Medusa: la simulazione per l’artiglieria
Lo scorso 31 ottobre al Comando Artiglieria di Bracciano si è svolta l’esercitazione Medusa del tipo JFX-CAX (Joint Fire eXercise-Computer Assisted eXercise) con l’impiego della simulazione addestrativa Virtual attraverso il simulatore VBS 3 come scenario base. Lo scenario della JFX-CAX Medusa 2/2017 (sperimentale) utilizza una rete militare di simulazione federata con simulatori di missione e procedurali.
Dopo la prima esercitazione digitale per il supporto di fuoco dello scorso 11 aprile l’EXE Medusa rappresenta il primo caso di rete militare di simulazione per addestramento in quanto connette diversi siti contemporaneamente sfruttando la rete RIFON della Difesa (Rete Interforze Fibra Ottica Nazionale).
Questa esercitazione si differenzia dalle attività di simulazione Constructive, Command Post Exercise- Computer Assisted eXercise (CPX-CAX) in quanto l’attività digitale è rivolta fondamentalmente al supporto di fuoco con il focus delle attività dedicato all’impiego del fuoco terrestre, aereo e di altre sorgenti che possono essere messe a disposizione del comandante di manovra per individuare le procedure che servono per la gestione del fuoco.
In particolare intorno a questa esercitazione ruota il concetto della estensione dell’attività addestrativa del settore virtual per una sinergica cooperazione tra artiglieria e le altre componenti dell’Esercito e nell’esercizio del sistema artiglieria in tutte le sue capacità primarie e indotte.
Il Comandante del Comando Artiglieria di Bracciano, Generale di Brigata Fabio Giambartolomei, ed il Colonnello Michele Turi, Comandante del CFTIO-Centro Fires Targeting Info Ops, hanno sottolineato come l’artiglieria sia un assetto complesso intorno al quale ruota quello che viene definito il “sistema artiglieria” che comprende diverse componenti tutte fondamentali al sistema stesso: Comando e Controllo, gestione del fuoco, la piattaforma che eroga il fuoco stesso (cannoni e lanciarazzi) e il supporto logistico specifico che nel caso del trasporto munizioni rappresenta un onere di indubbia complessità .
Un colpo completo di artiglieria da 155 mm pesa infatti quasi 60 kg ed un obice semovente ne trasporta 67 al suo interno: quindi tale peso deve essere moltiplicato per 67 ed il risultato va ancora moltiplicato per 6 (n. di sistemi di lancio di una batteria) per valutare la disponibilità iniziale di una batteria e il conseguente peso logistico necessario a alimentarlo.
Se consideriamo che per ogni gruppo di artiglieria ci sono tre batterie e quindi 18 obici abbiamo un’idea del notevole sforzo cui viene sottoposta la catena logistica di rifornimento per una singola giornata di fuoco di un gruppo al quale si deve sommare la componente strumentale per il controllo del fuoco, la sorveglianza e target acquisition sul campo di battaglia.
I sistemi d’arma d’artiglieria più recenti hanno una gittata che raggiunge anche i 40 chilometri e se parliamo del munizionamento autopropulso ancora oltre. Si tratta della granata “Vulcano” sviluppata da Leonardo che entrerà presto in dotazione con gli obici semoventi Pzh2000 (artiglieria di punta dell’Esercito Italiano) con proietti decalibrati in grado di colpire obiettivi posti a 60/70 chilometri di distanza.
Munizionamento che non potrà certo venire testato nei poligoni nazionali per i vincoli di sgombero e fermo restando il fatto che non è poi così semplice spostare con costi contenuti i semoventi PzH2000 in aree dove possano esprimere la loro massima capacità operativa.
Risulta quindi comprensibile l’urgenza di puntare nell’applicazione della simulazione per l’artiglieria onde far fronte a fattori quali l’incremento delle gittate, i costi delle munizioni di nuova generazione, la limitatezza di poligoni adeguati e una generale riduzione delle risorse per evitare la creazione di un gap che porterebbe anche un decadimento “culturale” oltre che della prontezza operativa.
Esigenze che hanno dato vita alla ricerca di un sistema di simulazione integrato che richiedeva risorse di una certa entità (il simulatore spagnolo della SI.MA.CA. costa 12/14 milioni di euro) puntando così all’acquisizione di tutti i simulatori disponibili anche se concepiti per una singola funzione per poi metterli tutti a fattor comune.
Il COMART-Comando Artiglieria di Bracciano, ha quindi progettato un sistema finalizzato alle esigenze dell’artiglieria per poter ridurre l’attività a fuoco in poligono all’esterno, riducendo il consumo delle munizioni e l’uso delle cariche di lancio, consentendo l’addestramento ripetitivo con un importante abbattimento dei costi.
Un sistema progettato per le specifiche esigenza dell’artiglieria digitalizzando il complesso delle capacità, rappresentando operativamente lo spazio di manovra in cui opera il “joint fire”, la dimensione dell’area di responsabilità e la sensoristica di cui necessita per operare efficacemente a favore delle unità di manovra sul terreno. Si è dovuto anche pensare alla creazione del presupposto per la richiesta del fuoco virtualizzando tutte le capacità che potevano servire per esercitare il supporto di fuoco.
Alcuni simulatori, configurati in chiave didattica, potevano già operare su uno scenario base fornito su VBS 3 (Virtual Battle Space) ma l’obiettivo prioritario era di evolvere il sistema da statico a dinamico trasformando il simulatore da didattico a procedurale dando vita all’Area di Addestramento Simulazione Virtual.
In un unico contesto addestrativo dinamico viene originato uno scenario operativo condiviso in cui trovano posto unità di artiglieria per il supporto fuoco alle unità di manovra, unità supporto fuoco aereo ad ala fissa e rotante, osservatori terrestri avanzati, JTAC e UAV per il controllo/sorveglianza del campo di battaglia e l’acquisizione obiettivi.
Su alcuni simulatori sono state inserite altre capacità o sono state effettuate modifiche per innestare simulatori diversi su piattaforme diverse. La virtualizzazione ha consentito la creazione di un ambiente di combattimento virtuale (ACV) con un unico scenario all’interno della manovra su una base comune VBS 3. Si tratta della cosiddetta bolla operativa che rappresenta lo spazio dell’area di manovra, dove le diverse capacità sono collegate in rete.
Un serious-game che si avvale di un livello di intelligenza artificiale più basso possibile, consente una maggiore interazione dell’utente con lo scenario, in altre parole le “mosse” non sono generate dal computer ma dall’utente che, soprattutto nelle operazioni contro forze nemiche (OPFOR), consentono maggiore adattabilità e flessibilità.
L’esercitazione ha quindi visto impegnati taluni Enti dalle rispettive sedi stanziali, in collegamento con il Comando Artiglieria in Bracciano quali: il Centro Simulazione e Validazione (CESIVA) di Civitavecchia, la Scuola di Fanteria di Cesano che fornisce le unità di ricognizione, la Scuola Sottufficiali di Viterbo per il complesso minore corazzato, il comando AVES di Viterbo che fornisce elicotteri d’attacco e per le missioni MEDEVAC (MEDical EVAcuation), il Comando Genio di Roma per lo sminamento e ricognizione anti IED, a cui si aggiungono altri Enti che hanno fornito specifiche capacità nella sede di Bracciano quali: il nucleo mortai del 185° Reggimento artiglieria paracadutisti Folgore, il 41° Reggimento Cordenons della brigata RISTA con operatori per UAV, il personale del 52° Reggimento Torino per le operazioni OPFOR, ed infine il personale del Reggimento Addestrativo di Bracciano come corollario per tutte le altre attività di supporto.
Da evidenziare la partecipazione dell’Aeronautica Militare con la Scuola di Aerocooperazione (SAC) che fornisce il pilota che opera all’interno dello scenario per le azioni di Close Air Support (CAS).
All’esercitazione MEDUSA hanno partecipato 90 uomini a fronte dei 1.200-1.500 necessari per una similare attività non virtuale (considerando il supporto logistico e operativo che sarebbe necessario a movimentare e impiegare sistemi d’arma e munizioni reali), con evidente risparmio di uomini, mezzi e denaro.
Nella sede di Bracciano opera un sistema VBS 3 con 25 computer ed un server, con maglia radio per la gestione delle comunicazioni tra i terminali, alcuni sensorizzati con l’applicazione del concetto di simulazione sinestetico.
I militari operano come se stessero sul terreno ed è stata allestita una palazzina che rappresenta l’ACV e consente l’esercizio di tutte le capacità che si vogliono utilizzare grazie alla separazione delle aree.
Il COMART dispone anche di un simulatore dell’obice semovente PzH2000, attrezzatura proprietaria sia per hardware sia per software perché inclusa nel contratto di acquisizione del mezzo.
In tale ottica quello che prima era un simulatore isolato ed impiegato solo per l’addestramento degli equipaggi della Forza Armata adesso è stato integrato all’interno del simulatore VBS e di conseguenza interagisce insieme ad altri PzH2000 virtuali che sono rappresentati all’interno dello scenario virtuale e quindi agisce esso stesso all’interno dell’ambiente VBS.
Tutte le attività di simulazione virtuale sono state portate a termine in sinergia con il CESIVA (Centro Simulazione e Validazione) allo scopo di implementare tale strumento per l’addestramento al combat support con l’obiettivo di fare della simulazione di artiglieria un’attività di routine già nel 2018.
Pertanto, quando nel prossimo futuro una brigata di manovra opererà al CESIVA svolgendo una CPX-CAX per la validazione all’impiego, sarà possibile addestrare l’unità di artiglieria inquadrata nella stessa brigata a Bracciano, dove si eserciterà con il sistema virtuale in collegamento con il CESIVA e seguendo in tempo reale lo sviluppo della manovra.
A fronte delle reali dotazioni di mezzi e materiali, le piattaforme per l’impiego della simulazione virtuale in uso all’Esercito sono basate su 15 sistemi VBS con 30/40 computer a sistema per un totale di circa 400 macchine distribuite alle brigate di manovra e alle scuole/comandi, per mezzo dei quali ognuno può sviluppare le capacità peculiari. Per l’artiglieria è prevista l’integrazione di nuovi sistemi come il laser GLTD, radar Ranger per la sorveglianza del campo di battaglia, piattaforme home station training e nuovi simulatori per mortati da 81 e 120 millimetri.
Foto: Comando Artiglieria
Federico CerrutiVedi tutti gli articoli
Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.