Il rafforzamento di al-Qaeda nel Maghreb Islamico

AGI – Al Qaeda nel Maghreb torna a rafforzarsi. Riprende territori e sferra attacchi tra Algeria, Mali, Burkina Faso e Niger. L’atto formale di rinascita e’ datato 2 marzo 2017 con la creazione di un nuovo gruppo chiamato “Jamaat Ansar Islam e Muslimin”, il “Gruppo per il trionfo dell’islam e dei musulmani”.

E’ formato dalle principali organizzazioni terroristiche dell’area: “Gruppo Ansar Dine”, “Fronte di liberazione di Macina”, “Principato del grande Deserto” e “Morabitun”.    Un’operazione orchestrata dall’ex leader di Ansar Dine Iyad ag Ghali e che ha portato al giuramento di fedeltà ad Al Qaeda e al suo capo Ayman Zawahiry. L’emiro locale è invece Abdelmalek Droukdel conosciuto con il nome di battaglia di Abu Musab Abdel Wadoud.

Dopo l’annuncio, come riporta il quotidiano Sharq Al Awsat, si intensificano gli attacchi terroristici nella zona. Già il 5 marzo viene colpita una base militare al confine tra Mali e Burkina Faso che causa undici morti. Il 14 agosto scorso gli uomini del nuovo raggruppamento assaltano un ristorante turco a Ouagadougou facendo diciotto morti. Il giorno dopo vengono presi di mira le forze di pace dell’Onu in missione a Mali: perdono la vita sette persone, tra cui cinque militari.

Diversi analisti, come riporta sempre il quotidiano arabo, legano anche gli attentati di Barcellona del 17 agosto ad al-Qaeda del Maghreb più che all’esercito di al-Baghdadi.

L’imam di Ripoll, Abdelbaki Es Satty, ritenuto l’ideatore della strage, ha avuto in passato rapporti con alcuni membri di Al Qaeda condannati per l’attentato a Madrid del 2004.

Al Qaeda nell’ultimo periodo ha saputo approfittare delle diverse condizioni favorevoli per crescere in Africa occidentale. In particolare, l’arretramento delle truppe dello Stato Islamicio che non solo continua a perdere terreno anche in Iraq e in Siria ma ha attirato tutta l’attenzione mondiale su di se’, lasciando ampia libertà ai soldati di al-Zawahiry. Inoltre negli ultimi tre anni al-Qaeda ha investito molto su uno “story telling” per contrapporsi alle atrocità dell’Isis presentandosi come un gruppo armato più leale e fedele ai principi islamici, in difesa dei territori contro l’invasione occidentale.

Questo ha permesso anche di rafforzare i rapporti con alcune tribù locali e stringere nuove alleanze con i leader locali delle popolazioni che non riconoscono i governi ufficiali. Infine, ancora una volta, l’indebolimento dello Stato islamico fornisce nuovi soldati al gruppo africano che punta a diventare la nuova meta per i foreign fighters.

A questo si sommano la crisi libica e gli scontri in Mali favoriscono la nascita di questa nuova generazione di combattenti che punta a conquistare un’area che va dall’Algeria alla Somalia, passando per Ciad, Tunisia e Libia.

Foto: video al-Qaeda nel Maghreb Islamico

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