Terrorismo islamico in Russia: il bilancio 2017 dell’FSB

Nel 2017 in totale 78 terroristi e loro complici sono stati eliminati e 1.018 uomini armati sono stati arrestati in Russia: lo ha detto ieri il direttore del servizio di sicurezza federale russo (FSB) e presidente del Comitato nazionale antiterrorismo (NAC) Alexander Bortnikov.

Diciotto grossi atti terroristici sono stati sventati quest’anno in Russia e 56 cellule terroristiche sono state soppresse ha aggiunto Bortnikov confermando come le informazioni raccolte dall’agenzia dimostrino che i leader delle organizzazioni terroristiche internazionali continuano i loro tentativi di creare cellule terroristiche in varie regioni della Russia. L’FSB teme l’arrivo in Russia di jihadisti di ritorno dalla Siria e dall’Iraq dopo la loro sconfitta in Medio Oriente.

Sono 2.900 i jihadisti di nazionalità russa, in larga misura originari delle repubbliche del Caucaso, che hanno combattuto in Iraq e in Siria, a cui si aggiungono diverse migliaia di foreign fighters originari dei paesi dell’Asia centrale (repubbliche ex sovietiche), precisa l’FSB.

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L’11 dicembre sono stati fermati nella regione di Mosca tre presunti aderenti all’IS provenienti dai paesi dell’Asia centrale ai comandi di esponenti dell’IS all’estero e accusati di preparare attentati suicidi a Mosca durante le lunghe festività del Nuovo anno e per le presidenziali di marzo. Confiscati esplosivi rudimentali, armi e munizioni e smantellato un laboratorio per realizzare azioni terroristiche.

“Il ritorno in Russia degli ex combattenti delle formazioni armate illegali in Medio Oriente rappresenta un pericolo reale. Possono aderire a bande criminali, a cellule, o partecipare al reclutamento di altri combattenti”, ha dichiarato Bortnikov, che ha presieduto una riunione del Comitato anti terrorismo all’indomani dell’annuncio di Vladimir Putin dell’inizio del ritiro di una parte significativa delle forze russe dalla Siria.

“Con la liberazione, effettuata dalle forze siriane sostenute dai militari russi, degli ultimi bastioni dell’IS, i dirigenti e i combattenti dello Stato Islamico sono costretti a cercare dei mezzi per perseguire le loro attività terroristiche sui territori di altri paesi, Russia inclusa”, ha aggiunto.

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Sempre tema di lotta al terrorismo è emerso ieri che la società Telegram dovrà pagare 11 mila euro di multa per aver rifiutato di fornire ai servizi di intelligence le informazioni per decodificare la corrispondenza degli imputati nel caso dell’attacco terroristico a San Pietroburgo lo scorso aprile.

Lo ha detto in tribunale Dmitri Dinze, l’avvocato che rappresenta i proprietari dell’applicazione. “Questi due numeri, la cui decifrazione dei messaggi è stata richiesta dall’FSB, appartengono ai fratelli Azimov, accusati di aver condotto l’atto terroristico a San Pietroburgo”, ha affermato l’avvocato. Secondo il legale, tuttavia, i due avevano smesso di usare questi numeri prima dell’attacco terroristico.

(con fonte Adnkronos e Il Velino)

Foto RIA Novosti, FSB e Moscow Times

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