Prendono il volo il bombardiere Tu-160M2 e il tanker Il-78M-90A
Alla fine dello scorso gennaio hanno preso il volo due nuovi velivoli militari russi: stiamo parlando del bombardiere strategico Tupolev Tu-160M2 decollato lo scorso 25 gennaio dalla pista dello stabilimento di Kazan alla presenza del Presidente Vladimir Putin e della nuova aerocisterna Ilyushin Il-78M-90A decollata lo stesso giorno ma dalla base della Aviastar SP di Ulyanovsk.
Di questo esemplare di Tu-160M2 (nominato “Piotr Denekin” in onore al defunto comandante dell’Aviazione Strategica a lungo raggio, primo comandante in capo dell’Aviazione Militare russa dell’epoca post-sovietica nonché autore nel lontano 1995 dell’idea di apporre i nomi sui Tu-160 in memoria dei grandi piloti storia russa), possiamo dire che si tratta in realtà del secondo volo poiché dopo l’uscita di fabbrica avvenuta lo scorso 16 novembre il grande bombardiere aveva effettivamente volato per la prima volta già nel mese successivo di dicembre.
Sul fronte dei numeri è necessario specificare che il nuovo Tu-160M2 “8-04” è il 35° di tutti i Tu-160 realizzati (senza contare i prototipi utilizzati per i test di terra) e che la VKS russa attualmente utilizza 16 Tu-160 tutti assegnati al 121° Reggimento Bombardieri pesanti con sede a Engels.
Il Tu-160M2 “8-04” è stato realizzato non solo per aumentare nell’immediato la flotta di bombardieri strategici russi ma anche per consentire a breve la ripartenza delle realizzazioni dei nuovi bombardieri presso lo stabilimento di Kazan sotto forma di un ordine futuro di 50 velivoli con una produzione di almeno tre velivoli per anno.
Come abbiamo spesso approfondito sulle pagine di Analisi Difesa, il Tu-160M2 (o “izdeliye 70M2”) pur conservando la cellula del Tu-160 (anche se in realtà dovrebbero essere previste alcune modifiche alla struttura esterna), include numerose modifiche radicali che riguardano nello specifico la motorizzazione e il relativo sistema di controllo e gestione del carburante, i sistemi di navigazione, comunicazione, radar, contromisure elettroniche e persino un nuovo sistema di armi aviolanciate.
Il primo “vero” nuovo Tu-160M2 (poiché l’8-04 è stato realizzato per l’appunto da una cellula di Tu-160 esistente) dovrebbe decollare per la prima volta nel 2021.
Sono ben 200 le imprese del paese che partecipano al rinascita del “cigno bianco” (così è chiamato in Russia il Tu-160), un numero che non lascia certamente interdetti se consideriamo che nella progettazione del velivolo sono giunti dei contributi notevoli anche da altri bureau prestigiosi.
Il progetto del Tu-160M2 ha permesso infatti di introdurre una serie di innovazioni fondamentali nel sistema di realizzazione dei velivoli militari: il lavoro sulla progettazione digitale dell’aeromobile è stato condotto congiuntamente con alcuni principali uffici di progettazione quali Beriev, Ilyushin, Sukhoi, Yakovlev, oltre ovviamente al bureau principale Tupolev. Ingegneri e progettisti hanno lavorato nella cosiddetta modalità “distribuita” utilizzando speciali canali di comunicazione sicuri; un procedimento che ha permesso di ridurre significativamente sia i tempi di progettazione che i costi complessivi.
Cruciale per la realizzazione del Tu-160M2 è stato il lavoro svolto nel 2017; l’industria militare russa ha compiuto infatti uno sforzo senza precedenti nella fase chiave della ricostruzione del nuovo bombardiere: dal 2008 infatti, anno di realizzazione dell’ultimo esemplare di Tu-160, l’avvio e il ripristino del lavoro di saldatura a fascio di elettroni delle strutture in titanio della sezione centrale è stata una sfida notevole per l’apparato industriale, proporzionalmente commisurata alle dimensioni del velivolo; il Tu-160 è infatti l’apparecchio più grande del mondo per saldature di elementi in titanio la cui trave centrale del peso di circa 6 tonnellate è l’elemento portante più caricato nonché quella a cui sono collegati i principali meccanismi per la variazione della freccia alare.
Se consideriamo che il Tu-160 è composto del 30% di titanio sul peso totale si capisce come la ripresa di queste tecnologia sia stato un obiettivo centrato appieno e a tempo di record.
La presenza del Presidente Putin al volo inaugurale ha dimostrato l’importanza riposta dai vertici politici e militari nel proseguimento dell’espansione militare e nucleare russa ma ha fatto si che tutto questo costituisse anche un input autorevole, dopo la firma del contratto da 160 miliardi di rubli (pari a 2,8 miliardi di dollari) per la consegna di un primo lotto di 10 bombardieri strategici modernizzati Tu-160M2 alla VKS, per il prosieguo del progetto verso sbocchi alternativi.
E’ stato lo stesso Presidente in persona a chiedere ai vertici industriali di ripensare seriamente lo sviluppo di un aereo passeggeri supersonico basato proprio sul Tu-160 affermando che la vastità del territorio russo avrebbe garantito uno sbocco commerciale a tale progetto.
La stessa UAC, società controllata di Stato, ha dichiarato a distanza di pochi giorni all’agenzia TASS che i lavori preliminari per la progettazione di un aereo simile, capace di ereditare e magari riscattare il progetto avo di matrice sovietica nato a fine anni 60 con il supersonico Tupolev Tu-144 (il primo aereo commerciale al mondo a superare la velocità di Mach 2), sono realmente iniziati. D’altronde, secondo la stampa specializzata russa, con la ripresa della produzione del Tu-160M2 sembra possano bastare una decina di esemplari per garantire la redditività della produzione. Considerando poi che la prima richiesta è stata formulata da alcuni Ministeri della Federazione russa (probabilmente tra questi potrebbe rientrare anche un Air Force One per il Presidente russo), è molto probabile che il progetto possa prendere avvio parallelamente, seppur in un secondo momento, con l’effettiva produzione in serie.
“Questi dipartimenti – ha dichiarato all’agenzia TASS un portavoce della UAC – sono interessati alla movimentazione più veloce del loro personale direttivo e dei loro specialisti in diversi punti della Russia e nel resto del mondo. Ciò è necessario sia per massimizzare la pronta risposta in caso di particolari situazioni di emergenza, sia per ridurre la durata dei normali viaggi di lavoro a lungo raggio.”
Cauta in tal senso l’opinione di Pavel Zakharov, AD di JET24, società russa che opera nel settore dell’aviazione settore business: “Al momento siamo prudenti circa le prospettive per la creazione di un velivolo simile, poiché anche dopo aver superato le previste prove di volo sarà interessante capire anche i costi economici di gestione e inoltre, poiché nell’Europa continentale la possibilità di volare a regimi supersonici è tassativamente limitata, questo impedisce già di per se un notevole sbocco commerciale alla macchina stessa. Il Tu-160 civile insomma – conclude Zakharov – potrebbe avere una minima richiesta da parte delle istituzioni russe e, forse, un acquisto una tantum da parte di qualche compagnia straniera.”
Dell’aerocisterna Ilyushin Il-78M-90A avevamo trattato lo scorso gennaio la realizzazione della prima cellula da parte della società Aviastar, la stessa che in un mese ha portato al compimento il primo volo durato 35 minuti dalla base sita a Ulyanovsk, a circa 600 km a est di Mosca.
Derivata dall’aereo di trasporto Il-76MD-90A (o Il-476), la nuova aerocisterna Il-78M-90A (o Il-478) ne condivide tutti i medesimi miglioramenti avionici, strutturali e motoristici, essendo dotata di quattro nuovi motori Aviadvigatel PS-90A-76 con prestazioni superiori e consumi ridotti del 12-14% rispetto ai vecchi Solov’ëv D-30KP utilizzati per la precedente aerocisterna Il-78 “Midas”. Per la cronaca l’Il-478 sarà la prima aerocisterna totalmente realizzata in Russia poiché le vecchie cellule di Il-78 sono state assemblate finora dall’azienda TAPO (Tashkent Aviation Production Association) sita in Uzbekistan.
Secondo fonti del settore della Difesa russa si prevede un ordine non inferiore ai 34 esemplari da destinare alla VKS al fine di radiare le vecchie cellule di Il-78 attualmente ancora operative.
L’Il-78M-90A può trasportare 91 tonnellate di carburante nei suoi serbatoi principali più altre 36 tonnellate riposte in un serbatoio ausiliario presente in stiva per una fornitura massima di 127 tonnellate di carburante trasferibile.
Foto: Tupolev e Ilyushin
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.