In Italia calano i flussi migratori illegali, in Germania i rifugiati vendono i documenti
Sbarchi in calo per il decimo mese consecutivo. Dal 1° luglio ad oggi i numeri del Viminale indicano 104.776 arrivi di migranti in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (43.166 persone, contro le 147.942 registrate tra l’1° luglio 2016 ed il 20 aprile 2017).
Nel 2018 ci sono stati 7.551 arrivi al 20 aprile, contro i 36.728 dello stesso periodo del 2017 (-79,4%). Tra le nazionalità degli stranieri sbarcati in testa ci sono gli eritrei (1.552), seguiti da tunisini (1.489), nigeriani (526) e ivoriani (432).
Il 19 aprile Eurostat ha reeso noto che I 28 paesi dell”Ue nel 2017 hanno concesso la protezione internazionale a 538mila richiedenti asilo, in calo di quasi il 25% rispetto al 2016. In aggiunta, l”Ue ha accolto circa 24mila rifugiati reinsediati, cioè provenienti da Paesi extracomunitari. Lo comunica Eurostat.
I primi beneficiari nel 2017 sono stati i siriani (175.800, un terzo del totale), seguiti dagli afghani (100.700, il 19%) e dagli iracheni (64.300, il 12%). Oltre il 70% dei siriani accolti hanno ricevuto lo status di rifugiati in Germania (124.800); i cittadini del Paese martoriato dalla guerra civile restano la prima nazionalità tra i rifugiati in 18 Paesi dell’Ue. Ù
Diversa la situazione in Italia: i primi sono i nigeriani (5.075, il 14% del totale), seguiti da pakistani (3.625, il 10%) e gambiani (2.925, l”8%). L”Italia è l”unico tra i 28 Paesi dell”Ue in cui la Nigeria figura tra le tre prime nazionalità dei rifugiati e inoltre appare chiaro che nessuna delle nazionalità citate proviene da Paesi i guerra ma, al contrario, da Stati che registrano importanti crescite annue del proprio Pil.
Oltre il 60% delle decisioni positive sulla protezione internazionale in Europa nel 2017 sono state prese in Germania, che ha accolto 325.400 persone; seguono Francia (40.600), Italia (34mila) e Svezia (31.200).
In rapporto alla popolazione, la Germania resta prima, con 3.945 rifugiati accolti per milione di abitanti; seguono l’Austria (3.865 per milione) e la Svezia (3.125). L’Italia in tutto ne ha accolti 35.130, 580 per milione di abitanti, meno della media Ue (1.050 per milione), ma circa il doppio del Regno Unito (15.645, 240 per milione).
Il Paese Ue che ha accolto meno rifugiati in assoluto è la Slovacchia, che ne ha ricevuti 60 (10 per milione di abitanti, specie afghani, siriani e ucraini); pochi anche in Repubblica Ceca (145, 15 per milione; siriani, ucraini e iracheni), Croazia (170, 40 per milione; specie siriani, iracheni ed eritrei) e Polonia (560, 15 per milione, soprattutto ucraini, russi e tagiki, l”unico Paese Ue ad avere un mix di nazionalità così peculiare).
L’Ungheria di Viktor Orban ne ha accolti 1.290, 130 per milione, soprattutto afghani, siriani e iracheni. Malta, il più piccolo Paese dell’Ue, nel 2017 ha ricevuto 815 rifugiati, 1.770 per milione di abitanti (il dato è figurativo, poiché l’arcipelago ne conta 436mila), per lo più libici, siriani ed eritrei.
Dalla Germania giungono però notizie allarmanti circa la vendita dei documenti tedeschi rilasciati ai rifugiati. Le autorità sono in gran parte impotenti davanti a questi casi di compravendita di permessi d’asilo, passaporti e tessere sanitarie. Questo accade soprattutto fra quanti rientrano in Siria.
Su Facebook ci sono gruppi in cui fornitori e clienti si incontrano, e di solito negoziano in arabo. “Garage per la migrazione di ritorno” è il nome di un gruppo, “Occidentalizzazione siriana” è un altro. “Se hai un passaporto da vendere, per favore scrivimi privatamente”, scrive un utente. Altrove un potenziale venditore dice di essere arrivato in Turchia quattro giorni prima: “Ho un permesso di soggiorno per tre anni, con un passaporto e una carta Aok (tessera sanitaria)”.
Il pacchetto di documenti tedeschi è ottenibile per una cifra contenuta: 1.000 dollari, a patto che l’acquirente e il titolare dei documenti si somiglino. Le autorità di sicurezza tedesche sono a conoscenza del fenomeno da qualche tempo. Un’analisi riservata della polizia federale, riportata dal settimanale “DerSpiegel”, rileva che i documenti di viaggio tedeschi sono offerti in vendita sui social media”.
Questi sono di solito documenti di “richiedenti asilo riconosciuti”. Il fenomeno coincide con una impennata, a partire dal 2016, delle denunce di smarrimento dei documenti presentate dai rifugiati siriani nelle ambasciate degli Stati della Ue in Turchia. Si ritiene che “i documenti di viaggio siano stati venduti o altrimenti trasmessi”.
Gli acquirenti sono per lo più altri siriani che vogliono fuggire in Germania. Gli scambi avverrebbero soprattutto in Grecia, secondo la polizia, che ritiene che tale traffico sia aumentato del 22 per cento lo scorso anno. Una volta arrivati in Turchia, molti dei venditori fanno domanda di sostituzione dei documenti presso i consolati tedeschi per tornare a loro volta in Germania o per proseguire il viaggio verso la Siria.
Secondo il ministero federale dell”interno, la polizia federale ha rilevato 554 casi l’anno scorso (460 nel 2016), in cui sono stati utilizzati documenti autentici per l”ingresso non autorizzato in Germania. Di questi, 100 provenivano dalla Germania, 99 dall”Italia e 52 dalla Francia, seguiti da Svezia, Grecia e Belgio. Secondo il settimanale tedesco i rappresentanti degli Stati Schengen e l”Agenzia europea per la protezione delle frontiere Frontex si sono incontrati nell’ottobre 2017 in un consolato generale tedesco in Turchia.
Quasi tutti i partecipanti hanno avuto esperienze simili. Secondo l”Europol, è in costante aumento l”utilizzo di documenti falsificati o acquistati illegalmente anche negli aeroporti. La polizia federale tedesca ha inviato funzionari di supporto della polizia di frontiera agli aeroporti di Atene e Salonicco per impedire l”ingresso illegale in Germania. Non sempre riescono a bloccare questi traffici, e le autorità hanno verificato anche alcuni casi di ingressi di terroristi nel paese proprio grazie a questi metodi.
La Protezione della Costituzione mira a chiarire, in un certo numero di casi, le vere identità di coloro che hanno usato documenti di altri rifugiati. I detective hanno riscontrato l’utilizzo di tale escamotage anche fra i membri della estrema destra del gruppo terroristico “nazionalsocialista Underground” (Nsu). Per anni i neo-nazisti “sommersi” vivevano indisturbati nella Germania orientale. Secondo le informazioni fornite dal Ministero dei Rifugiati di Dusseldorf, i dipendenti pubblici prendono le impronte digitali dei richiedenti asilo durante il loro primo contatto con le autorità.
Tuttavia solo quando vengono richiesti nuovi documenti sono necessarie nuove impronte digitali. Solo allora i funzionari delle autorità per l”immigrazione avrebbero l’opportunità, dice il ministero dell”Interno a Berlino, di confrontare le foto del passaporto nei documenti con le persone di fronte ai loro banchi.
Il presidente della Commissione parlamentare per il controllo del Bundestag, il cristiano democratico Armin Schuster (Cdu) ha dichiarato a “Der Spiegel”: “Ogni rifugiato che partecipa a un commercio di passaporti, ha rinunciato al suo diritto di soggiorno”, sottolineando che in questo caso il procedimento di rimpatrio forzato deve “assumere una forma accelerata”. Secondo l’analisi della polizia federale questi episodi non hanno quasi mai conseguenze legali per le persone coinvolte.
Fonte: Ansa, Adnkronos e Agenzia Nova
Foto: Frontex, al-Jazeera, Matthias Balk/European Pressphoto e DPA.
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