Vola il primo F-35B italiano, più silenzioso che invisibile
(aggiornato il 31 ottobre alle ore 19,15)
Saranno anche “steath”, invisibili ai radar, ma la peculiarità più evidente degli F-35 italiani sembra essere la “silenziosità”, almeno sul sempre caldo fonte mediatico.
Può darsi che qualche dubbio circa la bontà della scelta di dotarsi dell’F-35 sia sorto anche nel Governo e alla Difesa considerato che il battesimo dell’aria del primo F-35B assemblato alla Final Assembly and Check Out (FACO) di Cameri non è stato accolto da cerimonie, celebrazioni e discorsi pubblici di Vip politici o militari ma è stato effettuato quasi in segreto.
Nessun comunicato stampa né invito ai media a seguire l’evento del 24 ottobre, comunque importante al di là dell’opinione che si possa avere circa il programma F-35, sul quale Analisi Difesa non ha mai nascosto critiche e perplessità.
Aviation Report ha svelato diversi dettagli con un reportage di Gianluca Conversi che mostra anche belle immagini del primo volo del primo JSF a decollo corto ed atterraggio verticale (anche se a Cameri ha effettuato decollo e atterraggio convenzionali) assemblato fuori dagli Stati Uniti.
Un volo durato un’ora e 40 minuti in cui l’F-35B, privo di qualsiasi insegna fatta eccezione la coccarda tricolore a bassa visibilità ed il proprio numero di matricola, è stato accompagnato da un EF 2000 Typhoon.
Non è chiaro se il velivolo suia destinato all’Aeronautica o all’Aviazione di Marina considerato che entrambe le forze armate ne hanno ordinati 15.
Il velivolo effettuerà altri voli di collaudo a Cameri per poi raggiungere la Naval Air Station di Patuxent River, in Maryland, dove sarà sottoposto alle certificazione degli impianti elettronici e radar. Un secondo esemplare della versione B dovrebbe essere pronto entro novembre.
Del resto non è certo la prima volta che eventi e notizie relativi al programma F-35 italiano (a breve volerà anche il nono esemplare in versione A che verrà consegnato all’Aeronautica) vengono mantenute a bassa visibilità mediatica.
A Formiche.net il generale Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore della Difesa e vicepresidente dell’Istituto Affari Internazionali , evidenzia come ci sia “una consegna del silenzio per cui la Difesa vuole evitare ogni genere di copertura mediatica: scarsi comunicati stampa, nessuna pubblicità su tutto ciò che concerne gli F-35″. Perché? “Non è dichiarato, ma credo che ci sia un qualche timore dell’opinione pubblica” riferendosi alle polemiche che anche in Italia hanno accompagnato il più costoso programma militare della storia.
“È segno di un paese immaturo” ha aggiunto Camporini. “Prendiamo per esempio la traversata atlantica: un nostro pilota è stato il primo a scavalcare l’oceano con un F-35, quando è arrivato negli Stati Uniti è stato accolto trionfalmente, ma da noi poco più di una nota stampa. Altrove non è mica così: quando sono stati consegnati i primi velivoli in Israele, c’erano il presidente e il primo ministro ad accoglierli. Era considerato un vanto nazionale. Mi chiedo: come possiamo pensare di presentarci sulla scena internazionale se rinunciamo a qualsiasi forma di auto-pubblicità, soprattutto su questioni per cui siamo avanti rispetto agli altri paesi?”.
Interrogativi più che giustificati anche se è facile immaginare che in un’Italia in perenne campagna elettorale e con il voto politico ormai alle porte nessun leader e nessun partito abbiano voglia di abbinare la propria immagine al discusso e costoso velivolo statunitense.
Il 30 ottobre, il primo F-35 nella variante STOVL assemblato nella FACO ha effettuato il suo primo volo in modalità a decollo breve e atterraggio verticale, come ha annunciato Lockheed Martin il 31 ottobre.
“Durante il volo, un pilota collaudatore della Lockheed Martin ha eseguito perfettamente tutte le operazioni in modalità STOVL, compreso l’hovering sulla pista di atterraggio, raggiungendo un altro traguardo per il programma F-35 in Italia. I piloti collaudatori effettueranno altri test, prima della consegna ufficiale del velivolo BL-1 all’Aeronautica Militare Italiana ” si legge nel comunicato dell’azienda.
Foto Lockheed Martin e Difesa.it
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.