Le aziende italiane al Salone parigino di Le Bourget

Con la partecipazione del Ministro della Difesa Roberta Pinotti e del nuovo amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo in carica dallo scorso 16 maggio, la partecipazione dell’industria italiana all’edizione 2017 del salone di Le Bourget a Parigi ha assunto uno spessore maggiore rispetto ai più recenti appuntamenti di livello internazionale, dove la mancanza di chiare indicazioni sul futuro del principale gruppo e la continua riduzione dei fondi disponibili costituivano elementi negativi per lo sviluppo dell’industria nazionale di settore.

Leonardo M-346/T-100

Il prodotto di punta di Leonardo al salone di Parigi non poteva che essere la gamma di velivoli d’addestramento di ultima generazione rappresentati dall’M-345 e dall’M-346 nelle diverse versioni da addestramento/combat e fighter attack nonché addestramento puro, aggressor e per ruoli ‘companion’. Nel corso della conferenza stampa tenutasi il primo giorno del salone, l’a.d. di Leonardo North America e Leonardo DRS, William Lynn, insieme al managing director della divisione velivoli di Leonardo, Filippo Bagnato, e i rappresentati di Honeywell per i motori e CAE per il sistema integrato d’addestramento del velivolo con un esteso complesso a terra, hanno puntualizzato che il T-100, la piattaforma derivata dall’M-346 per il programma T-X avrà un’importante componente USA, se verrà scelto dall’USAF per questa importante gara per oltre 300 velivoli ed un numero imprecisato di simulatori di volo.

Profumo

Secondo quanto dichiarato, il team industrial del T-100, offre l’assemblaggio della macchina e la fabbricazione di importanti componenti presso uno stabilimento nuovo di zecca a Tuskegee, in Alabam, che darà lavoro a 750 lavori specializzati e ben pagati. Il contenuto made in USA sarà superiore al 60% grazie ai motori, sistema d’addestramento, assemblaggio e realizzazione di parti pregiata del velivolo in USA.

Si tratta inoltre di un velivolo già sviluppato ed in servizio o di prossima consegna a ben quattro aeronautiche di alto livello, come quella italiana, israeliana, di Singapore e polacca che lo utilizzano o utilizzeranno nel caso polacco per una vasta gamma di missioni che va dall’addestramento avanzato alle missioni aggressor e ‘companion’ perché le prestazioni della macchina e del sistema addestrativo comprensivo di un segmento velivolo ed uno a terra, offrono capacità d’interazione o di ‘live constructive architecture’ difficilmente proposte da altri sistemi.

Il team T-100 andava a presentare i dati di volo richiesti entro la fine di giugno affinché l’USAF possa prendere una decisione anche prima della fine dell’anno in competizione con Il T-50 della Lockheed Martin ed il nuovo velivolo sviluppato da Boeing e Saab. Un programma dai risvolti particolarmente difficili per quanto riguarda la parte commerciale, perché dal punto di vista tecnico l’M-346 viene oggi offerto in una gamma di versioni per l’addestramento e missioni operative. Nel corso del salone è stata presentata nel dettaglio la versione Fighter Attack o M-346 FA, di cui AD ha anticipato le caratteristiche nel reportage sul salone di IDEX 2017, ma che mostrava interessanti novità.

M346FA

In particolare è stato esposto il radar a scansione meccanica specificatamente sviluppato per il velivolo e denominato Grifo-346 con antenna ottimizzata ed integrato interrogatore IFF mentre nell’ambito della panoplia di sistemi d’arma trasportabili facevano bella mostra i sistemi MBDA aria-superficie Brimstone e Marte ER, a dimostrazione delle avanzate capacità operative della macchina. Sempre a tale riguardo, occorre rimarcare come l’Aeronautica israeliana abbia rivelato prima e dopo il salone che intende far diventare i propri M-346 Lavi macchine in grado di trasportare ed utilizzare carichi esterni, fra cui serbatoi ausiliari e bombe per l’addestramento al fine di preparare sia piloti che operatori ai sistemi, unitamente all’evoluzione del sistema addestrativo a terra per realizzare missioni virtuali con formazioni da quattro velivoli.

Inoltre i Lavi dispongono del casco integrato Elbit Systems Targo che offre addestramento sintetico sul velivolo primo del trasferimento su velivoli da combattimento. In particolare il sistema è particolarmente utile per l’addestramento dei piloti destinati all’F-35A Adir che non dispone di display a testa alta ma di casco integrato Rockwell Collins-Elbit di terza generazione. Si tratta di capacità multiruolo spinte che consentirebbero all’AMI di rimpiazzare un numero imprecisato di AMX a fronte dei costi d’impiego e di ciclo vita degli EF 2000 e degli F-35, per missioni in contesti meno spinti di quelli dove andrebbero ad operare i velivoli di quarta e quinta generazione.

 

Palcoscenico internazionale per ‘M-345

Sebbene il T-100 fosse al centro dell’attenzione per il programma americano, è stato il nuovo l’addestratore M-345, presentato per la prima volta al pubblico internazionale dopo il primo volo avvenuto lo scorso 29 dicembre, a riscuotere forte interesse e successo sia fra gli addetti ai lavori che tra gli stessi operatori.

M345

Propulso da un turbofan Williams FJ44-4M-34, e con un peso al decollo di 4.500 kg, l’M-345 può raggiungere i 380 nodi al livello del mare ed è capace di un rateo di salita di 5.200 piedi al minuto, con un fattore di carico limite pari a +7g/-3.5g. il nuovo velivolo è stato realizzato sulla base di studi che indicano i costi di acquisizione ed operativi dell’M-35 comparabili a quelli di un velivolo turboprop, ma con notevoli vantaggi dal punto di vista dell’addestramento basico/avanzato, in quanto la macchina è in grado di raggiungere ben 380 nodi, pari a circa il 50% in più dei turboprop, ed in grado di portare a termine manovre basiche di un velivolo da combattimento fin dalla fase addestrativa basica.

A questi si aggiunge un’elevata capacità di manovra rispetto ai turboprop durante missioni addestrative replicanti quelle operative, che consentono ai potenziali clienti di scegliere la macchina per coprire l’intero syllabus addestrativo fino al reparto di conversione operativa, grazie anche ad un esteso sistema addestrativo integrato a terra, derivato dall’esperienza dell’M-346.

Caratterizzato da un cockpit completamente digitalizzato con tre display multifunzionali ed un display a testa alta, la macchina di pre-serie è previsto che voli prima della fine del 2018 ed il programma che attualmente prevede l’acquisizione di cinque macchine con il relativo sistema addestrativo integrato a terra, dovrebbe ottenere la certificazione EMAR 21 (European Military Airworthiness Regulation 21th Century) prima della fine del 2019, per la consegna della prima macchina all’AMI.

In aggiunta all’AMI, che ha un requisito per 45 macchine destinate a rimpiazzare l’attuale flotta di MB-339A compresi quelli in servizio con la Pattuglia Acrobatica, nel corso della conferenza stampa tenutasi al salone è emerso che l’M-345 è stato selezionato da due clienti internazionali ed un secondo contratto è in fase di definizione con potenziale firma intorno alla fine del corrente anno.

 

Promuovere il Typhoon

La partecipazione di Leonardo al consorzio Eurofighter con Airbus e BAE Systems vede il gruppo italiano prepararsi per la produzione e la fornitura del supporto al programma per 28 Typhoon destinati al Kuwait. Nel corso del salone è emerso che BAE Systems si sta occupando delle campagne promozionali della macchina in Belgio e Finlandia ed è stato dichiarato che sono stati consegnati 509 su 599 velivoli ordinati. BAE Systems ha annunciato inoltre l’arrivo del primo dei dodici Typhoon (tutti allo standard Tranche 3) ordinati dall’Oman nel paese mediorientale. Particolare attenzione è stata dedicata nel corso del salone alla panoplia di sistemi d’arma in grado di essere impiegati o di possibile impiego da parte del Typhoon.

In particolare in aggiunta al sistema missilistico a lungo raggio Meteor ed al missile da crociera Storm Shadow, di cui è prevista l’integrazione con il programma di potenziamento della capacità della macchina P2E, ed al sistema aria-superficie Brimstone che verrà integrato con il pacchetto P3E, MBDA ha ricevuto un contratto nel maggio 2016 per lo sviluppo del sistema aria-superficie stand-off Spear che sarà disponibile per l’integrazione con il pacchetto P4E, unitamente alla disponibilità del missile antinave Marte ER, verificatane la fattibilità integrativa attualmente in corso.

Il sistema Marte ER è stato definito come missile antinave subsonico con gittata oltre l’orizzonte e superiore ai 100 km, capace di ingaggiare bersagli marittimi strategici con un coordinato attacco in ogni condizioni meteo.

In parallelo Leonardo è impegnata insieme alle altre aziende nello sviluppo delle capacità e nel supporto della macchina, con la recente firma del relativo contratto con Airbus per il supporto e manutenzione quinquennale delle flotte tedesche e spagnole del Typhoon. Quest’ultimo segue i due distinti contratti per la flotta italiana ed inglese. Oltre a garantire un’elevata disponibilità delle flotte, questi contratti di lungo termine consentono considerevoli riduzioni di costi per le nazioni partner del consorzio Eurofighter, con una parte significativa di questi risparmi reinvestita in programmi che hanno lo scopo di sviluppare ulteriormente le capacità del caccia.

 

Gli altri programmi di Leonardo

Sempre nell’ambito dei velivoli da combattimento, il gruppo Leonardo è impegnato insieme a Lockheed Martin nella gestione della linea d’assemblaggio finale e test prima della consegna o FACO (Final Assembly and Check Out) di Cameri per il velivolo di quinta generazione Lockheed Martin F-35 Lighting II. Nel corso dei diversi briefing rilasciati dalla stessa società americana e da rappresentanti militari americani ed inglese, sono state evidenziate le capacità produttive ma anche quelle future di supporto del sito, mentre per quanto riguarda l’entrata in servizio del velivolo con la Difesa italiana, è stato dichiarato che presso la base di Amendola sono stati realizzati ben 38 hangar per il velivolo.

AW 169

Nel corso del salone, Leonardo ha incassato un altro successo sul mercato elicotteristico cinese rafforzando la propria collaborazione con la società Sino-US Intercontinental Helicopter, grazie ad un nuovo ordine per 17 elicotteri di cui due AW199Kx, 10 AW109 Trekker e 5 AW139 per un valore di oltre 100 milioni di euro, con consegne previste a partire dalla fine dell’anno. L’accordo di esclusività con la società Sino-US Intercontinental Helicopter è destinato ad essere esteso a tutte le attività elicotteristiche del mercato cinese entro la metà del 2019. Il focus della divisione elicotteri di Leonardo durante il salone ha riguardato il settore EMS/SAR ed in particolare l’elicottero leggero-intermedio da 4.6/4.8 tonnellate AW169, considerato la macchina ideale per tale attività.

A partire dalla certificazione della nuova macchina nel 2015, sono stati venduti più di 160 elicotteri in circa 30 nazioni, di cui risultano in servizio 30 unità con un numero di ore di volo che quest’anno è previsto che raggiunga le 12.000 ore. Grazie all’ampia cabina di trasporto per una barella e sette persone sedute o due barelle e 5 seduti, la macchina presenta una serie di accorgimenti tecnici ad incrementare significativamente la sicurezza del volo in condizioni critiche come quelle SAR ed EMS. Per quanto invece riguarda il convertiplano AW609, è stato confermato che Leonardo ha fornito un briefing ad un operatore internazionale sui cambiamenti necessari affinché si renda compatibile il mondo delle piattaforme ad ala rotante e fissa all’impiego del convertiplano.

Leonardo è impegnato da tempo a fornire indicazioni ed a richiedere modifiche agli standard ed alle procedure fissate dall’ICAO per le operazioni dei velivoli. Il briefing ha visto la partecipazione di responsabili dell’aviazione di diversi paesi nel mondo compresi gli USA, l’Australia, Austria, Francia, Germania, Russia, Svizzera ed Emirati Arabi Uniti. Le raccomandazioni offerte e recepite dovrebbero essere portate all’attenzione di organi superiori in vista di una possibile raccomandazione ed adozione per metà del 2018, che corrisponde al periodo di certificazione della macchina e la sua successiva entrata in servizio. Le previsioni in ordine alla certificazione parlano di fine 2018 con prime consegne alla fine del 2019. I

Il convertiplano AW609 avrebbe attratto anche l’attenzione dell’US Army e discussioni esplorative sarebbero in atto con l’AMRDEC al fine di verificare le potenzialità di una macchina del medesimo tipo dalle ridotte dimensioni. Esiste già un cliente militare della macchina rappresentato dal Joint Aviation Command (JAC) degli Emirati Arabi Uniti per missioni di soccorso mentre le forze armate italiane hanno mostrato interesse per le capacità della macchina.

Nell’ambito dei velivoli senza pilota di nuova generazione, Leonardo partecipa al programma EuroMALE insieme a Airbus e Dassault, le aziende rappresentative dei quattro paesi (Francia, Germania, Italia e Spagna) che sostengono lo studio di definizione della nuova macchina lanciato nel maggio 2015, e potenzialmente capace di trasformarsi in qualcosa di concreto dopo il completamento dello studio. Quest’ultimo ha raggiunto le decisioni critiche sulla configurazione della piattaforma e del sistema propulsivo, la cui soluzione in quest’ultimo caso potrebbe essere rappresentata da un piccolo turbofan.

Dichiarazioni da parte di esponenti industriali farebbero propendere per una continuazione del programma ed il lancio della fase di sviluppo per il 2018, con un prototipo destinato ad effettuare il primo volo all’inizio del 2023 e le prime potenziali consegne nel 2025. Tutti i partner hanno presentato delle soluzioni ma non si hanno indicazioni se verrà scelta un modello completamente nuovo, una di queste soluzioni, oppure sarà una combinazione di elementi delle medesime.

AW Hero con radar nuovo

Con l’acquisizione da parte del gruppo Leonardo nel dicembre 2016 della precedentemente partecipata Sistemi Dinamici, la joint-venture specializzata nel settore dei velivoli leggeri basati su piattaforma ad ala rotante fra Ingegneria Dei Sistemi (IDS) e lo stesso gruppo, quest’ultimo ha dato impulso all’attività di sviluppo già in essere della piattaforma AW Hero. Dopo aver effettuato un’accurata analisi dei più recenti requisiti a livello nazionale ed internazionale, in termini di velivoli senza pilota destinati ad operare da bordo di piattaforme navali, Leonardo ha deciso di estendere l’autonomia di missione dell’AW Hero fino a sei ore ed incrementare il peso utile trasportabile, inclusivo di carburante, a 85 kg.

“La nuova versione dell’AW Hero è previsto effettui il primo volo nel terzo trimestre del 2017, possibilmente nel mese di settembre”, ha specificato James Wang, SVP Marketing of Leonardo Helicopters a AD nel corso del salone. Successivamente l’AW Hero è previsto venga sottoposto ad un’intensa attività di test, valutazione e certificazione che comprende anche l’integrazione di nuovi sistemi per applicazioni duale, ha aggiunto il rappresentante di Leonardo.

La nuova versione del velivolo si caratterizza per un rotore principale il cui diametro è incrementato a 4 metri (da 3,5), che unitamente ad altre migliorie, consente di incrementare il peso massimo al decollo a 205 kg (contro i 105 della precedente versione) e l’autonomia a 6 ore con un peso utili in termini di sistemi elettronici pari a 35 kg. Equipaggiato con un motore ‘heavy fuel’ in grado di assicurare una velocità di crociera pari a 90 nodi, l’AW Hero si caratterizza per una lunghezza di 3,7 metri e un rotore principale articolato a tre pale con capacità di essere ‘ripiegato’ manualmente ed un sistema di navigazione e controllo del volo a ‘tripla ridondanza’ per assicurare insieme ad altri accorgimenti un elevato grado di sicurezza durante le operazioni di volo e sul ponte della nave.

Il carico utile dell’AW Hero può essere trasportato sia muso, che sotto la pancia del velivolo o sui fianchi dello stesso. La predisposizione nel muso consente l’installazione di un sistema radar e di una torretta EO/IR con diametro da 10 pollici, mentre le altre due predisposizioni consentono l’imbarco di carichi più pesanti. Nel corso del salone, Leonardo ha presentato un modello del velivolo con il nuovo radar da sorveglianza Gabbiano TS Ultra-Light (UL) da 25 kg, presentato per la prima volta al pubblico ed in corso di sviluppo, unitamente ad una torretta EO/IR da 8 pollici posizionati nel muso.

Completava la sua suite di missione un sistema d’identificazione automatica in campo navale (AIS), un data link a larga banda per le trasmissioni in tempo reale ad una distanza massima di 50 mn (estendibile a 100) mentre la stazione di controllo portatile è compatibile con il velivolo a pilotaggio opzionale/remoto a decollo ed atterraggio verticale AW Solo da 1.800 kg al decollo.

A seguito dell’intensa attività di test e valutazione a cui verrà sottoposto l’AW Hero dopo il primo volo, il programma per la qualificazione della macchina in ambito militare in versione base per l’impiego da terra dovrebbe concludersi nel 2018, mentre si svilupperà in parallelo quella civile. La stessa macchina è al centro di un programma del Piano Nazionale Ricerca Nazionale (PNRM) destinato a testare, integrare e valutare una serie di tecnologie e soluzioni atte a consentirne l’utilizzo in ambito navale per soddisfare i requisiti della Marina Militare, che intende imbarcare sulle nuove navi in fase di costruzione macchine similari.

Falco EVO

In parallelo alla nuova versione, Leonardo porta avanti le attività di sviluppo, test e certificazione del nuovo radar da sorveglianza a scansione meccanica Gabbiano TS Ultra-Light (UL) da 25 kg, che comprende un’antenna da 12 pollici e un processatore di ricetrasmessione (receiver transmitter processor, RTP), la cui tecnologia verrà applicata anche alle altre versioni della famiglia Gabbiano. La nuova versione è previsto che sia pronta per le attività di certificazione in volo verso la fine 2017-inizio 2018.

Sempre nel settore dei velivoli senza pilota, Leonardo ha annunciato nel corso del salone che collaborerà con l’operatore civile aereo Heli Protection Europe (HPE) per offrire a clienti civili, quali Polizia ed operatori di soccorso, servizi di sorveglianza e ricognizione, basati sull’impiego di velivoli pilotati da remoto (RPAS). Per soddisfare i requisiti di tale progetto, Leonardo sta lavorando con l’ENAC per ottenere l’autorizzazione a far volare la macchina nello spazio aereo nazionale al di fuori delle aree segregate, assicurando i necessari livelli di sicurezza, una volta che la necessaria regolamentazione sarà promulgata. Nel corso del salone è anche emerso che Leonardo sta lavorando ad una nuova macchina o più versioni della medesima con autonomia e carichi di missione maggiorati e differenziati, le cui prime evidenze sono emerse nel corso della presentazione dei risultati finanziari da parte del precedente CEO del gruppo.

In aggiunta alla suite per il velivolo Gripen con radar ed IFF a scansione elettronica attiva, la cui tecnologia è in corso d’applicazione sia al programma Eurofighter che a programmi navali in UK, come meglio vedremo oltre, il gruppo Leonardo presentava per la prima volta nel settore dell’avionica agli addetti ai lavori altre interessanti novità rappresentate dalla nuova software defined (SDR) radio (SDR) SRT-800 della famiglia SWave e dai nuovi sistemi nel settore della Guerra Elettronica rappresentati dai decoy attivi ‘a perdere’ della famiglia BriteCloud e dalla nuova suite EW BriteEye.

Dopo aver sviluppato analoghi sistemi per l’impiego terrestre (Forza NEC) e navale (Legge Navale), Leonardo ha presentato per la prima volta al mondo aeronautico la SDR SRT-800 che rappresenta la soluzione avionica di nuova generazione in ambito SDR per assicurare comunicazioni aria-aria ed aria-terra in ambito net-centrico con protezione intrinseca cyber per coprire l’intera gamma di operazioni civili e militari.

Decoy Leonardo

Una singola radio SDR SRT-800 è stata sviluppata per rimpiazzare una gamma di apparati tradizionali, come radio multibanda (V/UHF), SATCOM e cifranti.  La nuova radar SDR SRT-800 è stata specificatamente concepita per assicurare con una singola piattaforma completamente riconfigurabile grazie al software, modalità di funzionamento e forme d’onda customizzate. Compatibile con lo standard SCA (Software Communications Architecture) che permette una riconfigurazione in teatro, l’apparato SRT-800 copre la gamma di frequenze 30-2000 MHz (U/VHF) dal supporta aereo ravvicinato in banda VHF al militare in banda UHF passando per il controllo del traffico aereo, operazioni terrestri e navali, senza dimenticare le applicazioni oltre la linea dell’orizzonte e SATCOM.

Capace di assicurare la copertura di un’ampia gamma di forme d’onda e protezione come l’High Data Rate (HDR) sviluppata dal consorzio europeo ESSOR (European Secure Software Defined Radio) di cui fa parte Leonardo, ma anche Have Quick, Saturn, Sincgars ed altre, la nuova radio multiruolo è in grado di soddisfare le esigenze sia del mercato militare che civile.

Nel settore dei sistemi d’identificazione tipo IFF, Leonardo ha annunciato di aver ricevuto insieme ad Hensoldt nell’ambito del raggruppamento ‘Team Skytale’ un contratto del valore di oltre 290 milioni di euro per l’aggiornamento allo standard Mode 5 dei sistemi IFF in servizio su oltre 350 piattaforme aeree, terrestri e navali britanniche. Un contratto di particolare importanza in un settore che vede una forte competizione con i grandi gruppi americani ed europei e di contenuto tecnologico di alto livello e sicurezza. Sempre nel settore elettronico, Leonardo e Thales insieme ai rispettivi enti per la navigazione aerea francese (DSNA) e italiana (ENAV) hanno confermato l’impegno nel progetto Coflight, il sistema di elaborazione dei dati di volo di nuova generazione progettato per soddisfare gli obiettivi del “Cielo unico europeo’ (Single European Sky) e di SESAR (Single European Sky ATM Research).

Nel settore della Guerra Elettronica, Leonardo ha presentato la più recente versione dei decoy attivi ‘a perdere’ o EAD (Expandable Active Decoy) della famiglia BriteCloud. Sebbene la nuova versione fosse stata presentata nel corso della EW Conference che si è tenuta a Londra nel periodo 5-7 giugno, al salone di Parigi sono stati confermati interessanti sviluppi congiunti con il Ministero della Difesa UK.

La nuova società UK (Leonardo MW) del gruppo che raccoglie tutte le attività di Leonardo in Gran Bretagna, ha completato lo sviluppo della versione dell’EAD BriteCloud in grado di essere lanciata dai dispenser che utilizzano cartucce IR e RF quadrate (anziché rotonde da 55 mm) cosiddette da 218 (indicanti le dimensioni pari a 2x1x8 pollici). Queste ultime sono compatibili con i lanciatori standard NATO AN/ALE-40 ed AN/ALE-47, incrementando significativamente la gamma di velivoli su cui installare il prodotto di Leonardo. I

l nuovo EAD, che ha richiesto uno sviluppo dedicato date le minori dimensioni, è stato testato con successo ne marzo di quest’anno da un F-16 dell’Aeronautica danese su di un poligono non specificato. Nel frattempo è stato qualificato l’EAD BriteCloud da 55 mm che è sottoposto ad intesa attività di verifica al fine di stabilire le modalità d’impiego, per un’immissione in servizio possibilmente entro quest’anno.

Mirach 40

Leonardo ha inoltre rivelato che sta lavorando fianco a con il ufficio di sviluppo rapido delle capacità o RCO (Rapid Capabilities Office) della Royal Air Force al fine di accelerare lo sviluppo e l’immissione in linea di nuovi sistemi come nel caso della famiglia BriteCloud. Quest’ultimo verrà installato nella versione da 55 mm inizialmente a bordo dei Tornado GR.4 e successivamente nella versione da 218 sui velivoli multiruolo Eurofighter Typhoon.

Più recente Leonardo ha ricevuto un contratto dal Ministero difesa britannico per l’aggiornamento del sistema di protezione passiva “Praetorian” di questo velivolo per la RAF, ma nessun dettaglio è stato specificato al riguardo e secondo quanto risulta a AD non riguarderebbe il sistema BriteCloud. Infine Leonardo ha anche presentato la nuova suite di protezione passiva Brite Eye incentrato sull’RWR SEER e lo stesso sistema BriteCloud in aggiunta ai classici decoy IR ed IR. E’ interessante notare che la brochure del prodotto rappresentava un’applicazione legata all’M-346.

Sfruttando le tecnologie sviluppate per il Mirach 100/5, nel settore dei bersagli di nuova generazione, Leonardo ha presentato per la prima volta agli addetti ai lavori il Mirach M-40. Rispetto al fratello maggiore, quest’ultimo presenta dimensioni minori e si differenza per essere utilizzato lui stesso come bersaglio anziché impiegare bersagli rimorchiati. In grado di simulare missili antinave sea-skimming e capace di operare e manovrare a bassissima quota, l’M-40 è in grado d’incassare 9 g e raggiungere velocità di 200m/sec con un’autonomia massima di un’ora a seconda del profilo di missione.

COSMO SKYMED-021

Dopo aver celebrato all’inizio di giugno il decennale del lancio del primo satellite della costellazione italiana COSMO-SkyMed per osservazione radar della terra, Leonardo ha presentato a Parigi il nuovo accordo che coinvolge la controllata e-GEOS (joint-venture tra Telespazio e Agenzia Spaziale Italiana) e la società americana Orbital Insight riguardante la convergenza tra tecnologie spaziali e big data analytics, dove le soluzioni di cloud computing e le innovative tecniche di apprendimento automatico (machine learning) e intelligenza artificiale sviluppate da Orbital Insight verranno utilizzate per analizzare le immagini satellitari ad altissima risoluzione provenienti dalla costellazione COSMO-SkyMed, acquisite ed elaborate da e-GEOS, integrandole con dati provenienti da altre informative per offrire servizi radicalmente nuovi per molteplici applicazioni, dalla sicurezza alla gestione delle emergenze, dall’agricoltura di precisione al monitoraggio dell’ambiente.

La presenza italiana

Oltre al gruppo Leonardo, la presente italiana si articolava sulla partecipata MBDA Italia con il gruppo paneuropeo specializzato nel settore missilistico, Elettronica, Avio, Thales Alenia Space, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Avio Aero ed un nutrito gruppo di medie e piccole imprese che partecipavano per la maggior parte attraverso i cluster aerospaziali lombardo, laziale, campano, pugliese e per la prima volta dell’Emilia Romagna, in aggiunta all’AIAD, la federazione delle aziende italiane per l’aerospazio. In occasione della visita del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, quest’ultima ha evidenziato quanto sia importante aiutare le piccole e medie imprese perché diventino più robuste e sappiano affrontare anche il mercato internazionale e come lo spazio sia un’importante mercato estero, e per questo è importante che l’Italia abbia una capacità di penetrazione tecnologica.

Se l’AIAD si fa carico di questo lavoro, occorre rimarcare che anche i fondi extra annunciati dal Governo per la sicurezza nazionale e l’alta tecnologia nell’ambito di quei 47 miliardi di investimenti pubblici in 25 anni, non assicurano quella visione a lungo termine in termini di investimenti richiesta dal particolare settore della Difesa. Secondo quanto risulta a AD nei primi cinque anni i fondi disponibili per la Difesa sono esigui e cominciano soltanto ad essere presenti e costanti dopo tale periodo. In un momento di particolare difficoltà e concorrenza del settore, aver spalmato i promessi fondi in modo ‘omogeneo’ avrebbe consentito il lancio d’importanti programmi non soltanto per la Difesa nazionale ma anche a livello internazionale e nel settore dell’export, di cui l’industria nazionale avrebbe avuto un forte ritorno.

 

MBDA

In particolare, per quanto riguarda questa presentava sia il sistema missilistico Aster 30 Block 1NT, di cui abbiamo già parlato in passato, sia il sistema NCES (Network-Centric Engagement Solutions) rappresentato da una nuova architettura di sistema net-centrica per la difesa aerea basata sui più recenti protocolli di scambio dati in tempo reale che, secondo quanto annunciato, risulta già sottoposta a test in vista della consegna al primo cliente acquirente. Sempre nell’ambito della difesa aerea anche il nuovo lanciatore per missili superficie-aria Mistral da mezzi terrestri denominato Mistral Atlas-RC, avrebbe già trovato un cliente nella Spagna oltre ad un paese mediorientale.

Marte ER

Nel corso del salone inoltre, il gruppo MBDA ha puntato sulla famiglia Marte ER ed in particolare la versione lanciabile da velivolo da combattimento. Come già emerso nel recente passato, quando il gruppo Leonardo è stato selezionato per fornire al Kuwait il velivolo da combattimento Eurofighter Typhoon, una delle capacità operative che l’aeronautica militare del paese mediorientale ha richiesto è stata quella antinave.

Anche l’Aeronautica Militare Italiana ha sempre richiamato tale capacità sul Typhoon, avendola persa in passato con il ritiro dal servizio del Kormoran 2 lanciabile dai Tornado IDS. Con l’interesse avanzato dalle due aeronautiche militari, è stato lanciato un feasibility study tra Leonardo e MBDA Italia, supportato dal consorzio Eurofighter, per studiare la fattibilità d’integrazione del missile Marte ER sulla piattaforma Typhoon. Questo contratto è già in avanzato stato di sviluppo da circa un anno e dovrebbe richiedere ulteriori 12 mesi per completare gli studi d’integrazione del missile sul Typhoon. I test finora condotti in laboratorio sarebbero stati finora positivi e non ci si aspettano difficoltà. In parallelo, dovrebbero essere presto lanciate anche le trattative sul pacchetto di sistemi d’arma che andranno ad equipaggiare i velivoli Typhoon del Kuwait.

SmartGlider

Questa comprende sistemi aria-aria come il Meteor ed aria-superficie fra cui è stato finora individuato lo Storm Shadow. Pertanto, affinché Leonardo possa consegnare un Typhoon operativo e comprensivo di sistemi d’arma, la finalizzazione della negoziazione dovrebbe concludersi entro la fine del 2018, anche se MBDA Italia si è sempre riservata di dare informazioni a riguardo.

L’emissione di un requisito da parte dell’Aeronautica Militare Italiana e la dichiarazione da parte di quella kuwaitiana dell’interesse di acquisire il Marte ER, aprirebbe le porte ad assicurare una capacità antinave al Typhoon attraverso un prodotto al 100% italiano. Anche altri paesi avrebbero espresso interesse nei confronti della capacità antinave per il Typhoon, tra cui la Germania che si sarebbe espressa in tal senso. A tutto questo si aggiunge la possibilità d’impiego del Marte ER dagli elicotteri ASW/ASuW NH Industries NFH-90, già in servizio con la Marina Militare ed in fase d’acquisizione da parte di quella tedesca. Nel frattempo, MBDA Italia sta lavorando alla versione del Marte ER per impiego da batteria costiera per soddisfare il contratto sottoscritto dal Qatar.

Quest’ultimo è legato al potenziamento della propria flotta con il contratto assegnato a Fincantieri per le navi ed a MBDA Italia per i missili superficie-aria Aster 15/30 e superficie-superficie Exocet da un unico pacchetto di finanziamento approvato di recente e destinato ad essere lanciato con il ricevimento del down-payment a breve (possibilmente entro l’inizio delle vacanze estive).

Un altro filone in vista di sviluppo è rappresentato dall’impiego di tecnologie legate al Marte ER, come la propulsione ed il seeker, nel programma ancora da lanciare destinato al rimpiazzo/ammodernamento del sistema antinave Teseo Mk2A in servizio con la Marina Militare.

Quest’ultimo programma richiede una definizione dei requisiti di missione basati sui più recenti scenari d’impiego anche alla luce dell’evidenziato interesse per capacità ‘deep strike’, che non può prescindere da una visione export del nuovo sistema d’arma per assicurare la necessaria copertura finanziaria e lanciare l’attività il più presto possibile. Un’impresa caratterizzata da un certo grado di difficoltà perché mentre il programma CAMM ER ha trovato un requisito comune fra Aeronautica ed Esercito, ed assegnata una priorità uno al programma grazie anche ai fondi aggiuntivi stanziati dal governo italiano per infrastrutture ed una serie di settori fra cui quello della Difesa, quello per lo sviluppo del Teseo Nuova Generazione non è stato considerato priorità uno e quindi è necessario ricercare nuovi fondi affinché lo stesso lo diventi.

Nel corso del salone il gruppo MBDA ha anche presentato per la prima volta una nuova famiglia di sistema d’arma guidati, capace d’incrementare il numero di bersagli in grado di essere colpiti da una singola piattaforma nel corso di una singola missione. Denominata SmartGlider Light, questa famiglia di bombe guidate plananti è lunga circa due metri, ha un peso di 120 kg e può essere equipaggiata con differenti sistemi di guida. Con una testata bellica di dimensioni ridotte ed un peso di 80 kg derivata da quella di nuova generazione ‘insensitive’ Bang e capace di assicurare prestazioni similari a quelli della Small Diameter Bomb (SDB) americana, il sistema di guida comprende diversi sistemi quali laser e sensori elettro-ottici a cui si può aggiungere un data link, a seconda dalla missione da portare a termine. Con una portata che può arrivar a 100 km ed un sistema di trasporto che consente l’impiego di 12 ordigni ai piloni subalari (aumentabili a 18 con quello centrale), il sistema dovrebbe diventare disponibile prima del 2025.

 

Elettronica

L’introduzione di nuovi sistemi d’arma a guida RF ed IR capaci di sempre maggiori portate e sistemi di guida sempre più sofisticati, nonché capacità di cyber attack evolute, ha spinto il gruppo Elettronica negli ultimi anni ad ampliare il proprio portafoglio di sistemi difensivi ed ‘offensivi’ sia nel campo RF, IR e cyber ed a sviluppare prodotti in grado di assicurare una capacità d’intelligence e comando e controllo (C2) nei diversi campi appena citati.

Stand Elettronica

In particolare Elettronica esponeva tutta la gamma di sistemi avionici basati sulla suite Virgilius, nonché i relativi sistemi difensivi quali jammer di nuova generazione e la famiglia DIRCM ELT/572 nonché il sistema escort jammer EDGE con capacità sia d’intelligence che di disturbo ed accecamento intelligente delle difese aeree avversarie, senza dimentica i prodotti in ambito cyber come la piattaforma D-SINT della controllata CY4Gate ed il sistema anti-droni Adrian.

A seguito dell’accordo di cooperazione siglato fra Elettronica e Thales nel corso dell’edizione 2016 del salone di Farnborough, i due gruppi stanno lavorando insieme a proporre le soluzioni della famiglia Cybele sul mercato internazionale, sfruttando le capacità di penetrazione delle due società sui diversi mercati. Sebbene non siano state divulgate informazioni sulle gare a cui stanno partecipando congiuntamente le due società, a AD risulta che è stata presentata un’offerta per la futura suite di protezione passiva della nuova versione Mk3 dell’elicottero multiruolo da combattimento Tiger, in fase di sviluppo. Le due configurazione della famiglia Cybele (Enhanced ed Expert) che si differenziano per la più ampia gamma di sistemi presentata della seconda, comprendono apparati di ultima generazione gestiti da un sistema di comando e controllo (EWC2).

Jammer elettronica

In particolare accanto alla suite Virgilius di Elettronica ed agli apparati RWR Thales CATS-170 ed ESM Elettronica ELT/741 nonché ai dispenser Vicon XF e sistema di allerta laser, vengono proposti il sistema DIRCM Elettronica ELT/572 e jammer allo stato solido, il sistema MWS con capacità d’indicazione della fonte di minaccia (HFI, Hostile Fire Indicator) Thales Elix-IR presentato nel corso della stessa edizione 2017 del salone di Parigi e decoy attivi a perdere meglio conosciuti come EAD (Expandable Active Decoy).

Quale sistema di allerta passivo multifunzione, la suite Elix-IR è basata su una serie di sensori IR a singolo colore, in grado di assicurare informazioni sul lancio di missili spalleggiabili e non, oltre ad allertare l’equipaggio dell’origine del fuoco di armi di medio e piccolo calibro, nonché razzi non guidati.

Secondo quanto dichiarato da Thales, il sistema Elix-IR sarà disponibile dal terzo trimestre 2018. Il sistema DIRCM ELT/572 ha completato con successo alla fine dell’anno scorso, la campagna di test e valutazione operativa (OT&E) a bordo del C-130J su poligoni negli Stati Uniti ed in Italia, diventando pienamente operativo sul quadrimotore da trasporto in servizio con l’AMI. Grazie a tale attività, il sistema viene offerto sul mercato internazionale del C-130J e di altre piattaforme comprese quelle elicotteristiche. In parallelo sono state validate le tecniche d’impiego del DIRCM insieme ai flare per assicurare un’efficace protezione contro i MANPADS dell’ultima generazione, rendendo disponibile tale capacità per il mercato dell’export.

La suite IEWS(V)12 in fase di test e qualifica a bordo degli elicotteri HH-101 CSAR dell’AMI, rappresenta la più sofisticata e completa suite di protezione installata a bordo di un velivolo ad ala rotante al di fuori degli Stati Uniti, con sistema di disturbo attivo di ultima generazione. Elettronica sfrutta tale tecnologia derivata dalla suite di protezione passiva dell’Eurofighter Typhoon, per offrire tale capacità anche sul mercato internazionale, come nel caso del mercato indiano a bordo dei velivoli russi.

 

Avio

Fra le altre società che hanno avuto risalto nel corso del salone parigino, occorre menzionare Avio che nei primi giorni ha sottoscritto il primo contratto di lancio commerciale per la nuova versione ‘C’ del lanciatore Vega, attualmente in fase di sviluppo, che volerà per la prima volta nel 2019.

Quest’ultimo è stato siglato da Arianespace con Airbus Defence and Space, per due voli destinati a portare in orbita quattro satelliti ad elevata risoluzione ottica per l’osservazione della Terra, dimostrando di essere una soluzione competitiva per il lancio di costellazioni di satelliti per osservazione della Terra ad elevato contenuto tecnologico. Avio ha inoltre comunicato che ha ricevuto un contratto per il lancio con il vettore Vega, del satellite PRISMA (PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa) dell’Agenzia Spaziale Italiana nel 2018. Si tratta di un satellite per l’osservazione della Terra costruito da OHB e dotato di uno strumento di elettroottica innovativo, che combina un sensore iperspettrale con una fotocamera pancromatica a risoluzione media.

Avio ha inoltre presentato per la prima volta, il nuovo SSMS (Small Spacecraft Mission Service), quale progetto ESA (Agenzia Spaziale Europea) realizzato con il sostegno dell’Agenzia spaziale italiana e della Repubblica Ceca.

Vega-SSMS è un dispenser modulare in fibra di carbonio concepito da Avio per soddisfare le richieste di servizio di lancio in orbita bassa (300 KM e oltre) di aggregati di piccoli satelliti con un peso variabile tra 1 Kg (Cubesat o aggregati di Cubesat) e 400 Kg (Minisat). In aggiunta al satellite PRISMA, l’Agenzia Spaziale Italiana ha siglato un accordo con la NASA per la realizzazione del satellite della missione IXPE (Imaging X-ray Polarimetry Explorer).

Destinato ad essere lanciato nel novembre del 2020, IXPE effettuerà per la prima volta e con dettaglio senza precedenti la polarizzazione di sorgenti celesti che emettono raggi X, come i buchi neri in accrescimento, pulsar e stelle di neutroni in sistemi binari. Presso lo stand dell’ASI faceva bella mostra anche il mock-up della piattaforma stratosferica, il nuovo progetto targato CIRA (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) per lo sviluppo di un High Altitude Air Ship, di natura ibrida. Si tratta di una nuova generazione di piattaforme stratosferiche dotate di avanzati sensori per l’osservazione della terra, che integrano le attuali costellazioni satellitari di telerilevamento.

 

Le altre italiane

Nell’ambito del gruppo di medie e piccole imprese italiane che hanno partecipato a vario titolo al salone attraverso i cluster aerospaziali lombardo, laziale, campano, pugliese ed emiliano, con i propri stand erano presenti, fra le altre società, Aerea, Civitanavi Systems, Logic Sistemi Avionici e Magnaghi Aeronautica.

Logic

Specializzata nella progettazione, sviluppo, qualificazione di sistemi per sospensione dei carichi esterni per aeromobili ad ala fissa e rotante e partecipe a programmi nazionali ed internazionali, come l’Eurofighter Typhoon, F-35, NH90, AW139 e AW159, nonché collaborazioni con primari costruttori di sistemi d’arma e velivoli, quali Leonardo, Airbus, il consorzio Eurofighter e Lockheed Martin, e più recentemente impegnatasi nel settore spaziale, Aerea era presente con un’importante stand, segnale che l’industria privata capace di mantenersi sul mercato internazionale, è ancora viva nonostante le difficolta del sistema italiano.

Dedicata alla progettazione, sviluppo e produzione di sistemi di navigazione inerziale (INS) basati su tecnologia FOG (Fiber Optic Gyroscope), sistemi di georeferenziazione e stabilizzazione per applicazioni militari e industriali, la società Civitanavi Systems offre sul mercato nazionale ed internazionale una gamma di prodotti che copre il settore aereo, terrestre, navale e spaziale.

Civitanavi systems

L’azienda è stata selezionata in febbraio (unitamente ad altre sei imprese italiane) dall’Unione Europea per un’importante contratto nell’ambito dell’iniziativa Horizon 2020 destinato allo sviluppo di un innovato INS per applicazioni aeronautiche. Nell’ambito della famiglia di sistemi INS (FOG) ARGO, che copre le applicazioni aeronautiche sia in termini di piattaforme che di sistemi di stabilizzazione, la società marchigiana ha realizzato la sottofamiglia ARGO 4000, che si caratterizzata per le dimensioni, pesi e per i consumi più bassi nella sua categoria a livello mondiale.

Anch’essa proiettata verso l’export e fornitrice di primari costruttori di velivoli e sistemi, fra cui Leonardo, Boeing, Airbus, Aero Vodochody, AVIC, Kawasak e Thales, la Logic sistemi avionici presentava l’intera gamma di prodotti suddivisi fra cui le linee dei sistemi di elaborazione dati in tempo reale e ‘safety critical’, schermi touch screen, sistemi di controllo e distribuzione potenza, attuatori elettromeccanici e sistemi di gestione del carburante.

Logic sta oggi lavorando ad un trasponder di nuova generazione per impiego avionico con capacità avanzate, grazie al quale l’azienda intende entrare in un mercato che soltanto in ambito NATO riguarderebbe potenzialmente 6000 unità in un decennio. Per quanto riguarda invece Magnaghi Aeronautica, nel corso del salone, il raggruppamento di aziende comprende il CIRA, Techno System Development e la stessa Magnaghi, è risultato primo classificato nel progetto di un sistema di atterraggio completo che Airbus Group Helicopter sta sviluppando nell’ambito del Programma di Ricerca Europeo CLEAN Sky 2 Fast Rotorcraft.

Aerea

Per la prima volta ha partecipato al salone di Parigi il cluster aerospaziale dell’Emilia Romagna. Con quest’ultimo chiamato Innovation Research for Industry (IR4I) per indicare il potenziamento delle capacità d’innovazione e ricerca in un settore tecnologicamente avanzato come l’aerospaziale, le industrie dell’Emilia Romagna hanno voluto unirsi per affrontare la sfida globale come già in passato e tutt’oggi dimostrano con punte d’eccellenza quali la Formula 1. Al cluster partecipano 25 aziende, che sono state raggruppate per competenze ed in particolare specializzate nei materiali compositi, lavorazioni meccaniche, sistemi elettrici ed elettronici, soluzioni avanzate e servizi. Fra queste Lucchi R. Elettromeccanica, Cima, Bozzi, LGtechonoloy, TAG, Vimi fasteners, Norblast, il Centro italiano Ricerche Aerospaziali e Davi per menzionarle alcune.

Sebbene non presente al salone, nel corso di quest’ultimo è emerso che la società Piaggio Aero Industries ha rilanciato il programma per l’UAV Hammerhead, dopo che il primo prototipo è andato perduto nel Mar Mediterraneo nel maggio 2016 operando dall’aeroporto di Trapani-Birgi. E’ stato costruito un nuovo prototipo che si trova presso lo stesso sito per continua l’attività di test, valutazione e certificazione della macchina. Secondo quanto è ulteriormente emerso, il programma è oggi indirizzato a soddisfare il requisito dell’Aeronautica degli Emirati Arabi Uniti, che ha ordinato 8 piattaforme nel marzo 2016, mentre il cliente di lancio rappresentato dall’AMI è oggi diventato un partner di supporto al programma. L’attenzione è oggi focalizzata al completamento delle attività necessarie alla consegna della prima macchina agli Emirati Arabi nel 2018.

Nell’ambito dell’attività legata alla catena di sostegno logistico e della distribuzione componenti a favore dei primari costruttori di velivoli, la società italiana ALA (Advanced Logistics for Aerospace) Corporation, creata nel 2009 dalla fusione di AIP Italy ed Avio Import, entrambe pesantemente impegnate nella catena di supporto logistica di Finmeccanica, oggi Leonardo, sta guardando a nuovi primari costruttori ed acquisizioni sul mercato nord-americano dopo la recente acquisizione in Gran Bretagna della società STAG Group. La società intende continuare a crescere ad un ritmo del 20-30%, estendendo i suoi servizi anche ad altri settori industriali come quello navale.

Foto Luca Peruzzi

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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