Comincia dal cielo l’attacco iracheno a Tal Afar

L’artiglieria e le forze aeree irachene hanno dato il via il 16 agosto a un’intensa campagna di bombardamenti contro postazioni dello Stato Islamico nel nord-ovest dell’Iraq, nell’ambito dell’annunciata offensiva contro Tal Afar, ultimo bastione jihadista nella regione di Mosul. Lo hanno riferito media iracheni e panarabi.

Il governo di Baghdad aveva annunciato il giorno di Ferragosto l’avvio della campagna aerea (a quanto sembra con l’impiego di con cacciabombardieri F-16, aerei da attacco Sukhoi Su-25, ed elicotteri da attacco Mi-24/35 e Mi-28) 5per preparare il terreno all’avanzata di terra da parte delle forze federali e delle milizie di mobilitazione popolare filo-iraniane.

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Le truppe di Baghdad sono attestate a circa 15 chilometri sud-ovest di Tal Afar. Due mesi fa era stata annunciata la riconquista di Mosul, capoluogo della regione di Ninive e principale roccaforte Isis in Iraq.

Tal Afar, conquistata dall’Isis nel giugno del 2014, è un nodo strategico sulla strada che collega Mosul con Raqqa, in Siria e costituisce l’ultima roccaforte urbana prima della frontiera siriana.

In quella zona si scontrano gli interessi dell’Iran e della Turchia. Entrambi i paesi rivendicano influenza a partire dalla presenza di comunità turcomanne sunnite, appoggiate dai curdi iracheni vicini ad Ankara, e una minoranza di turcomanni sciiti, sostenuti dalle milizie sciite irachene vicine all’Iran.

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Sono ancora 2,9 milioni gli iracheni sfollati a causa della guerra all’Isis che non hanno ancora potuto fare ritorno nelle loro case. Lo ha sottolineato ieri il ministro delle migrazioni e degli sfollati, Jassem Mohammad, aggiungendo che il governo si sta preparando ad affrontare una nuova emergenza quando le truppe lealiste attaccheranno Tal Afar.

Mohammad ha precisato che dal giugno del 2014 circa 5 milioni di iracheni hanno dovuto lasciare le loro case. Di queste, solo 2,1 milioni hanno potuto finora tornare. L’offensiva per strappare all’Isis Mosul, cominciata nell’ottobre 2016 e conclusasi nel luglio di quest’anno, ha provocato 968.000 sfollati. Di questi, 791.000 provenienti dalla parte ovest di Mosul non hanno ancora potuto fare ritorno a causa delle distruzioni provocate dai combattimenti e dai bombardamenti.

(con fonte Ansa)

Foto US DoD, RT e Reuters

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