La spesa militare al 2% del Pil ci costa 96 miliardi all’anno

ANSA – Raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil in spese per la Difesa come chiesto da Donald Trump per non “moderare” l’impegno degli Usa nell’Alleanza Atlantica, rappresenterebbe un conto da oltre 96 miliardi di dollari in più all’anno per i 22 paesi della Ue che fanno anche parte della Nato. Solo cinque stati (Usa, Grecia, Estonia, Polonia e Regno Unito) rispettano attualmente il target. La Romania ha promesso di raggiungerlo entro l’anno, Lettonia e Lituania entro il 2018.

Secondo uno studio del think tank Bruegel, per la Germania, che in base alle stime pubblicate a luglio scorso dalla Nato attualmente impegna per la Difesa l’1,2% del suo Pil, equivarrebbe ad una spesa aggiuntiva di 30,28 mld di dollari, per l’Italia (all’1,1% del Pil nel 2016) l’aumento dovrebbe essere di 18,35 miliardi di dollari e per la Spagna (ora allo 0,9% del Pil) uno sforzo da quasi 16 miliardi.

Il segretario generale, Jens Stoltenberg, ha reso noto durante la ministeriale che nel 2016 è stato registrato un aumento del 3,8% delle spese di europei (inclusi quindi Albania, Norvegia e Turchia) e Canada, “superiore alle attese”. L’impegno a tornare entro il 2024 all’obiettivo del 2% (che veniva rispettato da tutti fino al 2000), è stato preso nel vertice del 2014 in Galles.

Nella ministeriale di mercoledì, Italia e Spagna hanno sottolineato la necessità di calcolare non solo l’impegno quantitativo, ma anche quello qualitativo e la partecipazione a missioni e operazioni. Posizione ribadita a Monaco anche dalla Germania di Angela Merkel. Impostazione avallata anche da Stoltenberg. Fonti dell’Alleanza indicano che in vista della preparazione dei piani di aumento degli impegni i ministri dovranno concordare un meccanismo per valutare appunto il “peso” delle partecipazioni e dell’invio di uomini e mezzi.

Foto NATO

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