I guastatori della Folgore
I due gommoni corrono veloci sul fiume, sospinti dai potenti motori fuoribordo. Trasportano otto guastatori paracadutisti della Brigata Folgore, un team ACTR da ricognizione del genio specializzato nella raccolta di informazioni tecniche, analisi degli ostacoli e delle infrastrutture.
La loro missione consiste nel verificare le condizioni, lo stato d’uso e le caratteristiche di portata di un ponte situato in un’area controllata dalle forze avversarie, in previsione di un’attività tattica del nostro contingente che si svilupperà nelle prossime ore. In prossimità dell’obiettivo i battelli si avvicinano silenziosi alla riva e sbarcano sei uomini: a bordo rimangono solo i due piloti che si ritirano in fretta per raggiungere una posizione occultata e riparata alla vista, nella quale attendere il segnale per l’esfiltrazione.
L’elemento appiedato muove invece silenziosamente verso il ponte: alcuni guastatori si pongono a difesa per fornire la necessaria cornice di sicurezza, mentre due operatori iniziano le misurazioni tecniche. Con un piccolo telemetro laser vengono annotate le dimensioni esatte della struttura, mentre con appositi strumenti se ne verifica la composizione, lo spessore e lo stato dei materiali che la compongono, dati essenziali per estrapolare la portata e le caratteristiche del ponte per un suo futuro utilizzo, ma anche per la sua eventuale distruzione o interruzione, qualora la situazione tattica lo richiedesse.
Completata la ricognizione ed acquisite le informazioni tecniche richieste, i guastatori si ritirano in sicurezza, alternando movimento e osservazione, e si reimbarcano sui gommoni che, avvertiti per radio, si sono nel frattempo riportati nel luogo di sbarco.
Quella descritta è una tipica operazione degli assetti esploranti del genio paracadutisti, una componente tecnica, tattica ed informativa di enorme valore ai fini della manovra complessiva della grande unità.Fino all’anno 2000 il supporto del genio della Brigata Paracadutisti “Folgore” era rappresentato dalla sola Compagnia Genio Guastatori di Lucca, inizialmente autonoma e poi confluita nel Reparto Comando e Supporti Tattici della Grande Unità.
I compiti del piccolo reparto consistevano nell’assicurare la mobilità dei reggimenti della brigata e nel contrastare invece i movimenti del nemico, essenzialmente con l’ostacolo minato.
Lo scenario politico-militare stava però profondamente evolvendo e le esperienze e le conseguenti lezioni apprese che giungevano dai primi teatri operativi esterni che vedevano impegnato il nostro esercito imposero ben presto un forte potenziamento della componente genio assegnata alle brigate schierate in missione.
Non fece eccezione la Folgore, che il 1° dicembre 2000 si vide assegnare il 5° Battaglione Genio Guastatori “Bolsena”, di stanza a Legnago nella caserma “Donato Briscese”, reparto che, dopo aver inglobato alcuni elementi della disciolta compagnia di Lucca, cambiò denominazione il 1° giugno 2001, divenendo 8° Battaglione Genio Guastatori Paracadutisti, organizzato su Compagnia Comando e Servizi e quattro compagnie guastatori, con le storiche numerazioni di 21a, 22a, 23a e 24a.
Il nuovo reparto si riallacciava infatti alle tradizioni dell’VIII Battaglione Guastatori Paracadutisti, un’unità di Guastatori della fanteria con addestramento specifico del genio organizzata su tre compagnie (22a, 23a e 24a) che nel 1941-42 era stata assegnata alla neo-costituita 1a Divisione Paracadutisti.
Nell’ambito di tale Grande Unità, nominata successivamente “Folgore”, il battaglione partecipò all’epica battaglia di El Alamein, dove, nonostante innumerevoli gesta eroiche, venne praticamente annientato, sorte condivisa dal similare VII battaglione, cui apparteneva la 21° Compagnia.
Nel nuovo millennio i compiti del nuovo reparto erano quelli tradizionali del genio, adattati alla realtà specifica delle aviotruppe, alle quali si doveva assicurare, in aderenza all’arma base, mobilità, contro mobilità, protezione e supporto allo schieramento.
Nell’ottobre del 2004 il battaglione venne elevato al rango reggimentale divenendo 8° Reggimento Guastatori Paracadutisti “Folgore” e strutturandosi su Comando, Compagnia Comando e Supporto Logistico (CCSL) e VIII Battaglione Guastatori Paracadutisti, pedina operativa del reparto.
Il reparto
Il Comando di Reggimento comprende oggi gli abituali uffici Maggiorità e Personale, Operazioni Addestramento e Informazioni, Logistico, oltre al Servizio di Coordinamento Amministrativo. La CCSL invece schiera, accanto ai tradizionali plotoni C3, Materiali, Rifornimenti, Sanità e Commissariato, un plotone EOD/IEDD che raggruppa la maggior parte del personale in possesso delle qualifiche per la bonifica degli ordigni esplosivi ed è prevalentemente orientato alla rimozione e neutralizzazione di residuati bellici rinvenuti in una vasta area di competenza del territorio nazionale. Tale elementi specializzati sono naturalmente chiamati ad operare anche nelle missioni internazionali, potenziando ed integrando le capacità specifiche delle unità guastatori.
L’VIII Battaglione include il Comando e quattro Compagnie Guastatori, contraddistinte dalle storiche numerazioni dalla 21° alla 24°.
In linea teorica, ed a differenza di quanto avviene degli altri reggimenti guastatori, le compagnie del reparto dovrebbero avere struttura identica, con Plotone Comando, un plotone ACTR (Advanced Combat Reconnaissance Team) da ricognizione avanzata del genio, due plotoni guastatori ed un plotone di Supporto alla manovra.
Ragioni di opportunità addestrativa, amministrativa e funzionale, unitamente ad esperienze operative, hanno però consigliato di accorpare presso un’unica compagnia, segnatamente la 23a, tutte le componenti dedicate al supporto allo schieramento, quali macchine movimento terra e per il ripristino della viabilità, battelli e gommoni con motori fuoribordo per operazioni anfibie, materiali per la fornitura di acqua potabile e energia elettrica ed attrezzature pesanti in genere, lasciando alle rimanenti compagnie i soli plotoni ACRT e Guastatori, che muovono prevalentemente a bordo di veicoli leggeri , VTLM Lince e VTMM Orso.
In ogni caso va rilevato che le specificità dell’impiego dell’Arma del Genio ed in particolare della specialità Guastatori rendono l’impiego di unità organiche relativamente poco probabile.
In questo contesto le compagnie e l’intero reggimento svolgono in un certo senso funzioni di “force provider” nell’ottica del principio della task organization, ossia di generatori di assetti specialistici di consistenza e composizione attagliata alle specifiche missioni.
L’utilizzo abituale e ricorrente rimane quello di team di piccola consistenza, che possono essere in certi casi mantenuti alle dipendenze funzionali di un comando di Task Force Genio, oppure impiegati in maniera decentrata, come spesso avviene negli addestramenti multinazionali.
Tale specificità di impiego è stata resa ancora più evidente negli ultimi anni dal rapidissimo evolversi della minaccia presente nei teatri operativi esterni, in missioni in cui il Genio e le unità Guastatori hanno dovuto affrontare nuove insidie scaturite dai conflitti asimmetrici.
Queste forme di lotta hanno ampliato enormemente l’impatto rappresentato dagli ordigni esplosivi di vario tipo nelle operazioni militari di stabilizzazione, sia a causa della loro subdola efficacia, sia in ragione del forte impatto che la loro stessa presenza genera nell’opinione pubblica e nella percezione che questa acquisisce delle operazioni militari in corso.
I compiti assegnati all’8° reggimento sono sia quelli tipici della specialità che quelli peculiari delle aviotruppe.
I primi includono:
La Mobilità (mobility), ossia la capacità di assicurare la libertà di movimento delle forze amiche all’interno dell’area delle operazioni, ottenuta con ricognizioni in profondità nel teatro operativo, ripristino o adeguamento della viabilità, superamento delle interruzioni, costruzione di ponti tattici, operazioni di forzamento contro l’ostacolo minato, eliminazione di ordigni esplosivi di varia natura, supporto alle operazioni anfibie e realizzazione di ZAE, le zone di atterraggio elicotteri.
La Contromobilità (countermobility), finalizzata ad interdire la capacità di manovra delle forze ostili mediante la realizzazione di ostacoli passivi con mezzi meccanici o esplosivi, la predisposizione di interruzioni con demolizioni pianificate, l’approntamento di ostacoli attivi e la posa di campi minati controcarro.
Il Supporto alla Protezione (survivability), sia diretta che indiretta. Nel primo caso rientrano tutte le misure attive e passive volte ad incrementare la protezione e la sicurezza del personale e l’integrità dei comandi, mezzi e materiali, in particolare nelle basi di schieramento nei teatri, con opere di fortificazione campale (force protection) quali recinzioni perimetrali, fossati ed ostacoli anticarro, protezioni balistiche ed antimortaio, coperture al tiro e bunker. Le misure indirette comprendono invece le predisposizioni di mascheramento, mimetizzazione ed inganno.
Il Supporto Generale (sustainability) riguarda la gestione delle risorse idriche ed elettriche, l’effettuazione di lavori in terra per attrezzare le basi e le aree di schieramento e l’insieme delle misure volte migliorare le condizioni di vita all’interno delle FOB, le basi operative avanzate.
Il Supporto all’Intelligenge, un compito in rapida evoluzione che prevede l’impiego degli Advanced Combat Reconnaissance Team – ACRT, le unità da ricognizione avanzata del genio incaricate della raccolta di dati ed informazioni d’interesse del genio a supporto delle operazioni terrestri, alimentando il ciclo di Engineer Intelligence per la pianificazione della manovra nell’area di competenza.
Rientra in tale ambito anche la capacità di Route Clearance, destinata alla ricerca ed individuazione di mine, trappole ed ordigni esplosivi posti lungo gli itinerari percorsi dal nostro contingente.
Concorrono alle varie funzioni informative e di intelligence anche i team di Military Search per l’individuazione degli ordigni improvvisati occultati ed i nuclei WIT – Weapons Intelligence Team per la raccolta di informazioni e l’analisi forense delle prove ed evidenze di indagine (site exploitation).
L’esame degli ordigni o dei loro frammenti risulta infatti essenziale non solo per mantenere le nostre unità aggiornate sulla costante evoluzione di questa terribile minaccia, ma anche per studiarne le caratteristiche peculiari, in modo da risalire, attraverso l’individuazione di una sorta di “firma” tecnica e procedurale, agli esecutori ed ai fornitori del materiale impiegato.
Compiti specifici
A questi compiti tipici delle unità del genio si aggiungono quelli peculiari dei guastatori paracadutisti, assegnati al reggimento in virtù della sua appartenenza alle aviotruppe ed alla Brigata Folgore.
Tutto il personale che viene destinato al reparto ha frequentato il corso di specialità, il modulo KS di addestramento al combattimento individuale e di squadra della durata di 10 settimane. Intenso e fisicamente impegnativo, è destinato a mettere tutti i futuri paracadutisti in grado di svolgere in modo soddisfacente i compiti di base del combattente, in un ambiente difficile e pericoloso, in condizioni di forte isolamento operativo, , indipendentemente dal futuro incarico ed a premessa del successivo corso di paracadutismo con fune di vincolo.
I temi trattati includono pertanto, oltre ad un’intensa attività fisica, tutti gli argomenti tipici dell’addestramento individuale al combattimento: impiego delle armi e pratica di tiro, sopravvivenza sul campo di battaglia, movimento tattico e sfruttamento del terreno, superamento ostacoli naturali e riordino a seguito di aviolancio (simulato), topografia e navigazione terrestre (con marce topografiche di crescente impegno), tattiche e procedure dalla squadra fucilieri in difesa e in attacco, nozioni su trasmissioni, difesa NBC e sanità.
Di conseguenza i guastatori paracadutisti sono in condizione di dar vita, in caso di necessità, a complessi minori di fanteria leggera e di costituire pattuglie da combattimento con compiti del tutto simili a quelli assegnati ai reggimenti d’arma base, anche in missioni di interdizione e contro interdizione d’area.
Da tale base condivisa scaturisce l’apporto specialistico che unità, piccoli team o singoli componenti dell’8° reggimento possono fornire ai reparti della Folgore. Un esempio tipico è dato dalla capacità di integrare secondo necessità le pattuglie da combattimento della brigata, supportandone l’azione con le competenze tipiche della specialità, per sabotare, neutralizzare o distruggere obiettivi specifici di alto valore.
Elementi del reggimento guastatori possono essere inseriti anche nelle pattuglie da ricognizione, soprattutto a lungo raggio, impegnate nell’esplorazione tattica o nella costituzione di pattuglie guida (pathfinder) impiegate a premessa di un successivo aviolancio. In tali contesti i guastatori svolgono i compiti peculiari della specialità, inclusi quelli di Advanced Search per la ricerca ed individuazione di ordigni nascosti, improvvisati o trappolati.
Inseriti ai vari livelli organici a supporto dell’arma base, i Guastatori possono concorrere ovviamente all’assalto di postazioni organizzate a difesa, la cui neutralizzazione imponga l’uso di cariche esplosive di varia tipologia, o contribuire alla soppressione delle difese contraerei nemiche (SEAD – Suppression of Enemy Air Defence) mediante l’impiego di esplosivi o di armi di precisione anti materiale, quali i fucili Barrett M82A1 in calibro 12,7 mm.
Negli ultimi tempi ha assunto grande rilevanza l’attività di breaching, ossia il forzamento e l’apertura di brecce con l’utilizzo di esplosivo e tecniche di demolizione controllata per penetrare all’interno di un obiettivo sensibile, essenzialmente nel contesto del combattimento in ambiente urbano, un tema di sempre maggiore attualità.
Infine il reggimento sta conducendo le attività di ricerca e sperimentazione necessarie ad acquisire la capacità di aviolanciare specifici mezzi di movimento terra leggeri con cui predisporre, in tempi brevissimi ed a seguito di aviolancio di propri uomini e materiali, strisce d’atterraggio improvvisate, nelle quali far affluire successivamente le forze amiche. Qualora il materiale attualmente in dotazione non si rivelasse idoneo all’aviolancio sarà necessario pianificare l’acquisizione di una piccola aliquota di mezzi specializzati in dotazione ad alcuni eserciti alleati.
Oltre a partecipare alle esercitazioni nazionali ed internazionali che vedono coinvolta la Brigata Folgore, i Guastatori Paracadutisti mantengono da tempo una stretta collaborazione addestrativa con la 173° Airborne Brigade statunitense, di stanza a Vicenza.Molte le attività congiunte, sia negli specifici settori tecnici delle attività del genio in cooperazione con il 54° Engineer Battalion della brigata americana, sia più in generale con aviolanci ed esercitazioni di varia natura.
Accanto a questi compiti prettamente militari, l’8° Reggimento Guastatori Paracadutisti opera quotidianamente anche in supporto della popolazione civile, in caso di calamità naturali e per la bonifica dei residuati bellici o di ordigni inesplosi di qualsiasi tipo rinvenuti, dando pieno significato al termine “dual use” assegnato ai reparti del Genio. In queste attività trova ovviamente impiego preferenziale la componente di supporto allo schieramento, con i propri mezzi speciali medi e leggeri, anche se in taluni casi si è avvertita la mancanza di quegli equipaggiamenti pesanti campali e per movimento terra che non sono in dotazione al reparto.
Il reggimento, per citare solo i casi più recenti, è stato impegnato nell’operazione “Sabina” di soccorso alle popolazioni terremotate del centro Italia, contribuendo anche alle attività legate al ripristino della viabilità a seguito dell’emergenza neve e maltempo verificatasi successivamente.
Ma la predisposizione ai concorsi di assetti specialistici del genio in caso di pubbliche calamità è costante e riguarda una possibile area di intervento molto vasta, che include Emilia Romagna, Toscana e Marche. A tal fine viene mantenuto ad un alto livello di prontezza operativa un Plotone di pronto intervento per Pubbliche Calamita (U.Pu.Ca.) su turnazione trimestrale, in alternanza con il 2° reggimento pontieri di Piacenza e con il reggimento genio ferrovieri di Castelmaggiore (Bologna).
Nella bonifica occasionale del territorio nazionale il personale EOD (Explosive Ordnance Disposal) del reparto svolge la propria attività in maniera praticamente continuativa su una vasta area di competenza, che comprende numerose prefetture di Veneto, Emilia e Marche. Le richieste di intervento, circa 260 nell’anno in corso, riguardano principalmente la rimozione e la messa in sicurezza di ordigni residuati bellici rinvenuti durante lavori edili o di scavo. In taluni casi gli ordigni sono stati ritrovati anche sotto la superficie di corsi d’acqua, rendendo la bonifica più complessa, anche per la necessaria integrazione con personale EOD della Marina Militare, competente per la fase “umida”.
Infine rientra tra i compiti dei Guastatori Paracadutista il concorso all’operazione “Strade Sicure”, che attualmente si svolge in Toscana, dove vengono forniti moduli di varia entità numerica. Il personale impiegato riceve direttamente al reparto una formazione specifica preliminare, sia pratica (uso delle armi, procedure del Metodo di Combattimento Militare (MCM), tecniche e procedure particolari) che teorica e legale.
La formazione
I Volontari in Ferma Prefissati di un anno (VFP1) assegnati al reggimento sono ovviamente tutti volontari per le aviotruppe e come accennato in precedenza giungono al reparto dopo aver completato l’iter di formazione iniziale che include il superamento del modulo KS di specialità e la successiva frequenza del corso basico di paracadutismo con fune di vincolo, denominato ora Corso KSP, che si svolge immediatamente dopo e ne costituisce logica prosecuzione e completamento.
Dopo la rafferma quadriennale ed il transito nella categoria dei VFP4 la maggior parte del personale ottiene la qualifica di guastatore superando un corso di 15 settimane presso la Scuola del Genio.
Si tratta di un modulo che include sia temi relativi al maneggio e riconoscimento di mine ed esplosivi, trattati in passato nel corso Minex ora superato, sia nuovi argomenti più generali, inclusa un’istruzione iniziale sui materiali e le attrezzature del genio.
Gli allievi apprendono pertanto le tecniche di impiego degli esplosivi (maneggio, sicurezza, circuiti) per effettuare demolizioni e predisporre cariche di vario tipo, anche trappolate, imparano a posare le mine controcarro, a rimuoverle, disinnescarle o distruggerle.
Gli aspiranti ricevono anche nozioni basiche di EOR – Explosive Ordnance Reconnaissance sulla ricerca, localizzazione, segnalazione e identificazione iniziale degli ordigni esplosivi, mentre la parte pionieristica termina con le tecniche per affrontare in sicurezza le esplosioni ravvicinale, fino a 2 kg di esplosivo alla distanza di 2 metri!
Nel prosieguo della carriera e soprattutto con il passaggio in servizio permanente si aprono al guastatore diversi percorsi di specializzazione avanzata che portano all’acquisizione di livelli crescenti di professionalità in settori specifici.
Il processo, noto come “canalizzazione”, tende a valorizzare le competenze già acquisite, ampliandole progressivamente, alternando periodi di impiego e maturazione di esperienze con la frequenza in successione di appositi corsi. Due di questi “filoni” formativi risultano particolarmente interessanti ed innovativi. Il primo conduce il guastatore alla qualifica ACRT e/o alle successive specializzazioni della branca Search, il secondo segue l’impervio percorso delle attività EOD/IEDD di neutralizzazione degli ordigni esplosivi, con le successive qualifiche CMD e IEDD.
Guastatore Paracadutista qualificato ACRT/SEARCH
Il guastatore, dopo adeguata permanenza nell’incarico, affronta il Corso di qualificazione avanzata ACRT (Advanced Combat Reconnaissance Team) di otto settimane presso il Centro di Eccellenza C-IED del Comando Genio. Qui apprende le procedure per condurre ricognizioni tecniche, analisi e studio del terreno, degli ostacoli e delle infrastrutture. Vengono acquisite le nozioni di base per localizzare e identificare campi ed aree minate, per l’acquisizione di valutazioni relative alla viabilità ed effettiva percorribilità di strade e piste.
Grande attenzione viene posta, anche con l’impiego di equipaggiamenti specifici di elevato livello tecnologico, nell’accertamento delle caratteristiche e della portata di ponti e strutture, sia ai fini del loro utilizzo che nell’eventualità di una loro futura interruzione o distruzione.
In un primo approccio alle tematiche di Route Clearance si approfondiscono le tecniche e procedure per la verifica preventiva degli itinerari, in relazione alla possibile presenza di ordigni esplosivi improvvisati. L’azione dei team ACRT si svolge spesso in isolamento ed autonomia, non di rado all’interno del dispositivo nemico o comunque in ambiente ostile o non permissivo. E’ richiesta pertanto una eccellente capacità combat di fanteria per tutto il personale, per assicurare completa capacità organica di autodifesa.
Una parte dei guastatori accede ai corsi di Military Search, una capacità di recente introduzione nei reparti del genio che comprende le attività finalizzate alla ricerca e localizzazione di materiali, armi, esplosivi e munizioni in supporto alle operazioni militari, sia ai fini dello loro distruzione o messa in sicurezza, sia per migliorare le capacità di raccolta delle informazioni, con particolare riguardo al contrasto agli IED, gli ordigni esplosivi improvvisati.
I differenti livelli di specializzazione nel settore, basico, intermedio ed avanzato (quest’ultimo presente solo all’interno dell’8° rgt genio gustatori paracadutisti), fanno riferimento a caratteristiche crescenti di rischio e di difficoltà di esecuzione e si conseguono con corsi della durata rispettivamente di quattro settimane nei primi due casi e di otto nell’advanced.
Le unità Search impiegate dai guastatori paracadutisti si compongono di norma di 9 elementi: un comandante/supervisore e due team identici di 4 operatori. Questi comprendono a loro volta un Advisor, responsabile del team, uno scribe cui compete di annotare ogni particolare rinvenuto e di registrare le azioni intraprese, e due operatori incaricati della ricerca ed individuazione avanzata. Questi ultimi si avvicinano al possibile obiettivo mantenendosi in costante contatto radio con l’advisor ed effettuano la ricognizione avvalendosi di materiali sofisticati, quali endoscopi per le ispezioni in cavità sospette, rivelatori di rumori, aste di sondaggio e telemetri laser per la misurazione e verifica di strutture complesse.
Non sfugge l’importanza del ruolo che tali procedure ed equipaggiamenti possono avere anche in contesti civili, con particolare riguardo alla ricerca di sopravvissuti e di beni ed oggetti sepolti da un crollo o da una calamità naturale di varia natura. Nell’operazione Sabina, nelle zone terremotate del centro Italia, tale capacità è stata più volte utilizzata con profitto.
Per una ricognizione preventiva a distanza, in presenza di elevati livelli di rischio potenziale, viene impiegato il piccolo robot Recon Scout del peso di soli 0,64 kg, che può essere gettato all’interno di un edificio e manovrato da una posizione sicura con un semplice telecomando. La sua telecamera fornisce immagini molto nitide che permettono una ricognizione efficace dell’obiettivo, senza esporre il personale a rischi diretti.
Un altro strumento utilizzato è il piccolo endoscopio Olympus IPLEX LT che dispone di un monitor ad alta risoluzione per una visione molto nitida in ogni condizione e posizione. Compatto e leggero, facilmente trasportabile, l’apparato dispone di sonde ad elevata flessibilità e capacità di inserimento, ricoperte di una maglia protettiva che le rende particolarmente resistenti all’abrasione ed alle alte temperature. Le immagini ottenute possono essere facilmente registrate, per una successiva analisi delle procedure adottate ed a scopo addestrativo.
Completata con tali ausili una prima identificazione, dopo la raccolta di ogni possibile informazione ed in base all’analisi della situazione, l’ordigno rinvenuto ed analizzato viene di norma “passato” al team EOD/IEDD per la bonifica e messa in sicurezza.
Le unità guastatori ed i plotoni ACRT sono destinati anche a compiti specialistici di supporto alla mobilità, configurandosi come Pacchetti RCP di Route Clearance Package.
Si tratta di un’esigenza operativa scaturita nel teatro operativo afghano, dove il continuo ricorso da parte degli insorti alla posa di ordigni esplosivi improvvisati aveva fatto emergere la necessità di mantenere la libertà di transito all’interno dell’area di competenza e lungo determinati itinerari obbligati, in particolare per permettere i collegamenti tra i presidi ed il loro rifornimento da parte delle colonne logistiche.
Route Clearence
Questa nuova missione di Route Clerance imponeva una verifica preventiva delle rotabili e la conseguente ricerca ed eventuale rimozione immediata della minaccia, costituita da mine, trappole ed altri ordigni inesplosi presenti lungo l’itinerario. Con il crescere della minaccia tali procedure vennero estese anche alla protezione dei reparti impegnati in operazioni tattiche, in appoggio dei quali era richiesta di norma un’azione speditiva che non ostacolasse i tempi e le modalità dell’attività in corso
I Pacchetti RCP impiegati comprendevano di norma due veicoli protetti Cougar 6×6 o MaxxPro 4×4, un Buffalo antimina 6×6 triposto munito di braccio estensibile per la verifica e rimozione speditiva degli ordigni ed alcuni Lince, utilizzati anche per il trasporto di un nucleo cinofilo con Mine Detection Dog ed Explosive Detection Dog. A tali mezzi si poteva aggiungere un’ambulanza su scafo Lince ed un’autogru Isoli M400 in funzione di carro recupero.
La preziosa esperienza maturata in quel difficile teatro ha portato l’Esercito a sviluppare ed acquisire un pacchetto RCP di livello plotone di seconda generazione, da assegnare ai reggimenti guastatori, interamente basato su VTMM “Orso”, un blindato medio ruotato prodotto dall’Iveco DV.
Tale pacchetto per la bonifica rapida degli itinerari, assegnato anche all’8° reggimento, si compone di 5 mezzi identici ma allestiti in 4 differenti configurazioni. Un primo veicolo è dotato di Ground Penetrating Radar per la ricerca e scoperta di ordigni interrati, mentre il secondo è equipaggiato con un roller SPARK II munito di pesanti rulli destinati a neutralizzare gli oggetti esplosivi attivati con congegni a pressione.
Il terzo mezzo è destinato alla verifica e conferma e dispone di un braccio meccanico estensibile realizzato dalla Fassi che permette di raggiungere oggetti posti a diversi metri di distanza. La gru telescopica è dotata di telecamera e di un faretto per una agevole visione da parte dell’operatore ed è munita di differenti pinze meccaniche per la manipolazione dell’ordigno e di un sistema di soffiaggio ad aria con cui rimuovere polvere, sabbia o vegetazione che ostacolino la corretta osservazione dell’oggetto rinvenuto.
Gli altri due VTMM Orso del pacchetto hanno identica configurazione e sono destinati all’osservazione e sorveglianza con compiti di force protection. A tal fine dispongono di un sistema optronico di visione ogni tempo VOSS il cui sensore, munito di camere TV e IR, è montato su supporto elevabile per una migliore osservazione a distanza, anche in presenza di ostacoli alla visione diretta.
Ogni veicolo dispone per l’autodifesa di una torretta a comando remoto Hitrole Light della Oto Melara che può essere armata con mitragliatrici da 7,62 mm, 12,7 mm o con lanciagranate automatici da 40 mm. Tutto il personale (22 elementi in totale, 4 per ciascuno dei tre primi blindati e cinque per i restanti due) opera in completa sicurezza all’interno del mezzo, disponendo di sistemi di comunicazione e di navigazione integrati e di ultima generazione.
Per esigenze contingenti o in presenza di una minaccia meno elevata il pacchetto può funzionare anche in assenza di uno o due elementi del sistema. L’RCP su VTMM Orso rappresenta un sensibile miglioramento delle prestazioni offerte dai mezzi di origine statunitense impiegati nel teatro afghano, anche se permangono alcune difficoltà, come quelle legate alla non omologazione dei veicoli al movimento sulla rete viaria nazionale, a causa del peso di oltre 18 tonnellate distribuito sui due assi, una limitazione non indifferente che impone l’uso di carretti trainati per la loro movimentazione.
In ogni caso l’impiego del pacchetto, pur consentendo una bonifica speditiva degli itinerari, non permette, se non in misura limitata, una corretta fase di intelligence exploitation, ossia un’analisi completa di tipo forense delle caratteristiche dell’ordigno, un’attività vitale nella lotta agli IED che richiede la presenza di un nucleo IEDD appiedato.
Guastatore Paracadutista qualificato CMD/IEDD
Anche questo particolare ed importantissimo percorso formativo conduce a successivi livelli di specializzazione ed è rivolto ad elementi che dimostrano adeguate doti di freddezza, precisione, approccio equilibrato all’evento ed attitudine tecnica.
Fino a qualche tempo fa l’iter iniziale dell’area EOD prevedeva due fasi successive: un corso di 1° livello che abilitava alla bonifica di ordigni convenzionali in superficie di nazionalità italiana, ed un successivo corso di 2° livello, dopo almeno tre anni di permanenza nell’incarico, per la bonifica di ordigni convenzionali di tutte le nazionalità.
Oggi i due livelli sono stati ora raggruppati per uniformarsi agli standard dell’Alleanza Atlantica, ottenendo anche un certo abbassamento dell’età media del personale EOD. Il Guastatore frequenta quindi il nuovo Corso CMD (Conventional Munition Disposal) di 13 settimane presso il Centro di Eccellenza Nazionale per il Counter-IED del Comando Genio, durante il quale apprende le tecniche e procedure per la rivelazione, identificazione, valutazione, messa in sicurezza ed eliminazione di ordigni inesplosi di tipo convenzionale, in dotazione sia alle nostre Forze Armate che a quelle di altri Paesi. Fanno quindi eccezione gli ordigni esplosivi improvvisati (IED) e quelli a caricamento speciale, ossia chimico o biologico, oggetto di una formazione ulteriore.
Per la ricerca e localizzazione vengono impiegati sia strumenti di osservazione, come binocoli e camere termiche, sia i classici cercamine e rilevatori di metalli, la cui evoluzione permette ora di individuare mine contenenti solo minuscole parti metalliche.
La successiva identificazione risulta di grande importanza, per poter accertare le caratteristiche ed il livello di pericolosità dell’ordigno. La messa in sicurezza e la successiva bonifica prevedono, a seconda dei casi, la possibilità di rimuovere la spoletta o la sua immunizzazione, con successivo brillamento e distruzione dell’ordigno e la bonifica completa del sito di ritrovamento.
Il livello successivo di specializzazione viene ottenuto con la frequenza del Corso IEDD (Improvised Explosive Device Disposal) di 16 settimane, che abilita anche agli interventi di bonifica e messa in sicurezza dei famigerati IED, gli ordigni improvvisati sempre più diffusi nei vari teatri operativi.
Con tale formazione, che successivamente può includere anche l’intervento su ordigni a caricamento chimico o biologico, si mira ad acquisire la capacità di effettuare la bonifica di tutti gli ordigni di circostanza o improvvisati, ossia di condurre l’insieme delle operazioni di rilevazione, identificazione, valutazione sul terreno, messa in sicurezza, rimozione ed eliminazione finale di ordigni o dispositivi esplosivi improvvisati o non regolamentari.
Data l’elevato margine di rischio che caratterizza per la loro stessa natura le attività di C-IED, il personale incaricato mette in opera tutti gli accorgimenti necessari a prevenire esplosioni accidentali, cercando di non mettere inutilmente a repentaglio la propria incolumità.
A tal fine vengono impiegati, per quanto possibile, i mezzi tecnologicamente avanzati a disposizione del genio, facendo ricorso ad esempio al ben sperimentato robot Wheelbarrow Mk8 o al similare tEODor (telerob Explosive Ordnance Disposal and observation robot), un veicolo cingolato a guida remota munito di braccio meccanico dotato di due telecamere, per l’osservazione a distanza dell’oggetto da parte dell’operatore, e di vari accessori per la manipolazione e l’intervento sull’ordigno: ganci, pinze, sensori chimici e radiologici ed un cannoncino ad acqua per disarticolare e neutralizzare il bersaglio.
I team EOD/IEDD del reggimento si compongono di norma di 4 elementi: due operatori qualificati IEDD o IEDD-BC, un guastatore qualificato CMD ed un tecnico elettronico per squadra C-IED incaricato della gestione del robot.
Nonostante i progressi compiuti dalla manipolazione a distanza degli ordigni permangono casi nei quali risulta insostituibile l’intervento diretto degli specialisti.
Gli operatori IEDD indossano allora una pesante tuta protettiva, eventualmente accoppiata ad un autorespiratore se si sospetta la possibile presenza di aggressivi chimici o biologici, e portano a termine l’operazione di messa in sicurezza dell’ordigno, interrompendone manualmente la catena di funzionamento fino al momento della sua distruzione finale.
Questo tipo di bonifica manuale, per quanto lenta e potenzialmente pericolosa, è la sola che permette di svolgere al meglio i compiti di Engineer Intelligence e site exploitation, ossia di raccogliere dati ed informazioni preziose sull’ordigno, le sue caratteristiche e particolarità costruttive, con cui risalire al cosiddetto IED NETWORK.
L’operatore IEDD rappresenta il primo fondamentale tassello di un processo di lotta agli IED che include, come abbiamo visto, attività di Search, l’impiego dei nuclei WIT e la creazione di un ampio database per la registrazione e lo scambio delle informazioni.
Anche il personale dei Weapons Intelligence Team viene formato presso il Centro di Eccellenza C-IED con un apposito corso di tre settimane imperniato sulle tecniche e procedure di raccolta, analisi, sfruttamento e trasmissione delle informazioni relative al modo di operare del nemico nello specifico settore degli ordigni improvvisati, con particolare riguardo all’esame della scena dell’incidente con metodologie di tipo forense.
Foto: Alberto Scarpitta e 8° Reggimento Guastatori Paracadutisti “Folgore”
Alberto ScarpittaVedi tutti gli articoli
Nato a Padova nel 1955, ex ufficiale dei Lagunari, collabora da molti anni a riviste specializzate nel settore militare, tra cui ANALISI DIFESA, di cui è assiduo collaboratore sin dalla nascita della pubblicazione, distinguendosi per l’estrema professionalità ed il rigore tecnico dei suoi lavori. Si occupa prevalentemente di equipaggiamenti, tecniche e tattiche dei reparti di fanteria ed è uno dei giornalisti italiani maggiormente esperti nel difficile settore delle Forze Speciali. Ha realizzato alcuni volumi a carattere militare ed è coautore di importanti pubblicazioni sulle Forze Speciali italiane ed internazionali.