La Bomba H di Kim sfida (con successo) il mondo
Come aveva preannunciato la Corea Nord ha effettuato il suo sesto test nucleare facendo esplodere in un tunnel sotterraneo una testata, probabilmente termonucleare, di una potenza valutata fino a 100/120 chilotoni, circa 5 volte più forte della bomba sganciata su Nagasaki il 9 agosto 1945. Dettagli forniti da Kim Young-woo, presidente della commissione Difesa del parlamento di Seul, citando fonti dei militari sudcoreani.
L’ordigno esploso oggi è il più potente finora testato da Pyongyang, secondo Seul 5/6 volte di più di quello fatto esplodere nel quinto test atomico del 9 settembre 2016 in cui i nordcoreani affermano di aver testato una bomba H miniaturizzata.
Dichiarazione accolta all’epoca con scetticismo a Tokyo, Washington e Seul che oggi però non sembrano dubitare della natura dell’ordigno testato questa mattina la cui potenza fa temere che si sia stata fatta esplodere una bomba termonucleare.
A conferma della potenza sprigionata dal test eseguito alle 5,36 ora italiana in Corea del Nord, il sisma che è stato sprigionato ha raggiunto 6,3 della scala Richter, seguito da un’altra scossa magnitudo 4.6 dovuta a un “cedimento” a profondità zero, è stata registrata dall’Agenzia cinese di sorveglianza sismica ed è stata dovuta probabilmente al criollo della caverna e dei tunnel scavati per realizzare il test atomico.
La televisione nordcoreana ha confermato che la Corea del Nord ha testato una bomba a idrogeno: il test, il sesto e il più potente di sempre, è stato un “successo assoluto”. Un’entusiasta annunciatrice televisiva ha aggiunto inoltre che la bomba H può essere montata su un missile balistico intercontinentale. “La bomba, di una potenza senza precedenti, rappresenta un’importante passo avanti verso l’obiettivo finale di completare la nostra capacità nucleare”, ha detto la tv nordcoreana. Mentre Kim Jong-un ha dichiarato che “la Corea del Nord può produrre quante armi nucleari vuole”.
Poche ore prima l’agenzia stampa KCNA aveva diffuso delle immagini di Kim Jong-un presso l’Istituto nucleare militare intento ad esaminare un ordigno definito “una testata termonucleare con una potenza super-esplosiva realizzata con i nostri sforzi e la nostra tecnologia, 100% fatta in Corea del Nord.
L’Institute for Science and International Security ha ipotizzato che a fine 2016 la Corea del Nord avesse 33 chili di plutonio, 175-645 chili di uranio arricchito e 13-30 armi nucleari pronte.
Ieri il governo di Tokyo ha inoltrato formale protesta presso l’ambasciata nordcoreana a Pechino, definendo il test “assolutamente imperdonabile” mentre il premier Shinzo Abe ha definito l’azione “assolutamente inaccettabile”.
L’istituto geologico americano USGS ha registrato poco dopo le 12 ora di Pyongyang una scossa tellurica magnitudo 6.3, segno di una possibile “esplosione” in una miniera in Corea del Nord. La deflagrazione è stata localizzata 24 chilometri a Nord-Est della località di Sungjibaegam, nella provincia di Hamgyeong Nord.
Il presidente sudcoreano Moon Jae-In ha chiesto “la sanzione più severa possibile” contro il regime nordcoreano auspicando “tutte le possibili misure diplomatiche, inclusa una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che isoli completamente la Corea del Nord”.
Il Sud prenderà in considerazione il dispiegamento “degli assets strategici più potenti delle forze armate Usa”, ha continuato con un riferimento che pare implicito al sistema di difesa antimissile THAAD e probabilmente al dispiegamento di aerei F-35 dell’Usaf, o forse al “ritorno” delle bombe nucleari tattiche statunitensi ritirate dalla Corea del Sud nel 1991, alla fine della Guerra Fredda.
Le autorità sudcoreane hanno già avuto consultazioni con Washington: il consigliere per la sicurezza Usa, McMaster e il suo collega sudcoreano, Chung Eui-yong, hanno avuto un colloquio telefonico di una ventina di minuti, circa un’ora dopo la detonazione.
Russia e Cina hanno condannato con durezza il test nucleare che pone la Corea del Nord ufficialmente nel club delle potenze nucleari di cui fanno parte Russia, Usa, Francia, Cina, Gran Bretagna, Pakistan, India e Israele.
“L’odierno test nucleare della Repubblica Popolare di Corea è un atto estremamente deplorevole” ha affermato in un comunicato il capo dell’Agenzia internazionale per l’Energia Atomica, il nipponico Yukiya Amano. “Questo nuovo test, che segue gli ultimi due test dello scorso anno ed è il sesto dal 2006, è in completo disprezzo delle ripetute richieste da parte della comunità internazionale”.
In fondo, proprio la reazione impotente della comunità internazionale e degli avversari della Corea del Nord sembra sancire, ancor più dell’esito del test della bomba H, il successo di Kim nel garantire al suo regime un’immagine di potenza e soprattutto la garanzia di sopravvivenza determinata dal suo deterrente nucleare.
Foto KCNA e AP
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