Missione in Niger per la Folgore?
L’imminente missione militare italiana in Niger pone una serie di interrogativi. Lo scopo indicato dal governo è di addestramento delle forze armate e di polizia locali e il supporto al controllo di un’area strategica al confine con la Libia attraversato da migranti illegali e trafficanti, operando dalla base avanzata francese Madama (nelle foto), non lontana dal confine.
Il reparto più accreditato per costituire l’unità che andrà a comporre, almeno per il periodo iniziale, il contingente per ora stimato in circa 470 militari. sembra essere la brigata paracadutisti Folgore. Questa è stata recentemente schierata in Libano ma solo in parte, col comando brigata e assetti del 183° reggimento e del Savoia Cavalleria.
Il 186° invece, è appena rientrato dalla Libia dove ha schierato una compagnia rinforzata nell’operazione sanitaria Ippocrate a Misurata. Rimane disponibile il 187° reggimento di Livorno, attualmente assegnato alla NATO Joint Rapid Reaction Force.
Per quanto riguarda un eventuale impiego degli alpini in Niger, la brigata Taurinense è appena rientrata dall’Afghanistan (il suo posto è stato preso dalla Sassari) e il 3° reggimento è a Mosul con la Task Force Praesidium.
La Julia, invece, dovrebbe andare in Libano ad aprile avvicendando la Folgore.Per entrambe le brigate sarebbe in ogni caso possibile schierare un reggimento in Niger.
I paracadutisti sembrano comunque essere in “pole position” per questa operazione a meno che non si decida di puntare su un contingente misto, con assetti provenienti da diversi reparti dell’Esercito. Tutto dipenderà da quali saranno i compiti effettivi dei nostri militari e dalla consistenza numerica finale del contingente destinato a operare in un teatro operativo che non va sottovalutato, come hanno scoperto gli Usa che recentemente hanno perso 4 militari delle forze sopeciali (Berretti Verdi) in un’imboscata. Difesa&Sicurezza)
Foto Ministero Difesa Francese
Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli
Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.