Cina: una legge per dare più potere all’intelligence
Più la Cina si apre all’economia globale, più stringe le maglie della sua sicurezza anche in campo cyber. Va in questo senso la nuova proposta di legge pubblicata per una consultazione pubblica aperta fino al 14 giugno sul sito internet del Congresso nazionale del popolo, con la quale Pechino punta a dare ordine al suo sistema d’intelligence fornendo alle agenzie di spionaggio e controspionaggio nuovi strumenti.
La proposta di legge – secondo quanto riferisce il South China Morning Post – allarga fortemente i poteri dell’intelligence cinese, consentendo alle istituzioni di sicurezza e ai militari incaricati dei servizi spionistici di condurre azioni “dentro e fuori dai confini nazionali” e di indagare individui, cinesi o stranieri, o anche istituzioni che si ritenga mettano a rischio la sicurezza nazionale.
Secondo il testo pubblicato dal Congresso nazionale del popolo, lo scopo della nuova normativa è quello di “rafforzare il lavoro dell’intelligence”, con un occhio particolare puntato al tema della cyber sicurezza. Le spie potranno intercettare, mettere in atto la sorveglianza elettronica e filmare clandestinamente gli obiettivi. Inoltre, potranno entrare nelle aree ristrette, ispezionare veicoli, creare “relazioni cooperative” con individui e organizzazioni.
“La legge sull’intelligence è parte di un piano complessivo per dare cornice legale alle misure di sicurezza in Cina”, ha spiegato Yang Jianying della Scuola di pubblica amministrazione dell’Università delle relazioni internazionali al Global Times, una testata del Partito comunista cinese. “Non solo migliorerà l’esercizio della legalità, ma farà capire ai cittadini come sostenere il lavoro della sicurezza nazionale”, aggiunge il docente.
“Dal momento che la Cina è oggi più aperta al mondo, i cittadini cinesi deve sempre tenere in mente la sicurezza nazionale quando comunicano con fonti straniere”, rincara la dose Su Wei, un docente della Scuola di Partito di Chongqing, sempre al Global Times.
A questo scopo, il Congresso nazionale del popolo ha stabilito anche che il 15 aprile sarà il Giorno dell’educazione alla sicurezza, ha riferito l’agenzia di stampa Xinhua. Inoltre l’Ufficio sicurezza della municipalità di Pechino ha messo taglie che vanno da 10mila a 500mila yuan (1300-65mila euro) a coloro che saranno in grado di dare indicazioni su attività sospette.
“La nuova legge – ha commentato sul South China Morning Post Benjamin Ho della S. Rajaratnam School of International Studies di Singapore – rafforza la centralità del Partito in materie che attengono al mantenimento del potere del Partito comunista e alla stabilità del contesto interno della Cina”.
Fonte Cyber Affairs
Foto CSCSS
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.