di più un campo aperto alle sinergie pubblico-privato. Nel settore della tutela dai reati, accanto al primato dello Stato, aumenta lo spazio per un apporto convinto e concreto degli operatori economici e delle aggregazioni sociali. I fenomeni criminali impegnano difatti le forze di polizia al massimo delle loro potenzialità, che rimangono elevate e che si esprimono in termini di riconosciuta efficienza.
Ma la dimensione quantitativa dei delitti, rimanendo inalterati risorse, mezzi e strumenti giuridici dei pubblici apparati, impone un coinvolgimento progressivamente maggiore e coordinato delle aziende e del mondo economico in generale nella prevenzione e nella attitudine ad affrontare le conseguenze dei reati, specie quelli predatori, e degli attacchi informatici.
Se ne è parlato in un affollato convegno svoltosi lunedì scorso presso Confindustria Firenze dal titolo “Crimine versus Impresa”, promosso dall’Associazione degli imprenditori e da “Sicurezza in rete”, innovativa iniziativa che si occupa di “security”, recentemente avviata e strutturata da Carlo Corbinelli, già Colonnello dell’Arma dei Carabinieri e che si avvale di qualificate collaborazioni in ambito accademico e nel mondo della security.
Nell’ occasione Carlo Corbinelli (nella foto), che è anche opinionista di Analisi Difesa sui temi legati alla Sicurezza, ha sostenuto che non bisogna arrendersi al fatalismo: i crimini non sono inevitabili ma bisogna sapere come prevenirli e come affrontarli, soprattutto perché in termini aziendali occorre avere capacità di resilienza.
“Sicurezza in Rete” lavora difatti i per assistere aziende, sodalizi ed aggregazioni di imprese in ogni loro esigenza di “Security”, fornendo supporto in merito a qualsiasi esigenza di tutela. E tenendo in particolare considerazione che una componente fondamentale per conseguire livelli elevati di sicurezza è il coinvolgimento dell’intera compagine aziendale, che occorre formare perché sia consapevole protagonista di ogni processo di security.
Sicurezza in Rete rivolge particolare attenzione alle PMI, ritenendo che sia questa tipologia di aziende a potersi trovare maggiormente in difficoltà per acquisire un livello di autodifesa efficace. E’ una situazione che nel corso del convegno è stata bene illustrata da Manuel Di Casoli, Direttore della Security di Mediaworld e già responsabile della Business Continuity di Expo 2015, che ha evidenziato come le possibilità dell’incremento dei livelli di sicurezza per le PMI risiedano soprattutto in un cambio di passo strategico: occorre maggior spazio per consulenze e sinergie qualificate poiché “La messa in sicurezza di un business è un’attività tecnicamente complessa, che richiede un approccio professionale ed olistico”.
Altro argomento che ha suscitato notevole interesse è stato trattato dal Dottor Luigi Martino dell’Università di Firenze, esperto di Cybersecuiry, che ha disegnato la mappa dei rischi provenienti dalla rete e la loro attuale dimensione, con 372 milioni di attacchi registratiti in un anno e con perdite enormi per le attività economiche. D fronte a questa sfida sarà decisiva la capacità di difesa incrementale che le aziende dovranno per forza acquisire.
Il crimine, in conclusione, costituisce una minaccia notevole per l’economia e, quindi, per l’intero sistema nazione. Ma non mancano le possibilità e lo know-how per poterlo arginare: l’obiettivo è quello di garantirsi un contesto in cui l’impresa possa agire abbattendo il peso di una illegalità che oggi condiziona in modo notevole la libertà di investimento e di iniziativa.
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