Cybersecurity: oggi il lancio a Washington del Tallin Manual 2.0

Scritto da 19 esperti di diritto internazionale, il Tallinn manual 2.0 pubblicato dal NATO Cooperative Cyber Defense Centre of Excellence situato nella capitale estone sarà lanciato a livello mondiale oggi a Washington DC nella sede dell’Atlantic Counncil (si può già pre-ordinare online).

Il primo volume è diventato una guida di riferimento per ciò che riguarda l’applicazione delle leggi di guerra nel cyberspazio. Ora, il nuovo Tallinn Manual affronta domande forse ancora più spinose, ovvero come il diritto internazionale vada applicato alle operazioni informatiche in tempo di pace o in conflitti ‘intermedi’. La versione 2.0 del documento aggiunge inoltre una “analisi giuridica degli incidenti informatici più comuni nei quali gli Stati si imbattono giorno dopo giorno e che rientrano al di sotto delle soglie di impiego della forza o di conflitto armato”.

Dal centro si spiega che il manuale è una “seconda edizione aggiornata e notevolmente ampliata del documento del 2013.

“Il Tallinn Manual 2.0 concentra la sua attenzione non più soltanto sulle operazioni cibernetiche che violano il principio di proibizione dell’uso della forza da parte degli Stati nelle relazioni internazionali, nei fatti attività al momento abbastanza rare, ma aggiunge anche una trattazione approfondita di tutti quegli incidenti cibernetici che giornalmente colpiscono i sistemi dei governi e che restano al di sotto della soglia di uso della forza o di attacco armato”.

A dirlo a Cyber Affairs è Stefano Mele, avvocato specializzato in Diritto delle Tecnologie, Privacy, Sicurezza delle Informazioni e Intelligence.Il documento, che sarà lanciato l’8 febbraio a Washington DC e sarà pubblicato dalla Cambridge University Press per conto del NATO Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence (NATO CCD COE).

“Appare evidente, – prosegue l’esperto -, come l’approccio dei principali attori internazionali in merito ai rapporti diplomatici sui temi della cyber-security sia quasi completamente incentrato sul dialogo diretto e bilaterale, piuttosto che multilaterale e in seno agli organismi internazionali. Il motivo principale di questo approccio è certamente legato al fatto che le relazioni bilaterali offrono numerosi vantaggi rispetto a quelle multilaterali, anche e soprattutto nel caso in cui il tema impatti su sistemi giuridici e culturali spesso molto differenti tra di loro, come nel caso della cyber-security”

L’auspicio, per Mele, “è che al più presto si cominci a ragionare in maniera sempre più strutturata proprio in seno agli organismi internazionali (NATO e Nazioni Unite in primis), dato il livello di maturità che anche questi profili hanno assunto dal primo Tallinn Manual del 2013 ad oggi e l’ormai continuo utilizzo del cyber-spazio da parte dei governi per attività di influenza, spionaggio e di minaccia alla sicurezza delle infrastrutture”.

Soffermandosi sul documento, il legale rimarca che “la versione 2.0 del Tallinn Manual non può che essere accolta con grande favore da tutti coloro che si occupano di sicurezza cibernetica in ambito governativo e militare. Seppure, occorre ricordarlo, non sia una pubblicazione ufficiale della NATO, questa seconda versione del Tallinn Manual – così come la prima – risulta un testo di enorme utilità per il settore. Ciò, anzitutto, per l’alto valore scientifico dei partecipanti alla sua redazione e quindi per i contenuti in esso presenti, ma anche e soprattutto per la sua caratteristica di fungere un po’ da ‘rompi ghiaccio’ su temi legali molto spinosi e su cui c’è ancora pochissima chiarezza”.

Non è un caso, conclude, “che il Tallinn Manual rappresenti oggi giorno il punto di riferimento per la comunità scientifica legale che si occupa di sicurezza cibernetica orientata alle attività degli Stati e delle Forze Armate nel e attraverso il cyber-spazio.

Per comprendere appieno il suo valore, basti pensare, ad esempio, che durante le esercitazioni dei Paesi del blocco NATO sui temi della sicurezza cibernetica organizzate dal NATO CCD COE e denominate Locked Shields” – a cui Mele ha preso parte come uno dei due legal advisor del Blue Team delle Forze Armate italiane, “dal 2013 ad oggi il Tallinn Manual è stato considerato il testo di riferimento per ogni tipologia di valutazione o azione legale da suggerire all’interno di simili esercitazioni”.

Fonte: Cyber Affairs

 

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