Il Bangladesh vuole un nuovo caccia multiruolo
La Direzione Generale delle acquisizioni della Difesa del Bangladesh (Directorate General Defence Purchase o DGDP) ha emesso un bando di gara per 8 (più 4 opzionali) aerei da combattimento multi-ruolo per la propria forza aerea.
I nuovi caccia – recita il documento riportante i requisiti della gara – dovranno difendere la sovranità aerea del paese asiatico dalle minacce aeree e al contempo le stesse piattaforme dovranno offrire la possibilità di operazioni anti-superficie contro obiettivi marittimi o terrestri. I velivoli dovranno essere di nuova costruzione e la produzione non dovrà essere anteriore di oltre un anno dalla firma del contratto.
Nei requisiti spicca inoltre la necessità di un caccia bimotore con almeno 5.500 chili di spinta a secco e oltre 8.000 chili con postbruciatore per ciascun motore; un minimo di otto punti di attacco subalari e un carico utile minimo di 5 tonnellate.
Ulteriori dettagli riguardano l’avionica e gli apparati elettronici del velivolo, quali una suite integrata di guerra elettronica (EW) e contromisure (ECCM), dispositivo di ricerca infrarossi (IRST) con una gamma di monitoraggio degli obiettivi di almeno 50 km, radar a scansione elettronica attiva con una gamma aria-aria e aria-terra rispettivamente di 150 e 50 chilometri; HUD e cockpit moderni con schermi LCD a colori e visori HMD sul casco del pilota.
In questo contesto la Bangladesh Air Force è alla ricerca di un pacchetto completo che includa formazione e addestramento al volo, manutenzione e una serie di armi aviolanciabili.
I velivoli, conclude il documento, potranno essere consegnati in due lotti da quattro aerei ciascuno e il secondo lotto dovrà essere consegnato tra i 18 e i 24 mesi successivi dalla consegna del primo.
Secondo fonti nazionali interne, il contratto sarebbe quasi certamente nelle mani della russa United Aircraft Corporation, che avrebbe proposto per la suddetta gara MiG-35, Sukhoi Su-30SM e Sukhoi Su-35.
In realtà l’unica piattaforma russa dotata di radar AESA è il MiG-35, anche se per rispondere alla richiesta della Difesa del Bangladesh UAC potrebbe consentire un’implementazione e contestuale modifica dei Su-30SM o dei Su-35 qualora espressamente richiesti.
La stessa cosa sarebbe permessa circa l’adozione di sottosistemi occidentali, come avvenuto per i Su-30MKI indiani.
Il fattore tuttavia che potrebbe far pendere la bilancia delle decisioni per un modello o un altro sarà certamente quello del costo finale, e su questo il MiG-35 potrebbe avere certamente più chance anche se finora, in molte gare internazionali, nonostante i costi di acquisizione ed esercizio, la famiglia dei Flanker l’ha spuntata quasi sempre nei confronti del più piccolo ed economico Fulcrum.
Le forze aeree da combattimento del Bangladesh comprendono 8 Mig 29 consegnati nel 1982 e tre dozzine di F-7 (Mig 21 cinesi) dei 58 consegnati alla fine degli anni ’80 (nelle foto).
Foto Bangladesh AirForce
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.