Qualche dettaglio sulla riduzione delle forze italiane in Iraq
L’Italia ridurrà le forze schierate in Iraq ma trasferirà a Erbil (Kurdistan iracheno) parte dei velivoli dell’Aeronautica oggi schierati in Kuwait.
Lo si evince dal comunicato della Difesa del 27 dicembre scorso dedicato alla visita al contingente nazionale dell’ambasciatore italiano in Iraq, Antonio Pasquino. in cui si comunica che a Erbil, “è stata inaugurata una nuova area di stazionamento (APRON) realizzata dal personale del 2° Reparto Genio dell’Aeronautica Militare….. destinato agli assetti ad ala rotante dell’AVES e ad ala fissa dell’Aeronautica Militare”.
L’Aves schiera già a Erbil 8 elicotteri Mangusta A-129D e NH-90 della Task Force Griffon integrata a da un plotone di fanteria aeromobile del 66° reggimento “Trieste” (Brigata Aeromibile “Friuli”).
Nessun dettaglio circa i velivoli dell’Aeronautica che verranno dislocati a Erbil una volta completato il ritiro della Task Force Air (280 militari con 7 velivoli) dal Kuwait ma è probabile che restino in Iraq un paio di velivoli teleguidati Predator o Reaper del 32° Storno di Amendola, con compiti di sorveglianza del nord dell’Iraq ancora infestato da milizie dello Stato Islamico, e che vengano invece rimpatriati i 4 velivoli da attacco AMX e l’aerocisterna KC-767
L’avvio delle nuove operazioni in Africa (Libia, Niger e Tunisia) coinciderà quindi con la riduzione delle forze in Iraq (e in Afghanistan da dove verranno ritirati nel 2018 circa 200/250 militari)
. Tra gennaio e marzo ci sarà così un taglio di circa 250 militari italiani di cui 180 tra quelli presenti a protezione dei lavori per la diga di Mosul (Task Force Praesidium) ed il ritiro di alcuni elicotteri; mentre tra giugno e settembre verranno ritirati altri 450 militari dimezzando così il contingente in Iraq forte attualmente di quasi 1.500 effettivi.
Foto: Difesa.it
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