Guerra all’Isis: le perdite dei peshmerga
Sono stati 1.802 i miliziani curdi Peshmerga uccisi nella guerra contro l’Isis a partire dal 2014, secondo quanto reso noto il 24 novembre dal portavoce del governo autonomo del Kurdistan, Safin Dezai il quale ha aggiunto che altri 62 miliziani risultano dispersi e 10.233 sono rimasti feriti.
Nel giugno del 2014, quando l’esercito iracheno si diede alla fuga permettendo ai miliziani dell’Isis di impadronirsi in pochi giorni di un terzo del Paese, comprese le città di Mosul e Tikrit, furono i Peshmerga a far fronte quasi da soli all’avanzata jihadista nel nord dell’Iraq. Questa situazione permise tra l’altro ai miliziani curdi di occupare la città contesa di Kirkuk, popolata da arabi, curdi e turcomanni, e buona parte della sua provincia ricca di petrolio.
I Peshmgera hanno dovuto ritirarsi da questa regione il mese scorso, davanti ad un’offensiva delle truppe governative appoggiate dalle milizie sciite della Mobilitazione popolare (Hashid Shaabi).
A questo proposito lo stesso Dezai ha detto che a seguito della sentenza della Corte Suprema federale che ha annullato i risultati del referendum sull’indipendenza del Kurdistan del 25 settembre, il governo iracheno deve annullare le misure adottate contro il governo regionale di Erbil.
Secondo il governo curdo “tutte le misure prese dal governo federale e dal parlamento iracheno contro la regione del Kurdistan sulla scia del referendum devono essere annullate”. Il 20 novembre la Corte Suprema federale irachena ha dichiarato che il referendum curdo è stato incostituzionale e ne ha annullato i suoi risultati.
Foto AFP
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