Clandestini: la Libia chiede espulsioni rapide
Mentre il premier libico riconosciuto dalla comunità internazionale, Fayez Al-Serraj, ha chiesto alla Nato un sostegno per la rinascita delle istituzioni di difesa e sicurezza che verrà valutato dal Consiglio atlantico, la Marina di Tripoli sembra criticare la politica di accoglienza degli immigrati illegali praticata dall’Italia.
L’ammiraglio Ayoub Omar Qassem (nella foto), portavoce della piccola forza navale che risponde al Consiglio presidenziale guidato da Fayez al Sarraj valuta infatti che Libia e Italia, per scoraggiare l’immigrazione clandestina, dovrebbero puntare a rimpatri immediati, da effettuare entro una settimana.
“Se l’Italia sosterrà la Libia nel rimpatrio dei migranti direttamente dopo il loro arresto forse l’immigrazione si ridurrà” in quanto “capiranno che l’arrivo in Europa è impossibile perché vengono rimpatriati subito”, ha detto Qassem il 14 febbraio in un’intervista telefonica all’Ansa.
“Italia e Libia devono rimpatriare i migranti senza ritardi entro una settimana dopo il loro arresto. In effetti, con questa misura si può’ realizzare qualcosa”, ha aggiunto il generale.
Riferendosi ai mezzi “materiali” previsti nell’intesa, “come il sostegno alle Guardie di frontiera” e al fatto che “il consiglio presidenziale non ha un vero controllo su tutto il territorio libico”, il portavoce ha avvertito che “questo indebolirà la capacità dell’Italia e della Libia di attuare l’accordo”. In ogni caso “l’Italia può sostenere la Libia in qualche misura che riguarda la questione dei rimpatri diretti dalla Libia” stessa “verso i paesi di origine dei migranti.
La vera questione aperta sembra però essere un’altra. Chiunque voglia dare una soluzione al problema dei flussi migratori illegali ha compreso che respingimenti ed espulsioni immediati sono l’unico modo per scoraggiare le partenza dalle regioni dell’Africa sahariana e sub sahariana.
Tranne che in Italia dove, dopo settimane di chiacchiere su presunte “svolte” e mutamenti di rotta, si continua ad accogliere chiunque salpi verso le nostre coste dopo aver pagato i trafficanti mentre espulsioni e rimpatri restano numericamente irrilevanti.
Foto: Marina libica via Libya Herald
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