I talebani schierano le forze speciali contro l’IS in Afghanistan orientale

In Afghanistan i talebani schierano le loro forze speciali contro Isis. Il loro nome ufficiale è saraqitah “Red Group, Danger Group o Red Cell”. L’Emirato Islamico ha annunciato di aver schierato nell’est del paese, in particolare tra le province di Laghman e Nangarhar, le sue unità top per dare la caccia ai piccolo gruppi Daesh presenti in zona e consolidare la leadership. Ciò dopo che i miliziani dello Stato Islamico avevano inflitto perdite alla formazione concorrente, conquistando porzioni di territorio.

Finora, invece, i commandos jihadisti avevano operato soprattutto nel sud della nazione asiatica, nella guerra contro le forze di sicurezza (ANSF) di Kabul. Perciò, Isil – che in passato era definita spregiativamente poco più di una banda di criminali – è stato promosso a nemico numero. Forse anche prima delle forze internazionali e delle istituzioni afghane.

Della presenza in Afghanistan delle forze speciali dei talebani si ha notizia dal 2015. Il Long War Journal ha pubblicato una serie di fotografie, prese dall’account su Telegram dell’Emirato Islamico. Nelle immagini, diurne, si vedono i jihadisti indossare giubbotti tattici e una sorta di uniformi. Inoltre, i commandos sono ritratti a bordo di un Humvee, presumibilmente rubato ai soldati di Kabul o a Isis. Il sito web riporta che si addestrano in un campo ad hoc da qualche parte nel paese nell’uso di armi leggere, pesanti e forse anti-aeree.

_Forze speciali afghane REUTERS

Come i loro compagni “comuni” usano pick-up armati per spostarsi consentendo rapidità di movimento anche su terreni sconnessi. Le stesse ANSF avevano confermato la loro esistenza, rilevando che i commandos hanno dotazioni all’avanguardia, dai visori notturni ai razzi da 82 millimetri.

Questi reparti si sono spostati da Helmand e Uruzgan verso l’est per contrastare le milizie dello Stato Islamico attive soprattutto a Nuristan, Kunar e Nangarhar. L’IS sta cercando di estendere la sua influenza anche in altre aree, controllate dalla formazione antagonista. Di conseguenza, l’Emirato Islamico è stato costretto a spostare le sue forze speciali per bloccare ogni tentativo di infiltrazione Daesh nei suoi territori. In particolare in un momento delicato come questo.

Il crollo dello Stato Islamico in Medio Oriente, vedi Iraq e Siria, ha fatto sì che Isil concentrasse la sua attenzione su territori meno caldi e più permeabili. In Africa ci sono Libia, Egitto e Tunisia, con un occhio anche al Sahel. In Asia, invece, rimangono l’Afghanistan e le Filippine, dove sono già presenti e consolidati gruppi alleati. Perciò, se i talebani non corrono ai ripari, rischiano di essere “invasi” e spazzati via dal nemico. (Difesa&Sicurezza)

L’articolo del Long War Journal sui saraqitah dei talebani

Foto: Emirato dell’Afghanistan e Reuters

 

Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.

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