Macron contro la “Gang of Four”
Per quanto tempo deve cuocere il pollo? Cosa pensi di questo nuovo smartphone Come si sta all’Università di Milano? Richieste di aiuto, domande, curiosità che, solo fino a qualche tempo fa, ponevamo innanzitutto a parenti e conoscenti. Ora, invece, sempre più spesso, ci confrontiamo solo con i GAFA.
GAFA, è l’acronimo della cosiddetta “Gang of Four”, ovvero Google, Apple, Facebook ed Amazon. Una “gang” di giganti digitali che qualche giorno fa, Macron, in un’intervista rilasciata alla rivista Wired ha riportato alla ribalta.
È’ giusto, secondo il Presidente francese, riconoscere ai GAFA il merito di aver diffuso innovazione ed opportunità ma, al contempo, è altrettanto giusto sottolineare il loro non curarsi troppo delle relative conseguenze. Pensiamo ad esempio agli effetti dirompenti della rivoluzione Apple sul mercato dell’industria discografica, o ai condizionamenti di Amazon sul futuro del commercio al dettaglio.
Tra l’altro, i GAFA si strutturano fiscalmente in modo molto efficace per minimizzare il pagamento delle tasse e, di conseguenza, partecipare in modo molto limitato al finanziamento degli ammortizzatori sociali indispensabili per attutire anche gli effetti delle loro innovazioni.
Innovazioni, non dimentichiamolo, realizzate anche con l’aiuto dei migliori giovani talenti formati nelle nostre scuole ed università, menti geniali che difficilmente riescono a resistere alle lusinghe economiche (e di carriera) che i GAFA possono offrire loro. Condizioni contro cui le realtà tecnologiche nazionali difficilmente riescono a competere con adeguate controfferte. Come non condividere il punto di vista di chi con le sue tasse finanzia università e ricerca ed assiste alla fuga di cervelli nazionali all’estero?
Come se tutto ciò non bastasse, i GAFA raccolgono in modo sistematico dati sui comportamenti di ognuno di noi, talvolta senza curarsi particolarmente delle nostre normative sulla privacy. Ciò gli consente di registrare, in modo massivo, cosa ricerchiamo, dove andiamo, con chi ci relazioniamo, cosa compriamo, cosa ci piace e così via, una valanga di dati utili a livello politico e commerciale….
Una famosa ricerca dell’Università di Cambridge e Stanford del 2015 aveva quantificato clamorosamente gli effetti di questa capacità. Questo studio sostiene che, per un algoritmo informatico, sono sufficienti 10 “like” per capire meglio la personalità di un individuo rispetto ai colleghi di lavoro, 70 per uguagliare la capacità di giudizio degli amici, 150 per raggiungere quella dei genitori e 300 per quella della moglie.
La famosa frase di Hawking “Siamo tutti connessi da Internet, come i neuroni di un gigantesco cervello” sintetizza bene il nuovo contesto e forse, altrettanto sinteticamente, possiamo dire che i GAFA rappresentano i principali architetti di questo sistema.
Ma non è che questi GAFA sono diventati oramai troppo potenti per essere governati? E ancora, come poterli integrare nei nostri ecosistemi obbligandoli a giocare con le nostre regole?
Utilizzando un’espressione molto comune agli anglosassoni, “food for thought” (cibo per la mente, spunti di riflessione) per tutti i governanti europei. Non solo per Macron…
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Andrea MelegariVedi tutti gli articoli
Laureato in Informatica, ha insegnato per oltre 10 anni all'Accademia Militare di Modena. Dal 2000 si è specializzato nello sviluppo e nell'impiego delle tecnologie di Intelligenza Artificiale in ambito civile e militare. Tra gli incarichi ricoperti SEVP Defense, Intelligence & Security di Expert AI, Chief Marketing & Innovation Officer di CY4Gate. E' stato anche membro del CdA delle società Expert AI, CY4Gate e Expert System USA (Washington DC area). Dal luglio 2021 lavora presso una azienda tecnologica di un importante Gruppo industriale italiano.