Mosca fornirà alla Siria il sistema di difesa aerea S-300?

(aggiornato il 27 aprile, ore 18.00)

Uno degli effetti quasi immediati dei raid missilistici anglo-franco-americani del 14 aprile scorso sembra essere la decisione di Mosca di fornire alla difesa aerea siriana batterie di missili terra-aria a lungo raggio S-300 con capacità di ingaggio dei missili balistici e da crociera.

Una consegna più volte rinviata dalla Russia fin dal 2010 in seguito alle pressanti richieste di Israele che teme il sistema missilistico russo in grado di vedere e colpire i caccia israeliani fin dal decollo dalle basi dello Stato ebraico.

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La Russia inizierà “presto” a fornire alla Siria i suoi sistemi di difesa anti-aera S-300 ha scritto ieri il quotidiano russo Kommersant, citando “due fonti militari-diplomatiche”, secondo le quali la questione delle consegne, “legata principalmente alla sfera politica”, è stata risolta.

Le componenti del sistema, tra cui stazioni radar, macchine di carico e trasporto e lanciatori, saranno “presto” consegnate alla Siria trasportati da aerei militari o navi della Marina russa, hanno detto le fonti.

Il trasferimento degli S-300 rientra nell’ambito delle azioni di “assistenza tecnico-militare”, ha spiegato Kommersant; secondo una fonte, “i siriani non hanno soldi” per questo tipo di acquisto e la Russia non ha intenzione di far loro credito ma la fornitura verrà effettuata “come parte dell’assistenza tecnico-militare”.

Nei luoghi di dispiegamento degli S-300 in Siria , ha aggiunto il giornale, saranno presenti anche consiglieri miliari russi, per fare formazione degli ufficiali siriani.

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Va ricordato che la società di Stato russa per l’export militare Rosoboronexport aveva firmato con Damasco nel 2010 un contratto per la fornitura di batterie per equipaggiare quattro reggimenti con gli S-300.

Il contratto, che vide Damasco versare un anticipo di 400 milioni di dollari (poi restituiti), venne annullato in seguito alle critiche mosse da Israele.

Dopo l’intervento militare in Siria, nel settembre 2015, Mosca ha schierato a Tartus batterie di S-300 e a Latakya di S-400 per proteggere le proprie installazioni  nel Paese arabo.

In seguito ai raid congiunti di Usa, Gran Bretagna e Francia sulla Siria lo scorso 14 aprile, Mosca ha detto di non sentirsi più “moralmente obbligata” a non consegnare al regime gli S-300.

Preoccupa quindi la reazione di Israele a un tale passo da parte russa e c’è chi non esclude attacchi israeliani preventivi alle postazioni dove saranno schierati i nuovi sistemi di difesa anti-aerea

“Qualsiasi tipo di armi che possano minacciare la sicurezza di Israele ci preoccupa sempre”, ha detto al giornale russo Kommersant il direttore del dipartimento Eurasia del ministero degli Esteri israeliano, Aleksander Ben-Zvi.

Il diplomatico non ha risposto alla domanda se Israele abbia intenzione di sollevare la questione nei suoi colloqui con funzionari russi. Allo stesso tempo, pero’, ha fatto notare che “le questioni legate al conflitto siriano, vengono discusse costantemente nelle riunioni di politici israeliani e diplomatici al ministero degli Esteri e al Consiglio di sicurezza russo”

Fonti militari di Mosca, citate sempre dal Kommersant, avvertono però che se Israele reagirà militarmente le conseguenze sarebbero “catastrofiche per tutte le parti”.

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Le batterie di S-300, già vendute da Mosca all’Iran nella versione PMU-2, verrebbero dispiegate a protezione di Damasco e delle basi aeree. I sistemi che Mosca valuta di fornire alla Siria potrebbero essere della versione per l’export  S-300V (Antey 2500) già venduti al Venezuela e in grado di ingaggiare con i suoi missili SS-23 fino a 24 bersagli, inclusi missili balistici a corto e medio raggio e missili da crociera, con un raggio d’azione di oltre 200 chilometri.

Già la settimana scorsa il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov (nella foto a lato) aveva lasciato intendere un possibile cambiamento di rotta circa la fornitura degli  S-300 dopo il raid occidentale per il presunto attacco chimico a Douma.

“Qualche anno fa avevamo deciso di non fornire gli S-300 su richiesta dei nostri partner – aveva detto Lavrov alla Bbc – ora che vi è stato questo oltraggioso atto di aggressione da parte di Usa, Francia e Gran Bretagna, potremmo pensare a come assicurarci che lo stato siriano sia protetto”.

Il 23 aprile lo stesso Lavrov ha però precisato che la decisione finale sulla fornitura degli S-300 a Damasco non è stata ancora presa mentre il Cremlino ha fatto sapere che al momento non fornirà gli S-300 ma che, se dovesse decidere di farlo, non lo farà in segreto.

Foto:  Sputnik e AP

 

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