Al-Qaeda “silura” Belmokhtar

di Lorenzo Forlani- AGI

Mokhtar Belmokhtar, il leader algerino qaedista del gruppo Al Murabitoun, sarebbe stato sollevato a sorpresa dal suo incarico dal “consiglio degli anziani” dello stesso movimento, e sostituito col suo braccio destro e vice, Abdelrahman al Sanhaji.

Lo riferiscono fonti militari maliane e mauritane, secondo le quali Belmokhtar sarebbe in questo momento in Libia, dove lo scorso novembre si sarebbe fatto curare le ferite riportate a causa dell’attacco di un drone. Non è tuttavia chiaro il suo reale stato di salute, ne’ la sua posizione. Sembra però che questo cambio ai vertici sia il risultato di frizioni interne all’orbita qaedista.

Al Sanhaji è uno dei sopravvissuti dell’operazione Tiguentourine, la battaglia di In Amenas in Algeria, nel gennaio 2013, nella quale morirono 67 persone, di cui 37 stranieri presi in ostaggio nei pressi di un impianto petrolifero proprio da una brigata comandata da Belmokhtar. Al Sanhaji si sarebbe salvato perchè parte del gruppo di “supporto” ai terroristi, al di là del confine con la Libia.

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Non è chiara la motivazione per cui Belmokhtar sarebbe stato sollevato dal suo incarico. Sembra che tensioni tra quest’ultimo e i notabili qaedisti siano nate lo scorso dicembre, quando il consiglio degli anziani avrebbe deciso di riunire una serie di gruppi armati dell’area in una nuova piattaforma, il “Gruppo di Supporto all’Islam e ai Musulmani”, sotto il comando del leader tuareg Iyad Al Ghali.

Un’operazione ambiziosa, che sotto la benedizione del leader di al-Qaeda,i Ayman al-Zawahiri, avrebbe messo insieme una serie di personalità dell’orbita jihadista regionale, tra cui lo stesso al-Ghali (proveniente dal gruppo jihadista maliano Ansar Dine), Djamel Okacha (conosciuto come Yahia Abu al-Hammam) e lo stesso Belmokhtar.

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Operazione che tuttavia avrebbe indispettito lo stesso Belmokhtar, che avrebbe comunicato la sua contrarietà a decisioni prese in sua assenza.

Secondo fonti militari mauritane, il consiglio degli anziani lo ha poi invitato a unirsi ai meeting del nuovo gruppo, ma il guerrigliero algerino non si è mai presentato, ribadendo la sua autonomia e quella dei suoi uomini rispetto al nuovo gruppo, e provocando una crepa all’interno dell’orbita qaedista nella regione.

Sembra infatti che i jihadisti di al Murabitoun siano intenzionati a mantenere la fedeltà a Belmokhtar, non riconoscendo la nuova leadership di al Sanhaji, nonostante la promessa fatta dal Consiglio degli anziani sul mantenimento della autonomia operativa degli Al Murabitoun, pur all’interno della nuova organizzazione “ombrello”.

E’ questa l’ennesima apparente marginalizzazione di “Mister Marlboro” uno dei nomi con cui è conosciuto Belmokhtar – in passato dato per morto almeno in quattro occasioni, l’ultima delle quali lo scorso dicembre.

“Il Guercio” – l’altro soprannome di Belmokhtar, per via della perdita di un occhio – ha iniziato la sua parabola nelle fila delle organizzazioni jihadiste negli anni ’90, partecipando alla guerra civile in Afghanistan e combattendo l’invasione sovietica, durante la quale perse il suo occhio sinistro.

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Poi entra nel GIA algerino, partecipando alla guerra civile nel suo Paese, in seguito all’annullamento della vittoria elettorale del FIS (Fronte islamico di Salvezza). Dal 2003 entra nell’orbita di al Qaeda, finanziandosi come jihadista soprattutto attraverso il contrabbando e i rapimenti. Nel 2012, in seguito alla rottura con l’Emiro di Al Qaeda nel Maghreb Abdelmalek Droukdel, forma una sua brigata autonoma con il nome di Kataiba al Mulaththamin (Brigata degli Inturbantati), che nel 2013 si fonde con il “Movimento per l’Unicità del Jihad nell’Africa occidentale”, assumendo il nome di Al Murabitoun, che si renderà protagonista di azioni terroristiche soprattutto in Algeria, Mali, Burkina Faso e Costa d’avorio.

Già a quel tempo sembra che Belmokhtar abbia annunciato l’intenzione di lasciare al più presto la leadership del gruppo alle “nuove leve”. Questo episodio lascia quindi aperta la possibilità che “Mister Marlboro” – a differenza di quanto accaduto in passato – stia volontariamente scivolando dietro le quinte, lasciando la scena ad altri, complice anche quello che sembrerebbe uno stato di salute precario.

Ma un ex ufficiale dell’unità anti terrorismo algerina avverte: “Belmokhtar non dovrebbe essere dimenticato così in fretta; durante la sua carriera jihadista è stato più volte dato per finito. Ma è sempre tornato”.

Foto:  Jama’at Nusrat al-Islam wal Muslimeen, Twitter e Web

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