I primi Sukhoi T-50 (PAK-FA) entreranno in servizio nel 2018
Il Vice Ministro della Difesa Yuri Borisov ha dichiarato recentemente che le consegne del caccia di quinta generazione Sukhoi T-50 (PAK-FA) saranno rinviate al programma di approvvigionamento di armi 2018-2025, e dunque slitteranno di un ulteriore anno.
Il T-50, che sarà il primo aereo “stealth” operativo della Forza Aerospaziale russa, ha volato per la prima volta il 29 gennaio 2010 dalla base della società KnAAPO ai comandi del pilota collaudatore Sergey Bogdan; l’anno successivo in occasione del MAKS 20111 fu presentato ufficialmente al grande pubblico.
Il canale Facebook dell’Aeronautica Militare russa tuttavia già lo scorso settembre comunicava che la produzione del caccia di quinta generazione sarebbe iniziata a partire dal 2018 segnalando inoltre che l’ottavo prototipo (nr. 058) sarebbe stato sottoposto a ulteriori test avanzati durante tutto il 2017.
Un video pubblicato nel suddetto canale mostrava inoltre un prototipo alle prese con un lancio di prova dalla stiva interna di un missile aria-aria R-77 e riportava anche la previsione di produzione di almeno 400 velivoli per i prossimi venti anni.
Sembra plausibile che nonostante i continui rinvii dovuti alla realizzazione del propulsore definitivo e del radar ancora in via di collaudo lo Stato Maggiore delle Forze Aerospaziali abbia intenzione di procrastinare per un tempo accettabile l’operatività del caccia di generazione “4++” Su-35 per svariati motivi.
Il primo è quello di promuovere il velivolo all’estero e ricavarne introiti essenziali (l’ingresso in servizio del T-50 avrebbe un contraccolpo non indifferente svalutandone la potenzialità e dunque l’appeal verso quei paesi che recentemente ne hanno mostrato interesse).
Il secondo motivo, non meno importante del primo, risiede nel fatto che si vuole evitare a tutti i costi di veder volare un caccia di quinta generazione con avionica presa “in prestito” (ricordiamo che il radar NIIP N035 Irbis e il propulsore Saturn 117S sono quelli del Su-35) e contemporaneamente ridurre la possibilità di incappare in problemi di compatibilità software/hardware che tanto hanno afflitto e continuano ad affliggere gli aerei di quinta generazione statunitensi.
Il tempo in questo senso potrebbe essere un alleato importante al fine di soddisfare tutti i suddetti fattori e questo potrebbe portare persino ad un ulteriore slittamento, graduale di anno in anno, dell’ingresso in servizio dei Sukhoi T-50.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.