L’accordo su STX getta le basi per una più ampia alleanza italo-francese

In occasione del summit Franco-Italiano di Lione, i due Governi sono andati oltre la decisione sul futuro dei cantieri STX France, e hanno posto le basi per un progetto ben più ampio di alleanza industriale a tutto campo nel navale, quello che è stato definito in passato l’Airbus dei Mare e fortemente sostenuto dal numero uno di Fincantieri, Giuseppe Bono.

Italia e Francia non guardano soltanto alla cantieristica, gettando le basi di nuovi progetti comuni, ma anche ad altri settori connessi, come la guerra subacquea ed elettronica. Senza dimenticare di rinforzare quei settori già presidiati insieme, come la missilistica e lo spazio, ma anche aprendo per la prima volta a nuovi scenari nel settore dell’elettronica per la Difesa.

Nel corso del bilaterale, i due Governi non hanno soltanto trovato ‘la quadra’ dopo un periodo di tensioni, sul futuro dei cantieri STX France, che presto ritorneranno allo storico nome dei Chantiers de L’Atlantique, ma anche espresso e stabilito la “concreta intenzione” di studiare le modalità per una “progressiva, ambiziosa e bilanciata” alleanza nel settore navale in Europa, che veda come protagonisti i gruppi Fincantieri e Naval Group (ex DCNS).

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Più specificatamente, nel documento comune complessivo degli accordi in tutti i settori, dall’industria al sociale, parlando della Difesa le parti hanno concordato il perseguimento dell’ampia prospettiva per “una partnership industriale sulla cantieristica navale militare al fine di creare un’industria a livello mondiale, in particolare per quanto riguarda unità navali complesse e con alto valore aggiunto, con un ventaglio di soluzioni di tecnologie di eccellenza relativamente a sistemi, equipaggiamenti e piattaforme, con una forte presenza internazionale, e con migliori capacità di espansione in un mercato globale altamente concorrenziale”.

In pratica la volontà di guardare alla creazione di un grande polo cantieristico, che abbia come protagonisti Fincantieri e Naval Group, con possibilità di scambio di azionariato e la creazione di joint-venture a partire dal settore delle navi di superficie. I due Governi non hanno guardato soltanto alla cantieristica, e quindi al progetto per la creazione di un grande raggruppamento, principale tema dell’intesa, ma anche alla possibilità parallela di lavorare insieme in altri settori della difesa nel navale, partendo dalla guerra subacquea ed elettronica, allargando quindi i possibili orizzonti verso la sistemistica ed i sistemi d’arma, che dovrebbe coinvolgere gruppi come lo stesso Naval Group, Leonardo, Thales ed Elettronica.

Un accordo quello fra Fincantieri e Naval Group fortemente caldeggiato dal numero uno di Fincantieri, Giuseppe Bono, e dal suo omologo nonché presidente francese di Naval Group, Hervé Guillou, a cui i due top manager hanno lavorato in sordina negli scorsi tre-quattro anni, ponendo le basi per il dossier Magellano, ripreso negli elementi principali dallo stesso accordo di Lione, e partendo da possibili sviluppi nel settore delle navi di superficie con un ‘Head of Agreement’ (HoA) del 2015, che facesse da base per i negoziati destinati a creare un soggetto paritario nel settore delle unità militari di superficie.

Nuova fregata Belharra da 4.000t di Naval Group@Naval Group

Il numero uno di Fincantieri, Giuseppe Bono è stato promotore dell’idea di un polo europeo delle costruzioni navali fin dal lontano 2006, e l’accordo che si è raggiunto su STX France, nonché l’Alleanza che emerge dal summit di Lione, è frutto di un suo lungo lavoro a livello industriale e governativo, che ha trovato riscontro sulla sponda francese.

Nella lettera inviata dall’a.d. di Fincantieri ai propri dipendenti, immediatamente a valle della firma dell’accordo governativo, il capo azienda spiega che con questa intesa “si dà via alla creazione di un leader europeo nella cantieristica civile e militare, destinato a diventare uno dei principali operatori a livello globale nell’industria navale, il primo operatore al mondo nel comparto delle navi da crociera e uno dei player principali in altri segmenti ad alto valore aggiunto”.

Lo stesso invita a non sedersi sugli allori, ammonendo che ‘la prova che ci si presenta è ancora più complessa. Gli scenari in cui lavoriamo sono in continua evoluzione, e il nostro compito è sempre di anticipare e accompagnare le dinamiche che governano questi mutamenti per presentarci preparati”.

Con lo spirito di studiare le modalità per ”la creazione di un’ambiziosa e bilanciata Alleanza a sviluppo progressivo”,  le parti hanno elaborato “un processo di creazione e sviluppo complesso” che vedrà la partecipazione non soltanto di Fincantieri e Naval Group ma anche degli azionisti, partner industriali e clienti da leggersi come le stesse Marine militari, e le maestranze, con implicazioni sugli interessi strategici nazionali, che richiedono un indirizzo ed una governance da parte dei due Governi.

Il cuore e locomotore di questo processo è rappresentato da un ‘steering committee’ che inizierà a lavorare immediatamente e sarà costituito da sei membri di cui due ciascuno in rappresentanza dei rispettivi Governi e dagli amministratori delegati di Fincantieri e Naval Group, ovvero Giuseppe Bono e Hervé Guillou.

FREMM Carabiniere a Sidney_@Australian Navy

Entro la fine di giugno 2018 e dopo la consultazione con i principali partner e azionisti delle due società, il comitato direttivo, – viene riportato nel documento conclusivo – proporrà ai due Governi una roadmap a medio e lungo termine, indicando il processo di realizzazione dell’ambizioso progetto comune. In pratica meno di dieci mesi per lo studio della governance, struttura ed organizzazione, identificando le aree che richiederanno uno speciale trattamento per ragioni d’interesse nazionali e quelle in cui la cooperazione può portare i maggiori benefici, che devono essere considerate la priorità nel percorso che poterà all’integrazione delle due società. Il documento parla anche di linee guida per le politiche governative a supporto dell’alleanza, le condizioni finanziarie per il processo di convergenza e gli assetti inclusi nel perimetro dell’alleanza.

Il documento va oltre, e prevede anche l’opportunità e le modalità per un primo scambio azionario tra le due società del 5-10% e di concrete azioni nello sviluppo di sinergie da presentarsi ai due Governi, per non parlare del supporto verso le opportunità nell’export ed il lancio di programmi comuni nel segmento militare ogni volta che se ne intraveda l’opportunità.

Infine entrando nel dettaglio, il documento specifica che la roadmap dovrà prevedere ‘la creazione di una joint-venture bilanciata, in cui i progetti comuni dovranno progressivamente svilupparsi, con una priorità data alle piattaforme navali di superficie, compresi equipaggiamenti e sistemi’. La creazione di una joint-venture in tale settore permetterebbe uno sviluppo progressivo dell’alleanza, mettendo a fattor comune ricerca e sviluppo, esperienze e capacità produttive.

FREMM ed unità classe Mistral francesi insieme_@Naval Group

Questa convergenza è già alla base delle attività finora trapelate e culminate nel suddetto ‘Head of Agreement’ (HoA) del 2015, che ha successivamente portato Governi, Marine militari ed Industria a lavorare sul settore delle unità da supporto, generando l’interesse del Ministero della Difesa francese verso il programma LSS (Logistic Support Ship) gestito dall’OCCAR, ovverosia l’Organizzazione Congiunta per la Cooperazione in materia di Armamenti a livello Europeo, a favore del Ministero della Difesa italiano.

In particolare nel documento comune siglato durante il bilaterale, affrontando il tema della Difesa e della cooperazione in questo settore, le parti hanno concordato “di accelerare la conclusione di un accordo sulla Nave di Sostegno Logistico”.

Infatti, secondo quanto è emerso prima del summit, il Governo francese intende partecipare al programma LSS come membro effettivo, al fine rimpiazzare l’attuale componente della Marina francese per il rifornimento ed il supporto logistico in mare, con tre nuove unità. Dopo esser diventata membro effettivo del programma, un contratto dalla Difesa francese per la realizzazione della prima delle tre unità, potrebbe arrivare entro la fine 2018-inizi 2019.

Si tratterebbe dell’elaborazione secondo i requisiti francesi del progetto LSS di Fincantieri per la Marina Militare italiana, la cui consegnata è prevista nei primi mesi del 2019. La costruzione delle unità per la Marina francese, avverrà presso i cantieri STX France, che torneranno a chiamarsi Chantiers de L’Atlantique e che con il recente accordo fra i due Governi annunciato in occasione del summit di Lione, passeranno sotto il controllo di Fincantieri.

I Chantiers de L’Atlantique sono destinati a realizzare le unità più grandi della Marina Militare francese e degli eventuali clienti stranieri che decidessero di dotarsi di unità maggiori della classe delle unità anfibie, logistiche ed altre, grazie ai bacini costruttivi di grandi dimensioni (gli unici in Francia per unità oltre le 10.000-12.000 tonnellate secondo fonti ufficiali francesi) in dotazione gli stessi cantieri.

Il sistema d'artiglieria 127_64 LW Vulcano_@Leonardo

Lo stretto lavoro portato avanti dalle dirigenze dei due gruppi ha registrato una convergenza antecedente al summit di Lione, con la volontà e l’attività congiunta nella proposizione di soluzioni comuni per programmi di navi di superficie da combattimento in ambito internazionale.

Successivamente al summit di Lione, è emerso la conferma alle notizie che giravano negli ambienti della Difesa, secondo cui Fincantieri e Naval Group avevano una proposta comune per il programma del Ministero della Difesa tedesco aperto alla cantieristica internazionale denominato MKS 180 e destinato alla costruzione di cinque nuove fregate multiruolo per la locale Marina, programma che è stato poi posticipato per dare lavoro ai cantieri nazionali con l’assegnazione a quest’ultimi di un programma per la realizzazione di cinque corvette tipo K130.

In seconda battuta, Fincantieri e Naval Group stavano, ed alla luce degli ultimi sviluppi, starebbero lavorando ad un’offerta comune per la realizzazione delle nuove unità di superficie rappresentate da fregate multiruolo per la Marina Canadese nell’ambito del programma Canadian Surface Combatant (CSC) che vedrà il rimpiazzo delle 12 fregate classe City con un numero massimo di 15 unità per un budget complessivo stimato in 18 miliardi di euro.

La famiglia di lanciatori DCNS Sylver per i missili Aster_@MBDA

Secondo fonti franco-italiane, la proposta dei due Paesi e non connessa alla gara vedrebbe l’offerta della FREMM italiana con sistema di comando e controllo francese ma alcune fonti parlano anche di un mix fra unità FREMM francesi ed italiane. Segnali che la convergenza è sempre più vicina e si tratta di questioni di tempo per la realizzazione progressiva dell’Alleanza.

In occasione della conferenza stampa congiunta del Bilaterale, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha risposto alla domanda sul coinvolgimento di Leonardo nella realizzazione dell’Alleanza, affermando che “certamente, nel lavoro che oggi si inizia con la Francia per creare un campione globale navale saranno coinvolti i diversi player, le Forze Armate, i Governi, i protagonisti dell’intesa su STX e gli altri protagonisti del settore: Leonardo avrà un ruolo in questo lavoro, come è normale che sia”.

Nell’ambito del medesimo summit, in ordine al settore della Difesa, accanto al perseguimento di una partnership sulla cantieristica navale militare, i due Governi hanno evidenziato nel capitolo ‘Industria della Difesa’ la volontà di esaminare “la possibilità di cooperare nel campo della Guerra Elettronica e Subacquea (Siluri e Contromisure)”, allargando la convergenza a questi due settori dove le rispettive industrie già collaborano.

Lancio di Aster 30 da nave Bergamini-@MMI

In particolare i gruppi Elettronica e Thales nell’ambito del consorzio SIGEN hanno fornito e forniscono rispettivamente il sistema di Guerra Elettronica per le unità tipo Orizzonte e FREMM. Nel settore della Guerra Subacquea, Naval Group, Thales e Leonardo hanno lavorato al programma per il siluro leggero MU-90 ed al sistema per la difesa anti-siluro SLAT. Gli accordi fra i gruppi Thales ed Elettronica si sono più recentemente allargati al settore aeronautico mentre per quanto riguarda la guerra subacquea, negli ultimi mesi si è parlato di un possibile ulteriore sviluppo congiunto, allargato o allargabile ad altri partner.

Non dimentichiamo che sempre nel settore navale, Leonardo fornisce e supporta i cannoni da 76/62 Super Rapido alla Marina francese e rappresenta a livello europeo l’unica industria realizzatrice di una completa gamma di armamento cannoniero navale (12,7-40-76-127 e possibile 155 mm) e relativo munizionamento guidato (Strales e Vulcano) in Europa.

La convergenza nel settore della Difesa fra i due Paesi, ha portato gli stessi Governi a specificare nel documento comune di voler accelerare la cooperazione nel settore missilistico (FSAF-PAAMS) al fine di sviluppare una capacità strategica per la UE.

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Oltre allo sviluppo congiunto, che i due Paesi stanno portando avanti, del missile Aster Block 1 NT, il documento espressamente specifica che la Francia e l’Italia prevedono di studiare nuovi sensori, per dare all’UE, un’adeguata capacità BMD.

Evidenti riferimenti quindi ai gruppi della Difesa Thales e Leonardo che saranno protagonisti anche nella roadmap che i due Governi s’impegnano a stabilire per la cooperazione spaziale a lungo termine, che individuerà le opportunità di cooperazione per la prossima generazione di  sistemi di osservazione e comunicazione (come il successore del SICRAL-2)  ed il proseguimento nella cooperazione bilaterale per il programma MUSIS rinnovando gli accordi di cooperazione sugli scambi di capacità di osservazione terrestre (COSMO SKYMED 2° generazione e CSO), e di continuare gli studi sul CIL (Common Interoperability Layer).

Senza dimenticare di sottoporre i progetti dello Eurodrone MALE RPAS ed European Secure Software defined Radio (ESSOR) per il finanziamento da parte dell’European Defence Fund. Tutti elementi verso una convergenza da una parte dell’industria non soltanto navale e dall’altra della cooperazione sempre più stretta della medesima a livello Europeo.

Foto: AFP, EPA, MBDA, Fincantieri, Lenardo e Naval Group

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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