Condannati 22 dei 330 foreign fighters bosniaci
La Bosnia-Erzegovina è al settimo posto al mondo per numero di combattenti dell’Isis in rapporto alla popolazione. Stando a un rapporto statunitense di cui hanno dato notizia i media a Belgrado, sono 330 i cittadini bosniaci che si sono recati a combattere con le formazioni jihadiste dello Stato islamico.
In tale classifica che tiene conto del rapporto popolazione/combattenti islamici la Bosnia-Erzegovina è preceduta da Tunisia, Maldive, Giordania, Libano, Kosovo e Libia.
In termini assoluti senza tener conto del numero di abitanti, il Paese balcanico occupa la 15a posizione pr numero di combattenti che hanno aderito alle milizie del Califfato.
Sono 22 i cittadini bosniaci finora condannati a pene detentive, con sentenze passate in giudicato, per aver combattuto in Siria e in Iraq nelle fila del cosiddetto Stato islamico.
Lo ha reso noto la Procura bosniaca, citata dall’agenzia di stampa Fena. Finora, si sottolinea, non e’ stata pronunciata nessuna sentenza assolutoria e le agenzie competenti hanno fornito le prove utili alla condanna grazie anche alla collaborazione con le agenzie di sicurezza dei paesi della Regione e dei paesi partner di tutto il mondo.
Non pochi foreign fighters sono stati scoperti ed arrestati al momento della partenza dalla Bosnia o in territorio turco. Secondo le stime una cinquantina di foreign fighters bosniaci ha perso la vita e altrettanti sono ritornati in patria.
Quest’anno, ha dichiarato di recente il ministro della sicurezza Dragan Mektic, nessun bosniaco è andato a combattere in Medio Oriente, e un forte deterrente sarebbe la legge (ma pesano soprattutto le sconfitte militari dell’Isis) approvata tre anni fa, che considera un reato penale la partecipazione a guerre all’estero.
Foto AP
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