Iraq: imminente l’offensiva contro l’Isis ad Hawija
Ormai manca molto poco all’inizio dell’offensiva irachena contro l’Isis ad Hawija. Si prevede che parteciperanno alle operazioni della provincia di Kirkuk circa 42.000 tra soldati iracheni e peshmerga curdi. I primi attaccheranno da sud e da ovest, mentre i secondi da nord ovest. La Coalizione internazionale fornirà supporto aereo ravvicinato (CAS) alle truppe sul terreno. Intanto, i combattenti curdi presidiano tutti e tre gli assi stradali che conducono in città evitando che miliziani dello Stato Islamico possano entrare nella zona o fuggire.
A guidare le manovre sarà il tenente generale Abdul Wahab al-Saadi, comandante delle Forze anti-terrorismo di Baghdad. E’ stato nominato direttamente dal premier Haider al-Abadi a seguito dei successi ottenuti recentemente. L’alto ufficiale, infatti, ha avuto un ruolo determinante nelle operazioni delle unità speciali durante la battaglia per cacciare l’Isis da Mosul. Il capo dei peshmerga, invece, sarà Kamal Kirkuki, comandante delle forze curde sul fronte occidentale.
Sull’imminente operazione ad Hawija si è espresso anche Abadi. Il primo ministro iracheno ha confermato che tra pochissimo verrà dato l’ordine di attacco. Ha anche aggiunto, però, che l’offensiva anti-Isis per essere efficace necessita del coordinamento con i Peshmerga e con il regime siriano. Nel primo caso la quadra è stata già trovata con la suddivisione degli assi operativi.
Nel secondo, Baghdad sta dialogando con Damasco per garantire che le frontiere tra i due paesi siano sigillate impedendo possibili tentativi di fuga o infiltrazione da parte dei jihadisti. Infine, il premier ha ribadito che con lo Stato Islamico non c’è e mai ci sarà alcun tipo di accordo, a differenza di quanto avvenuto in Siria a Qalamoun, al confine con il Libano. “Non accettiamo alcun accordo con i criminali – ha sottolineato -. Ma offriamo loro due opzioni: arrendersi o morire”.
L’ultimo metodo per fuggire fuga Hawija adottato dall’Isis è con i muli. Nelle ultime ore l’intelligence irachena ha scoperto che diversi miliziani e comandanti hanno lasciato la roccaforte insieme agli animali per dirigersi al confine tra Diyala e Salahuddin o raggiungere le montagne Hamreen.
L’Isis ha scelto i muli come mezzo di trasporto perché sono i più adatti negli spostamenti in questo terreno e soprattutto sulle colline, hanno una elevata capacità di carico pur essendo lenti. L’unica alternativa sarebbe stato impiegare le ben più rumorose motociclette. Secondo Alghad Press nelle ultime 48 ore è stata registrata la presenza di un convoglio con decine di elementi dello Stato Islamico e almeno 11 animali sul cui dorso vengono caricati anche sacchi di denaro provenienti dalle casse dello Stato Islamico in città. Formalmente gli uomini dell’IS hanno l’ordine di portarlo al sicuro ma, come avvenuto in passato, il denaro potrebbe prendere strade diverse.
Le fughe di miliziani jihadisti da Hawija sono aumentate con l’approssimarsi dell’imminente offensiva di Baghdad. Secondo diverse fonti la liberazione della città non dovrebbe richiedere molto tempo, anche se si prevedono duri scontri con i jihadisti. (Difesa&Sicurezza)
Foto AP ed Esercito Iracheno
Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli
Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.