Un Fondo europeo per la difesa da 5,5 miliardi
La Commissione Europa ha varato il 7 giugno un Fondo europeo per la difesa al fine di aiutare gli Stati membri ad utilizzare il denaro dei contribuenti in modo più efficiente, ridurre le duplicazioni della spesa e ottenere il miglior rapporto qualità/prezzo nella spesa sostenuta. Annunciato dal Presidente Juncker nel settembre 2016 e avallato dal Consiglio europeo nel dicembre 2016, il Fondo coordinerà, integrerà e amplificherà gli investimenti nazionali per la ricerca nel settore della difesa, nello sviluppo di prototipi e nell’acquisizione di tecnologie e materiali di difesa.
Il Fondo europeo per la difesa comprende due sezioni:
- Ricerca: l’elemento “ricerca” del Fondo sta già dando risultati. A partire dal 2017 l’UE concederà, per la prima volta, sovvenzioni destinate alla ricerca collaborativa in tecnologie e prodotti per la difesa innovativi, interamente e direttamente finanziate dal bilancio dell’UE. I progetti ammissibili al finanziamento dell’UE si concentreranno sui settori prioritari precedentemente concordati dagli Stati membri e possono comprendere l’elettronica, i metamateriali, i software cifrati o la robotica. I finanziamenti saranno i seguenti:
- 90 milioni di EUR stanziati fino alla fine del 2019, con 25 milioni di EUR stanziati per il 2017. Oggi viene pubblicato un invito a presentare proposte per progetti nel settore dei sistemi senza pilota in ambiente navale e dei sistemi per i soldati. La firma delle prime convenzioni di sovvenzione è prevista per la fine dell’anno.
- 500 milioni di EUR l’anno dopo il 2020. Nel 2018 la Commissione proporrà un programma UE specifico di ricerca nel settore della difesa con una dotazione annua stimata di 500 milioni di EUR, che renderà l’UE uno dei maggiori investitori nella ricerca nel settore della difesa in Europa.
- Sviluppo e acquisizione: il Fondo introdurrà incentivi affinché gli Stati membri cooperino nello sviluppo congiunto e nell’acquisizione di tecnologie e materiali di difesa attraverso il cofinanziamento a titolo del bilancio dell’UE e il sostegno pratico della Commissione. Gli Stati membri possono ad esempio investire congiuntamente nello sviluppo della tecnologia dei droni o della comunicazione via satellite, o acquistare in blocco elicotteri per ridurre i costi. Saranno ammissibili solo i progetti collaborativi e una parte della dotazione complessiva sarà destinata ai progetti che comportano la partecipazione transfrontaliera delle PMI. Il cofinanziamento offerto dall’UE sarà pari a:
- una dotazione complessiva pari a 500 milioni di EUR per il 2019 e il 2020 nel quadro di un programma specifico di sviluppo del settore industriale della difesa, proposto in data odierna.
- 1 miliardo di EUR l’anno dopo il 2020. Un programma più ingente verrà preparato per il periodo successivo al 2020, con una dotazione annua stimata di 1 miliardo di EUR. Il programma incentiverà i finanziamenti nazionali con un effetto moltiplicatore atteso pari a 5 e potrebbe pertanto generare investimenti complessivi nello sviluppo di capacità di difesa pari a 5 miliardi di EUR l’anno dopo il 2020.
Un Fondo europeo per la difesa ambizioso contribuirà alla creazione di un’Unione europea che protegge e difende i suoi cittadini ed è complementare agli altri due fili conduttori: il piano di attuazione della strategia globale in materia di sicurezza e di difesa, che definisce un nuovo grado di ambizione per l’Unione e individua una serie di azioni finalizzate alla sua realizzazione, e l’attuazione della dichiarazione congiunta UE-NATO firmata dal Presidente del Consiglio europeo, dal Presidente della Commissione e dal Segretario generale della NATO.
Con il sostegno del Parlamento europeo e degli Stati membri, il Fondo europeo per la difesa può diventare rapidamente il motore per lo sviluppo dell’Unione della sicurezza e della difesa che i cittadini si aspettano.
Guardando al futuro, e a seguito del Libro bianco della Commissione sul futuro dell’Europa, la Commissione pubblica oggi anche un documento di riflessione per avviare un dibattito pubblico su come l’UE a 27 potrebbe svilupparsi nel settore della difesa entro il 2025.
Contesto
Nei suoi orientamenti politici del giugno 2014, il Presidente della Commissione europea Juncker ha fatto del rafforzamento della sicurezza dei cittadini europei una priorità. Nel discorso del 2016 sullo stato dell’Unione il Presidente Juncker ha annunciato la creazione di un Fondo europeo per la difesa.
Solidi motivi economici spingono gli Stati membri dell’UE a intensificare la cooperazione nella spesa per la difesa. Si stima che la mancanza di cooperazione tra gli Stati membri nel settore della difesa e della sicurezza costi ogni anno tra 25 e 100 miliardi di EUR. L’80% degli appalti e oltre il 90% della ricerca e tecnologia sono limitati alla dimensione nazionale. Mettendo in comune le commesse si potrebbe risparmiare fino al 30% della spesa annua per la difesa.
L’approccio frammentario nel settore della difesa determina anche inutili duplicazioni e incide sulla schierabilità delle forze di difesa. L’UE conta 178 sistemi d’arma diversi, rispetto ai 30 degli Stati Uniti, e 17 tipi diversi di carri armati, rispetto ad un solo tipo negli Stati Uniti. In Europa abbiamo più costruttori di elicotteri che governi in grado di acquistarli.
Il 30 novembre 2016 la Commissione europea ha presentato il piano d’azione europeo in materia di difesa, nel quale illustra come un Fondo europeo per la difesa e altre iniziative siano in grado di rendere più efficiente la spesa degli Stati membri per le capacità di difesa comuni, rafforzare la sicurezza dei cittadini europei e promuovere una base industriale competitiva e innovativa. L’iniziativa è stata accolta con favore dai leader dell’UE in occasione del Consiglio europeo del dicembre 2016 e del marzo 2017 e la Commissione è stata incaricata di formulare le proposte presentate oggi.
Per ulteriori informazioni
Scheda informativa sul Fondo europeo per la difesa
Il Fondo europeo per la difesa – Domande frequenti
Domande e risposte – Il futuro della difesa europea
Comunicazione “L’istituzione del Fondo europeo per la difesa”
Fonte: Commissione Ue
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