Afghanistan: gli italiani con l’ANA per riprendere Shewan, i talebani annunciano nuova offensiva

Si è conclusa negli scorsi giorni l’Expeditionary Advisor Package (EAP) dei militari del contingente italiano, su base Brigata “Sassari”, condotta a Farah dal 2 al 19 aprile, con lo scopo di assistere le Forze di Sicurezza afgane, a “domicilio”, durante le fasi di pianificazione e di condotta delle operazioni, che hanno portato al controllo totale della storica roccaforte talebana di Shewan ed alla messa in sicurezza degli abitanti. In nessuna delle fasi i militari italiani sono stati impiegati in attività cinetiche.

Caricamento dei VTLM Lince per il trasporto aereo da Herat a Farah (002)

I circa 400 istruttori, compresa una aliquota statunitense, schierati nella ex. base italiana di Farah situata 200 km a sud di Herat – sede del contingente nazionale in Afghanistan – hanno messo a disposizione le proprie conoscenze per guidare al successo i circa 1300 militari delle Forze di Sicurezza afgane che a vario titolo hanno condotto, autonomamente, le operazioni militari sul terreno e per via aerea.

L’intervento delle Forze Armate afgane, assistite dai militari italiani, è nato sulla base delle richieste di supporto espresse dalle autorità governative locali con l’ambizioso intento di allontanare le sacche di insorti presenti nell’area di Farah.

Militari italiani durante l'imbarco per il trasferimeto su Farah (002)

Questi ultimi, recentemente, con azioni limitate ma di grande risonanza mediatica, avevano intimorito la popolazione civile che pertanto rivendicava maggiori condizioni di sicurezza. L’azione si rendeva inoltre necessaria per creare il clima di sicurezza indispensabile al fine di garantire la registrazione degli elettori alle liste degli aventi diritto e la loro libera espressione di voto durante le elezioni politiche programmate per il prossimo autunno.

Fondamentali, per il raggiungimento del successo, sono stati i costanti incontri organizzati dai militari italiani con tutte le autorità civili e militari locali ed in particolar modo con i capi villaggio e gli ulema, avvenuti sia preventivamente alle operazioni che durante lo svolgimento delle stesse.

La visita del Comandante Resolute Support Gen. Nicholson ai militari ita.._ (002)

Grande apprezzamento per gli esiti delle operazioni è stato inoltre espresso in più occasioni dal Comandante della missione NATO in Afghanistan, il generale John Nicholson (al centro nella foto a lato con il generale Gianluca Carai, comandante della Brigata Sassari e del TAAC-W di Resolute Support), e dai suoi collaboratori del comando Resolute Support di Kabul, che in diverse occasioni hanno raggiunto la base di Farah ed hanno preso parte alle shure con le autorità locali, riscontrando in prima persona l’efficacia delle azioni condotte sul terreno.

Anche il governatore della provincia di Farah, Abdul Bazir Salanghi, ha inoltre esteso il senso di gratitudine della sua popolazione per il costante supporto ricevuto dai militari italiani.

Militari delle Forze di Sicurezza Afghane durante il pattugliamento dell.._ (002)

Il lavoro degli advisors italiani svolto durante l’EAP, si sviluppa nell’ambito della missione di Resolute Support (RS) con il compito principale di addestrare, consigliare ed assistere le forze di Sicurezza locali, per migliorarne la funzionalità e la loro capacità di autosostenersi.

L’operazione a Shewan si inserisce in un contesto complesso con i talebani che hanno annunciato il 25 aprile l’inizio dell’offensiva di primavera contro “gli americani e i loro alleati” in Afghanistan. In un comunicato la commissione militare dei talebani lancia l’operazione annuale, chiamata ‘Al Khandaq’, il giorno dopo una serie di attacchi in tre provincia che hanno causato la morte di decine di persone.

L’offensiva dei talebani Al Khandaq del 2018 è ispirata alla ‘Battaglia del Fossato’ (o ‘Battaglia di Medina’) che fu combattuta e vinta, contro ogni aspettativa, il 5 aprile 627 dai musulmani immigrati a Medina ed i loro alleati medinesi convertiti contro gli abitanti della Mecca e i loro alleati pagani.

Consulenza degli istruttori italiani durante le fasi delle operazioni (002)

Nel comunicato pubblicato sul loro portale Voce della Jihad i talebani annunciano il lancio della nuova Jihad (Guerra santa) “contro le forze di occupazione straniere e i loro sostenitori all’interno del Paese.

Pianificazione e strategia delle operazioni di Al Khandaq sono organizzate dagli esperti della Commissione militare dell’Emirato islamico, e si basano su guerriglia, azioni offensive, tattiche di infiltrazione e nuove complesse tattiche per distruggere, uccidere e catturare gli invasori stranieri ed i loro sostenitori. Il primo obiettivo saranno gli invasori americani ed i loro agenti di intelligence, mentre i sostenitori interni saranno affrontati come secondo obiettivo“.

Dopo aver ricordato che ogni operazione deve essere avviata al grido di’Allah-o-Akbar (Allah è il più grande), il comunicato ricorda infine che “una speciale attenzione dovrà essere data alla protezione della vita e dei beni della popolazione civile, per cui dovranno essere adottate tutte le misure cautelativa al momento di attaccare gli obiettivi prescelti”.

(con fonti TAAC-W e AFP)

Foto TAAC-W Resolute Support

 

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