Mali: si fondono tre gruppi jihadisti
(aggiornato il 10 marzo)
Tre milizie estremiste islamiche del Mali si sono fuse e hanno dischiarato fedeltà ad gruppo terroristico al-Qaeda. Lo ha reso noto il Site, gruppo di intelligence Usa per il monitoraggio dei siti jihadisti.
In un video messo in rete il 2 marzo, riferisce il Site, i leader di Ansar Dine, di al-Mourabitoun (il famigerato traffiicante Mokhtar Belmokhtar) e del Fronte di Liberazione del Macina (Amadou Kouff) composto da popolazioni islamiche di etnia Fulani hanno dichiarato ufficialmente la loro fusione in un nuovo gruppo denominato Jama’at Nusrat al-Islam wal Muslimeen (GSIM) che significa Supporto all’Islam e ai musulmani.
A capo della nuova entità vi è Iyad Ag Ghaly (nella foto), già leader di Ansar Dine e originario della regione di Kidal. Nel video Ag Ghaly afferma che le tre fazioni si sono ispirate all’unificazione dei diversi gruppi jihadisti in Siria.
Il nuovo gruppo, che vedrà comunque le tre componenti mantenere la loro autonomia, è affiliato ad al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI).
Secondo il Centro Studi Internaziinali (CeSI) “quest’ultima decisione è probabilmente derivata dall’autorevolezza del comandante, figura di spicco del jihadismo regionale nonché personalità di riferimento di Osama bin Laden nel Sahel ed espressione del clan tuareg Ifoghas, originario di Kidal.
La decisione di creare il GSIM potrebbe rappresentare il tentativo delle sigle terroristiche regionali filo-qaediste di razionalizzare i propri sforzi e resistere alla crescente influenza dello Stato Islamico. Infatti, quest’ultimo ha gradualmente consolidato le propri posizioni in Africa settentrionale e nel Sahel, costruendo una rete attiva sia il Libia che nel resto della regione.
Nel 2015, due importanti figure vicine a Belmokhtar si sono unite allo Stato Islamico. Si tratta di Hamada Ould Kheirou, comandante jihadista mauritano, fondatore e capo del Movimento per l’Unità e il Jihad nell’Africa Occidentale (MUJAO) e Adnan al-Sahrawi, portavoce e co-fondatore insieme a Belmoktar di al-Morabitoun.
La decisione di GSIM di riconoscere l’autorità di AQMI risponde ad una logica di opportunità legata all’impatto propagandistico che il marchio dell’organizzazione di bin Laden e Zawahiri continua ad avere in Africa e rappresenta l’apice del percorso di riconciliazione tra l’emiro Droukdel e Belmokhtar, in rotta dal lontano 2011 a causa di divergenze sulla strategia operativa e sulla leadership del gruppo.
La nascita di GSIM potrebbe condurre, nel prossimo futuro, ad una intensificazione delle attività jihadiste nella regione, a cominciare da possibile atto dimostrativo che funga da inaugurazione del nuovo corso regionale. A questo proposito, oltre ai Paesi tradizionalmente oggetto dell’insorgenza terroristica, quali Mali, Libia, Algeria e Niger, tra i possibili target del GSIM potrebbero rientrare quegli Stati adiacenti alla fascia sahelo-sahariana, come Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio, Benin e Ghana”.
Foto: Jama’at Nusrat al-Islam wal Muslimeen
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