Dopo Tal Afar il collasso del Califfato in Iraq

Con la caduta di Al Ayadiya situata a nord di Tal Afar si chiude in Iraq la campagna per liberare la Piana di Ninive. Due giorni fa il commando militare iracheno aveva dato notizia di aver ucciso il Wali del Califfato (Prefetto) di Tal Afar mentre fuggiva verso il deserto siriano, e non rimanevano nel Paese che pochi combattenti islamici fuggiti da Tal Afar ed arroccati ad Al Ayadya ultima roccaforte di Daesh in Iraq.

Le forze governative irachene hanno annunciato ieri di aver riconquistato la metà di questa località. La polizia federale e le unità speciale della polizia “hanno liberato la parte orientale di al Ayadieh e il villaggio di Qubuq e vi hanno issato la bandiera irachena” ha spiegato il generale Abdelamir Yarallah, capo delle operazioni militari per la riconquista della regione di Tal Afar, 70 chilometri ad Ovest di Mosul.

Il primo ministro iracheno, Haider al-Abadi, ha annunciato ieri la completa liberazione di Tal Afar, roccaforte del sedicente Stato islamico (Is) nell’Iraq settentrionale. Lo ha riferito l’emittente al-Arabiya.

Secondo fonti dell’agenzia Asianews, circa 500 combattenti di Daesh hanno tentato di fuggire a bordo di veicoli, rompendo l’accerchiamento a Tal Afar e scappando verso il nord-ovest. La loro fuga è stata fermata dagli elicotteri dell’esercito iracheno che ha lasciato sul terreno oltre 200 morti tutti miliziani. Fallito il tentativo di fuga si è appreso che molti combattenti islamici erano comunque riusciti a fuggire pagando cifre esorbitanti a mafie locali e passanti che li hanno portati lontano, o nascosti presso i contadini della zona.

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Nelle tarde ore del pomeriggio di ieri il comandante iracheno dell’operazione “Ninive stiamo venendo” aveva annunciato di aver preso il controllo totale anche di Kolabash, a 6 km ad ovest di Al Ayadiya.

Decine di famiglie tenute in ostaggio e usati come scudi umani, lasciati soli dopo la fuga dei terroristi, sono stati portati in salvo dall’esercito verso campi profughi allestiti all’uopo.

L’ultimo colpo di coda di Daesh in Iraq è avvenuto due giorni fa: due veicoli imbottiti di esplosivi e guidati da due terroristi suicidi provenienti da Bukamal, al confine con la Siria, sono stati neutralizzati e fatti esplodere dai militari iracheni prima di poter nuocere.

Un comunicato del commando militare iracheno riferiva anche dell’uccisione nello stesso giorno di 94 combattenti dei terroristi islamici di Daesh.

Alla fine della giornata di ieri la polizia federale stava rastrellando territorio di Al Ayaddiya in cerca dei combattenti svaniti nel nulla. In un distretto desertico, senza foreste né boschi, ci si chiede dove siano finiti circa 300 combattenti dell’Isis. L’unica loro via di salvezza sarebbe quella situata a nord, verso i territori controllati dai Peshmerga curdi.

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La stampa irachena si chiede se non ci sia stata una connivenza, o almeno una svista volontaria da una parte dei Peshmerga curdi che però ieri hanno annunciato la cattura di molti combattrnti dell’Isis che, consapevoli della tendenza delle milizie scite di Baghdad a non fare prigionieri, sembrea abbiano preferito consegnarsi ai Peshmerga curdi.

Un carcere per donne scoperto dalle forze irachene nel quartiere di Saad  di Tal Afar ha rivelato  i segni dei trattamenti perpetrati a prigionieri e dissidenti con sale di torture, celle controllate da telecamere, indumenti femminili macchiati di sangue, strumenti di torture in ferro ed in vetro.

(con fonti Asianews, AP e Ansa)

Foto: Esercito iracheno e al-Jazeera

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