Pinotti: missione in Niger e meno truppe in Iraq e Afghanistan

“L’Isis è stato sconfitto in Siria e in Iraq, Paese dove il nostro impegno è stato forte con circa 1500 militari. Lì andremo a dimezzare la nostra presenza, riducendo il contingente che coopera alla protezione della diga di Mosul. Manteniamo però l’impegno per l’addestramento di quelle forze soprattutto di polizia destinate a stabilizzare la situazione e proseguire la lotta al terrorismo”. Lo afferma il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in una intervista a La Repubblica.

Per quanto riguarda l’Afghanistan “Non possiamo abbandonarlo perché sarebbe una dimostrazione di scarsa responsabilità – rileva il ministro – Quindi continueremo a tenere quel comando ma abbiamo chiesto agli alleati di integrare i nostri soldati con unità di altre nazioni, in modo da ridurre i 900 militari presenti ora”.

Il principio, spiega Pinotti, “è che la Difesa deve intervenire su minacce che riguardano il Paese e credo che sia importante una ricollocazione delle missioni che vada a prevenire gli effetti più diretti nell’area che chiamiamo il ”Mediterraneo allargato”. L’operazione in Niger è frutto di questa strategia, come lo sono la missione in Libano e quella per il contrasto dell’Isis in Iraq”.

La missione in Niger è frutto di un accordo tra Italia-Francia-Germania e Pinotti su questo tema conferma di interpretare “la missione in Sahel come il primo sviluppo di una concreta strategia di difesa europea”, soprattutto perchè “per l”Europa di oggi e per quella del futuro l”Africa rappresenta una sfida fondamentale”. In vista del nuovo impegno ci sarà “un ridimensionamento della partecipazione in alcune missioni dove attualmente l’Italia è impegnata.

Inoltre il ministro ha parlato delle misure adottate durante il mandato, fra cui il Libro Bianco, fortemente voluto da Pinotti per favorire l’integrazione tra forze armate, ridurre i costi e aumentare l”efficienza. “Alcune delle riforme sono già state recepite. Proprio il nuovo concetto dell”area di interesse nazionale, i criteri nella formazione, nella sanità, nella integrazione operativa delle forze armate. Ma soprattutto il testo è diventato il riferimento nella vita quotidiana. Certo, è inevitabile che le idee nuove incontrino resistenze ma non ho dubbi sul fatto che verrà pienamente approvato”.

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Il ministro ha parlato anche del tema delle spese militari, con particolare riferimento ai costi dell”F-35, un tema fra i più caldi della scorsa campagna elettorale. Secondo Pinotti, in quell”occasione, “c’è stato un accanimento a destra e a sinistra contro l’F35, spesso con poca cognizione tecnica. Ma, trattandosi di un caccia e di un programma con costi rilevanti, si prestava a diventare un bersaglio simbolico: l’idea era che si potesse ottenere risorse togliendo fondi alla Difesa. Molti risparmi sono stati fatti negli scorsi anni ma ritengo che oggi ci si sia resi conto che non si possa più tagliare perchè minacce e rischi che stiamo vivendo sono evidenti a tutti.

E perchè stiamo assumendo degli impegni nella Ue e nella Nato che richiedono responsabilità”. Infine il ministro ha tracciato un bilancio della sua attività. “La nascita di una Difesa europea, tema su cui mi sono spesa molto, e la creazione della nuova struttura Nato per il Sud, che avrà sede a Napoli. Ma soprattutto ho la percezione di un grande cambiamento che rende le forze armate più immerse nella società e più aperte”, afferma il ministro, che loda in questo senso il contributo dell”operazione “Strade sicure”.

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